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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 6 agosto 2020

METRO A SINGHIOZZO: PERSI 17 GIORNI DA INIZIO ANNO




Prosegue inarrestabile il servizio a singhiozzo che Atac fornisce all’utenza: l’Azienda sarà anche salva, per parafrasare la propaganda grillina, ma in strada i mezzi non passano.
Ieri mattina, per il secondo giorno consecutivo, è rimasta chiusa la ferrovia Roma-Lido di Ostia fra Piramide e Acilia. Il motivo, in questo caso, è il rogo nell’area di Tor di Valle ma le scene sulle vetture sostitutive, al netto del mancato rispetto delle misure anti Covid, sono da paese del Quarto mondo.
La mattinata si era aperta con la chiusura in uscita della stazione Vittorio Emanuele della linea A della metro. E capita che Atac si perda i bus: alle 11.47 l’Azienda non era in grado di fornire i tempi di arrivo del 77 in direzione Piramide. In questi giorni, poi, il servizio di superficie viene svolto con una media della metà dei bus che erano disponibili prima della quarantena e, nonostante questo, capita ancora che Atac non riesca a garantire che sulle linee certificate come idonee per il trasporto disabili non vi siano bus con ostacoli: è successo ancora ieri, sulla linea 90, dove a mezzogiorno e mezzo girava la vettura 5271 non accessibile ai portatori di handicap.
Nei giorni scorsi, poi, si sono registrati guasti alla Metro B e alla C: due volte ciascuna il 2 agosto con rallentamenti e circolazione interrotta.
Fra circolazione interrotta, stazioni chiuse, rallentamenti da inizio anno Atac ha fatto perdere ai romani (almeno) 17 giorni, cioè un abbondante 8% del servizio che l’Azienda avrebbe dovuto fornire.
I dati provengono dall’account twitter ufficiale di Atac, @infoatac, che di norma avvisa con i cinguettii quando una linea si ferma o rallenta o chiude.
L’analisi nel dettaglio dimostra come la più tartassata sia la linea A: da inizio gennaio a fine luglio, sono stati persi 5 giorni e 23 ore in chiusure, e 2 giorni e 1 ora in rallentamenti. A volte si tratta di cose di pochi minuti ma altre volte sono stazioni che chiudono per ore o interruzioni lunghe delle linee per soccorrere passeggeri, guasti tecnici (tipologia di motivazione abusatissima da Atac senza che mai si sappia quale guasto fosse), scioperi, intervento delle forze dell’ordine. 
A seguire come linea tartassata c’è la C, che, per inciso, è la linea più nuova fra le tre e con i treni a guida automatica. Nei primi sette mesi del 2020 in totale si sono persi più di otto giorni di servizio: 4 con blocchi e sospensioni della circolazione e 4 con i rallentamenti. 
Paradossalmente, quindi, la migliore per prestazioni risulta la linea più vecchia di Roma, la B: qui si è perso un totale di un giorno e pochi minuti in termini di chiusure e nemmeno uno completo come rallentamenti che si verificano sì di frequente ma sono spesso di pochi minuti di durata. I bilanci staranno anche a posto, come sostengono i grillini, ma la gente non si sposta sopra i libri contabili.   

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