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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 26 giugno 2016

STADIO; LE VERITÀ DI CAUDO E BERDINI

Sulla vicenda del progetto di edificare lo Stadio della Roma a Tor di Valle, si registra lo scontro al calor bianco fra Urbanisti: Giovanni Caudo, che ha tenuto l'assessorato all'Urbanistica durante i mesi della Giunta Marino e che può essere annoverato fra i "papà" dell'opera, e Paolo Berdini, cui la Raggi ha deciso di affidare l'Urbanistica nella propria Giunta e che si è dichiarato contrario al progetto presentato. Due visioni, sul tema, diametralmente opposte. 

L'iter
Berdini sostiene che la scelta del sito è del promotore e che la legge non obbliga il Comune ad essere supino rispetto ai voleri della Roma. Marino avrebbe potuto imporre di costruire lo stadio in un altro quadrante della città, dove si sarebbe prodotto un beneficio più ampio per l’intera popolazione romana.
Caudo replica dicendo che il Comune ha espletato la sua funzione di indirizzo politico, facendo incrementare in qualità e quantità le opere pubbliche inserite nell'opera e che la stessa ricade in un corridoio, quello per Fiumicino, che, in vista dell'ampliamento di Fiumicino, è un asse di sviluppo della città. Inoltre, la legge consente al privato di scegliere l'area e al Comune impone di assentire, dissentire o chiedere modifiche ma non di indicare aree alternative.



Le opere pubbliche
Berdini afferma che le opere pubbliche inserite nel progetto saranno realizzate attraverso l’esborso di denaro pubblico noto (gli oneri di urbanizzazione previsti dalla legge) e da altro denaro di proprietà pubblica derivante dai maggiori introiti dovuti agli aumenti di volumetria concessi, indicando una cifra oscillante fra 400 e 800 milioni di euro. Si spenderanno dunque per opere utili solo e soltanto alla Roma calcio preziosi soldi pubblici.
La replica di Caudo si concentra sui numeri: le opere pubbliche realizzate con gli oneri di legge (fogne, strade, parcheggi) assommerebbero, da conteggio, a circa 90 milioni. Il privato ne realizza invece per circa 115 milioni. Inoltre la Roma realizza in regime di concorrenza inftrastrutture per 195,5 milioni di euro. In sostanza, non c'è nessuno spreco di denaro "pubblico" (gli oneri concessori) ma c'è, al contrario, un guadagno. Non si è mai visto a Roma che il pubblico in un intervento tutto privato "guadagni" opere per oltre 300 milioni di euro, il 30% dell’investimento (la prassi romana è intorno al 9/10%).

Il consumo del suolo 
Berdini (e Italia Nostra) sostengono che vi sia una enorme cementificazione e uno spropositato consumo del suolo, 89 ettari.
Caudo risponde: degli 89 ettari solo 44 saranno occupati da edifici, attrezzature e immobili, esattamente quelli già individuati come edificabili dal Piano Regolarote, il resto sono sistemazioni a parco fluviale, parchi e aree verdi. Ciò che è verde resta verde, viene solo curato, manutenuto e reso accessibile.

In tutto ciò, almeno su una cosa sia Caudo che Berdini sono d'accordo: entrambi ritengono che la loro azione amministrativa sia improntata alla lotta ai palazzinari. Quando la verità è questione di punti di vista.

STADIO, SCEMPIO O OPPORTUNITÀ, M5S SULL'ALTALENA

Stadio sì, Stadio no, Stadio scempio, Stadio opportunità. La giornata politica della nuova Amministrazione Raggi fa segnare l'alta lenta sulla vicenda Tor di Valle. 
Le anticipazioni riportate ieri del dibattito sul progetto di Tor di Valle che andrà in onda oggi alle 15.00 su Radio Radicale fra Paolo Berdini, assessore in pectore all'Urbanistica della Giunta M5S, e Giovanni Caudo, ex assessore all'Urbanistica dell'Amministrazione Marino, hanno scatenato i social, i siti e anche la politica. 
Nel corso del dibattito, Berdini si è dichiarato nettamente contrario al progetto, definendolo uno "scempio" e ribadendo che, pur non avendo letto ancora nulla di ciò che la Roma ha presentato, farà "ogni cosa consentita dalla legge per bloccarlo". 
Mentre sui siti internet e sui social si susseguivano senza sosta post di tifosi scatenati contro il futuro Assessore e la stessa Raggi, lo staff del Sindaco e dei 5Stelle si è affrettato a gettare acqua sul fuoco: il progetto Stadio non è uno "scempio ma può essere una grande opportunità di crescita per la città, a patto che rispetti i principi di legge di fronte ai quali il M5S non transige". 
E per non far apparire troppo secca la smentita a Berdini ancora nemmeno insediato, i pentastellati definiscono quelle di Berdini a Radio Radicale dichiarazioni "squisitamente tecniche", espresse "analizzando il piano della progettistica" dando "un parere da tecnico, il che va però affiancato alla considerazione del prestigio europeo e internazionale che un impianto sportivo per la Roma, ma anche per la Lazio, può conferire alla città. In ogni caso è prematuro esprimere ora una valutazione, avremo tutto il tempo per studiare da vicino il progetto". 

Una grande cautela che maschera un poco la supercazzola del definire quello di Berdini un "parere da tecnico" espresso "analizzando il piano della progettistica" quando, lo stesso Berdini, a Radio Radicale, ha ammesso di non aver neanche sfogliato il progetto presentato il 30 giugno in Campidoglio. 

Anche lo stesso Berdini affida all'Ansa una "precisazione": "Le mie parole sono state travisate. Scempio è pensare di poter edificare su Roma senza alcuna logica urbanistica, dopo che la Capitale è stata martoriata dalla mala politica negli ultimi vent'anni. Non c'è nessun pregiudizio nei confronti dello stadio della Roma, ma sarà mio dovere, nel rispetto della città e dei romani, approfondire ogni singolo aspetto del progetto insieme al sindaco". 

STADIO; DOSSIER PRONTO PER LA REGIONE

In Campidoglio l'esame delle carte progettuali per l'edificazione del nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle sarebbe concluso. 
E, da quanto Il Tempo ha raccolto fra i funzionari capitolini, sembrerebbe anche con esito positivo.
In sostanza, i diversi dipartimenti che hanno esaminato il progetto - urbanistica, mobilità, ambiente, commercio - con il compito di verificarne la piena rispondenza alle norme nazionali, regionali e alla delibera di pubblico interesse, avrebbero concluso che, sì, il tutto è completo e potrebbe andare in Regione. 
Questo non vuol dire che il progetto vada bene e sia approvato: per l'analisi dei singoli elementi - Stadio, Roma Village, Nuova Trigoria, Convivium, Torri e tutto il sistema delle opere pubbliche - si dovrà attendere l'avvio della Conferenza di Servizi decisoria in Regione.
 
Conferenza regionale che, per poter iniziare, necessita dell'ok formale del Campidoglio. 
Un ok che, per ovvie ragioni di correttezza istituzionale, dovrà attendere il prossimo 7 luglio con l'insediamento formale della nuova Giunta e, soprattutto, del nuovo assessore all'Urbanistica, indicato dal sindaco Raggi nel professor Paolo Berdini
E, infatti, sempre secondo "radio Campidoglio" già il 15 luglio sarebbe stata fissata una riunione operativa con il nuovo Assessore proprio per affrontare il dossier Tor di Valle. Se sarà confermato il via libera tecnico, già lo stesso 15 luglio verrà dato il via libera alla Regione. Da quel momento, la palla passerà a alla Regione Lazio che dovrà convocare la Conferenza di Servizi decisoria. 180 giorni, così stabilisce la legge, per esaminare riga per riga tutte le soluzioni progettuali proposte e dare il via libera definitiva al sogno giallorosso. 


STADIO: CARO ASSESSORE FERNANDO MORDE "GRATUITAMENTE"


Su una cosa romanisti e laziali, grillini e piddini (e perché no anche i destrorsi meloniani o berlusconiani) non hanno dubbi: a Roma se c’è un giornalista che non teme smentite sullo stadio di Tor di Valle, che spesso ne sa più degli addetti ai lavori, che anche al direttore di questo giornale mette paura per quanto è pignolo e preciso nelle sue inchieste, questo è il nostro - si fa per dire - Fernando Magliaro. Per amor di verità e completezza di informazione, il Nostro da mesi ha ingaggiato una battaglia personale contro chi parla senza sapere, straparla senza leggere, pontifica senza conoscere gli atti. Lo interpellano radio e tv, colleghi interessati a scrivere (e anche quelli che puntualmente s’informano e poi tengono all’oscuro i lettori) politici locali e nazionali, tecnici, funzionari e burocrati.
Nel suo campo è una istituzione, quindi chi lo invade dovrebbe sapere che va incontro a brutte figure. È il caso del nuovo assessore in pectore all’urbanistica, Paolo Berdini, bandiera grillina contro i palazzinari, che ha reiterato lo scivolone fatto in precedenza alla radio allorché venne corretto ripetutamente da Magliaro. L’altro ieri, Berdini, c’è ricascato. E non sapendo come arginare quel pazzo di Fernando che gli riferiva - fra l’ltro - del suo stato di collaboratore gratuito del Tempo, ha sollevato dubbi sulla sua purezza intellettuale. Rassicuriamo Berdini che a Magliaro non diamo un euro. Anzi, dopo aver letto questo pezzo, dovrebbe pagarci una pizza lui. 
Gian Marco Chiocci

martedì 21 giugno 2016

LO STADIO DELLA ROMA A RISCHIO CAUSA



Quanto di prassi e quanto interessati per via della costruzione dello Stadio lo si vedrà nei prossimi giorni. Intanto si registrano gli auguri a Virginia Raggi sia da parte del presidente della As Roma, James Pallotta, che da Daniele De Rossi dal ritiro azzurro di Montpellier.

Alla Raggi, twitta Pallotta da Boston, “auguri di buon lavoro in vista della dura sfida che la attende” mentre Capitan Futuro, all’Ansa articola il pensiero: “Non sono sorpreso più di tanto dalle proporzioni del risultato elettorale per la Raggi, era nell'aria: un grande in bocca al lupo al nuovo sindaco di Roma e al suo staff”, aggiungendo: “Le macerie che sono rimaste sono un'eredità pesante. Roma ha bisogno, se non di una rinascita, di una risalita rapida. Vivendo in centro storico me ne sono reso conto, più di quando vivevo fuori. Sono tifoso del sindaco, lo sarei stato chiunque fosse stato eletto. Dobbiamo tifare la sua squadra, non mettere i bastoni tra le ruote”, chiudendo, poi, con un’annotazione di genere: “La novità non è un Sindaco donna non mi aspetterei niente di diverso da quel che sarebbe stato con un sindaco uomo. La novità è un movimento nato solo 3 o 4 anni fa”. 

Intanto anche Paolo Berdini, assessore in pectore all’Urbanistica, torna di nuovo a parlare del progetto di costruzione dell’impianto sportivo di Tor di Valle: “Sullo Stadio della Roma io ho avuto da ridire sul luogo prescelto. Quell’area fu individuata da un’agenzia immobiliare. Ci attrezzeremo per riprendere in mano la situazione con l’amministrazione pubblica, non con un’agenzia immobiliare privata”. 
Cosa significhi “riprendere in mano la situazione” si chiarirà nei prossimi giorni. 
Mentre in Campidoglio si esaminano le carte progettuali - dovrebbe essere stata completata l’analisi dei documenti del “comparto A1” (Stadio, Nuova Trigoria e Roma Village) e sarebbero stati scaricati i file sulle opere pubbliche per completare il processo di verifica - ci sono una serie di atti che dovranno essere compiuti e che porteranno via fra 15 giorni e un mese circa prima che l'Amministrazione Raggi entri effettivamente in carica e sia nel pieno delle sue funzioni
E, quindi, tecnicamente in grado di intervenire sulla questione Stadio. 

Chiaramente, durante queste settimane, nulla impedisce agli uffici di lavorare, su indicazione del Sindaco e dell'assessore all'Urbanistica, al dossier Tor di Valle. 

Il percorso per modificare o revocare la delibera di pubblico interesse appare tecnicamente tracciato. 

Occorre un passaggio in Consiglio Comunale per revocare innanzitutto il "mandato" al rappresentante di Roma Capitale in sede di Conferenza di Servizi regionale ad assentire al progetto nei limiti stabiliti dalla delibera del dicembre 2014 (ripartizione dei fondi delle opere pubbliche e dimensione massima delle cubature concesse). 
In secondo luogo, nella nuova delibera dovranno essere tecnicamente e giuridicamente motivate in modo inattaccabile le ragioni della revoca o della modifica del pubblico interesse
Non che questo ponga il Campidoglio al riparo dal rischio che la Roma, come già paventato pochi giorni prima del ballottaggio dal DG, Mauro Baldissoni, intenti una causa per chiedere un risarcimento con tanti zeri al Comune.

giovedì 16 giugno 2016

STADIO; LA RAGGI "FA PACE" CON LA ROMA. PER ORA.



Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma, aggiusta un po’ il tiro dopo le dichiarazioni di ieri – riassumibili in un “siamo pronti a far causa se il Comune cambierà le carte in tavola” – e dice in una nota diffusa alle agenzie: “lo stadio non è per noi argomento di campagna elettorale ho usato anche un gioco di parole - probabilmente infelice – per dire che l'iter autorizzativo politico è  esaurito, come lo sarebbe il candidato che volesse riaprirlo perché correrebbe il rischio di esporre il Comune ad azioni risarcitorie”. Aggiungendo di aver voluto “spiegare le conseguenze tecniche e giuridiche di un eventuale annullamento del progetto.”. Punto primo. Secondo: “non abbiamo ritenuto di dover incontrare i candidati, ma saremo felici di spiegare il progetto a chiunque verrà eletto, certi che abbraccerà un'iniziativa così qualificata e importante per l'intera città. Non sono mai entrato nel dibattito politico e mi dispiace se le mie parole vengono strumentalizzate a pochi giorni dal voto”. E, infine: “è legittimo e normale che in questa fase i candidati possano non conoscere a fondo un progetto così complesso, ma sono sicuro che una volta saliti in Campidoglio faranno di tutto per impegnarsi, anche con il nostro contributo, al rilancio della città”. 

Dopo una mattinata di annunci, nel primo pomeriggio la candidata Sindaco dei 5Stelle, Virginia Raggi, ha fatto sentire la sua voce attraverso un video postato su facebook: “Ho visto qualche cartello circolare sui social in base al quale io sarei contro lo stadio della Roma. Qui il dibattito non è tra Roma e la Roma. Qui il dibattito è tra la città di Roma e una società americana che legittimamente vuole investire all'interno della nostra città. Quindi quello che noi diciamo e diremo a chiunque è che gli investimenti vanno fatti purché si rispetti la norma. In particolare, sullo stadio ho sempre detto che per me tanto la Roma quanto la Lazio hanno diritto ad avere uno stadio. Tuttavia questo stadio deve rispettare la legge e le norme del piano regolatore generale perché questi due criteri non si possono accendere e spegnere ad uso e consumo di chi governa. Per noi questi sono due principi fondamentali che vanno rispettati in ogni caso, anche in questo caso". 
Che è un po’ un dire e non dire dato che appare difficile credere che, fino a oggi, su tutto l’iter si siano violate le leggi. 


In mezzo, anche una dichiarazione, resa a Radio Radio, dall’assessore all’Urbanistica della Regione, Michele Civita, che ha parlato di un nuovo passaggio in Consiglio Comunale per l’approvazione della variante urbanistica

In realtà, la delibera del 2014 esprime il pubblico interesse e lo condiziona a una serie di opere pubbliche, autorizzando il rappresentante di Roma Capitale a dire “sì” in Conferenza a un progetto che preveda una variante urbanistica fino a un massimo di 354 mila mq di edificato. Secondo passaggio: si dovrà sottoscrivere la convenzione urbanistica come approvata dall'Assemblea Capitolina. A quel punto, conclusa la Conferenza, la Regione approverà il progetto con delibera di Giunta regionale che ha valore di variante. Se il prossimo Sindaco vorrà interrompere il percorso deve andare subito in Assemblea Capitolina e ritirare l'autorizzazione al suo rappresentante a dire “sì” alla variante e ritirare il pubblico interesse, motivando questo cambiamento in modo tecnicamente e giuridicamente inattaccabile
E la Roma chiederà comunque i danni. 
Se invece lo stop avvenisse perché in Assemblea non venisse approvato lo schema di convenzione e la variante, la Roma potrà chiedere i danni e anche un pezzo di Campidoglio.

mercoledì 15 giugno 2016

ECCO LO STADIO DELLA ROMA 11/ BARCHE E ELIPORTO

L'eliporto nel verde

Vicino il Roma Village, dentro il Parco Fluviale, il progetto prevede una superficie pianeggiante e priva di ostacoli per un raggio di 50 metri, da adibire ad eliporto occasionale. La scelta delle pavimentazioni delle aree verdi è di grande importanza per evitare l’impermeabilizzazione del suolo. Tutti i percorsi pedonali lungo la fascia fluviale sono realizzati in ghiaia grossa con cordoli di contenimento in legno. Dallo ponte ciclopedonale che dalla stazione Magliana attraversa il Tevere, il lungo percorso principale che attraversa tutto il parco fino ad arrivare al ponte di collegamento con la stazione Tor di Valle è realizzato interamente in calcestruzzo drenante colorato, che permette alle acque superficiali di penetrare subito attraverso gli strati superiori disperdendosi nel terreno. All’interno del parco sono previsti elementi di arredo urbano: panchine realizzate con strutture in acciaio fissate a terra e listelli in legno accostati; cestini rivestiti in legno; fontanella a colonna in ghisa e rastrelliere per le bici studiate per consentire di legare comodamente il mezzo e assicurare contemporaneamente ruota e telaio per maggiore efficacia antifurto. Non è previsto un sistema di irrigazione automatica poiché le specie scelte sono in grado di svilupparsi anche senza si esso. 

Alla partita in barca

Fra le curiosità del progetto vi sono anche due pontili per l’attracco delle barche sul Tevere. In un primo tempo questi attracchi verranno impiegati come via di trasporto di parte dei materiali da costruzione. Tale soluzione va a favore della sostenibilità economico-ambientale dell’iniziativa e consentirà, sotto il profilo trasportistico, di alleggerire il traffico previsto sulla viabilità ordinaria e, sotto il profilo economico, di ridurre i costi, potendo limitare il numero di trasporti eccezionali su gomma a fronte delle maggiori capacità di carico offerte da chiatte, barge o pontoni”. Ovviamente, terminate le operazioni di costruzione, i pontili rimarranno a disposizione per un servizio di trasporto fluviale, “integrate e coordinate con i progetti pubblici e privati di navigazione fluviale, già elaborati ed in corso di elaborazione, di tutto il tratto urbano del Fiume dal nuovo approdo a Settebagni fino alla foce a Fiumicino”. I due approdi, in tutto simili tra loro, sono dotati di pontile galleggiante per l’ormeggio, passerelle, una piazzola per i mezzi di soccorso, di sistemazioni a verde con modellazione del terreno. Entrambi i pontili sono stati progettati tenendo conto delle variazioni medie annue dei livelli del Tevere.


ECCO LO STADIO DELLA ROMA10/ PARCO E TORRI

Insieme allo stadio vero e proprio, le tre torri di Libeskind sono l’altro elemento di grande impatto visivo del progetto dello Stadio di Tor di Valle. Le torri, parte principale del Business Park, sono progettate da Daniel Libeskind” e si presentano “ravvicinate per offrire uno skyline compatto ed unitario”, divenendo “un simbolo urbano unitario e riconoscibile, distintivo del nuovo intervento complessivo di Tor di Valle”.


Queste torri appaiono, nel disegno di Libeskind, come “ritagliate da un unico blocco”: le masse costruite si incastrano idealmente l’una con l’altra e sono disposte fra loro come i vertici di un triangolo equilatero. Ciascuna torre è inoltre “incastonata” in un volume basso denominato “Podium”, concepito come una sorta di piedistallo di ogni edificio. I Podium ospitano su tre livelli, spazi commerciali, servizi e pertinenze. Caratteristica unica delle torri è la presenza dei “giardini verticali”, vere e proprie aree verdi inserite nel volume degli edifici e strettamente collegate agli spazi uffici. La Torre 1, la mediana, conta 40 piani e 199,2 metri di altezza; la “Torre 2”, la più piccola, è di 35 piani e 166,7 metri e la “Torre 3” avrà 49 piani e sarà alta 231 metri.



L’intero “Business Park” è composto da edifici ad uso terziario e servizi che inseriscono in un ambiente completamente pedonalizzato articolato attorno alla Piazza Centrale con sistemi di fontane, spazi a verde con piante ad alto fusto e zone ombreggiate per la sosta delle persone.
Dalla Piazza Centrale parte un sistema di pedonale fatto da viali principali, passeggiata (Promenade) e ampie corti a verde, delimitate da 6 edifici più bassi. La corte “1”, a firma di Cordeschi, composta da edifici di 6 piani incluso, la corte “2”, a firma di Tamburrini, composto da due blocchi di 8 e 6 piani rispettivamente, e le corti “3”, “4”, “5” e “6”, tutte a firma di Bichara, e ciascuna formata da un edificio di 8 piani. All’interno del Business Park vi sono, inoltre gli edifici ad uso Multitenant, a firma di Piuarch, di 6 piani e l’edificio a destinazione commerciale, a firma di Altieri, di 2 piani. Infine, sul lato ovest, si trova l’Hotel, a firma di D’Incà, composto da 6 piani fuori terra.

L’altro grande elemento del progetto è quello ambientale. La creazione di un parco fluviale di 34 ettari di estensione – che ne farebbe il quinto parco di Roma per dimensioni dopo Villa Doria Pamhilj, Villa Ada, Villa Borghese e Villa Gordiani – collocato fra il depuratore Acea, il Tevere e lo Stadio, è uno degli elementi sul quale si basa il “pubblico interesse” concesso dal Campidoglio al progetto e rientra fra le opere da realizzare come “contributo del costo di costruzione” (una sorta di “tassa” che il privato paga al Comune sotto forma di opera pubblica anziché in denaro contante). L’investimento previsto è di 10 milioni e 666mila euro e cantieri aperti – se il cronoprogramma stabilito nelle carte sarà poi effettivamente rispettato nei fatti – dal 1 luglio 2017 al 24 ottobre 2018 con chiusura, quindi, delle opere un anno prima dell’apertura al pubblico dello Stadio.

Le aree che comporranno il parco fluviale sono “terreni storicamente destinati all’uso agricolo” e il progetto prevede “la realizzazione di una rete di percorsi pedonali” consentendo “di aumentare notevolmente la permeabilità delle aree” alle acque piovane. All’interno del parco fluviale è previsto un “percorso principale” che attraversa l’intera area da nord a sud, mentre dal Roma Village due percorsi raggiungeranno “la passeggiata lungotevere nei pressi dell’argine”. Fra i 62 ettari totali delle diverse aree verdi - parco fluviale, parco urbano, zone di parcheggio e piazze - verranno piantati 9mila nuovi alberi singoli o raggruppati in boschetti e filari: varie specie di salici, olmi, roveri, ontani, pioppi bianchi e pioppi neri, ciliegi selvatici, sorbi, aceri, gelso.

Sul 20% delle aree verdi verranno messi a dimora alberi già pienamente sviluppati, mentre sul restante 80% saranno piantumate “alberature forestali” che si svilupperanno nel tempo integrandosi nell’ambiente. I boschetti saranno di due tipi differenti: quelli composti solo di arbusti, localizzati presso il Tevere, e quelli cosiddetti “golenali”, vicini la ciclabile, con salici. Ai piedi delle alberature, verrà realizzata una “fascia di prato fiorito” di 6 metri di larghezza bordata con piccoli arbusti come rosa canina, ligustro e biancospino.

STADIO; LA ROMA PRONTA A FAR CAUSA ALLA RAGGI




Noi siamo certi che, una volta conosciuto appieno il valore del progetto Stadio, chiunque sia il nuovo Sindaco non potrà che farlo proprio”. Parola di Mauro Baldissoni, direttore generale della Roma che, ieri mattina, ha incontrato alcuni giornalisti per spiegare il progetto del nuovo Stadio a Tor di Valle che il Tempo oggi termina di analizzare nelle sue parti principali. Un clima sereno, quasi da riunione fra vecchi amici. Poi la stoccata, detta in
modo pacato ma tutt’altro che da prendere sotto gamba: “Come proponenti ci siamo adeguati a tutto ciò che l’Amministrazione comunale ci ha chiesto in termini di opere pubbliche, investimenti e cubature. Qualora venissero cambiate le carte in tavola, a questo punto dell'iter che è solo amministrativo e non più politico, siamo pronti a far causa e a chiedere un cospicuo risarcimento: si tratta di un lavoro che è partito quando Alemanno era ancora Sindaco, poi proseguito con Marino e per il quale, ad oggi, abbiamo già speso circa 60 milioni di euro. Sono certo – ha subito aggiunto Baldissoni in un tono rassicurante contraddetto, però, dal brillìo negli occhi – che non ci saranno questi rischi e che prevarrà il buon senso e l’interesse della città ad essere dotata di opere attese da molto tempo”. Un risarcimento che fra soldi già spesi, danno d'immagine, mancati guadagni, anni di lavoro persi potrebbe avere molti, moltissimi zeri. Talmente tanti da potersi sintetizzare nel concetto di "bancarotta" del Comune di Roma

Del resto, il tema Stadio è (ri)entrato di prepotenza nella campagna elettorale e, dalla Roma, non hanno gradito – ed è un eufemismo – non tanto la contrarietà in sé al progetto espressa dalla candidata Sindaco dei 5Stelle, Virginia Raggi, quanto i presupposti di questa contrarietà basati “su una non conoscenza del progetto” e delle norme che sono alla base di tutto l'iter. Dall’altro lato, invece, Roberto Giachetti ha più volte espresso il suo favore all’opera, e, ieri, sul suo profilo facebook, lo ha ribadito parlando di “calcio sicuro e opere pubbliche realizzate con soldi privati”.
L'incontro di ieri, durato circa tre ore, doveva servire alla Roma per presentare ai giornalisti il progetto ripercorrendone le varie fasi a partire dalla procedura di selezione delle aree (maggio 2012) con cui venne scelta, alla fine, quella di Tor di Valle fra le oltre 100 esaminate, ed illustrandone i diversi aspetti, soprattutto per la mole di investimenti, in special modo sulle opere pubbliche e su quelle ambientali.

Tecnicamente, l'approvazione del progetto Stadio è un procedimento urbanistico "complesso" che prevede due passaggi prima di essere giuridicamente concluso. Conclusione che avviene con il "via libera" della Conferenza di servizi decisoria in Regione
Fino a che l'iter approvativo è ancora aperto, il Campidoglio ha sempre la possibilità di modificare, o addirittura ritirare il "pubblico interesse" concesso il 22 dicembre 2014 con la votazione, a maggioranza, della delibera in Consiglio comunale. Ma, per farlo, poiché per Statuto l'urbanistica è materia di Consiglio Comunale, non basterebbe una delibera di Giunta ma occorrerebbe tornare in Aula Giulio Cesare e approvare un atto avente pari forza giuridica, vale a dire una nuova delibera di Consiglio comunale. In secondo luogo, l'impalcatura tecnico-giuridica per modificare o cassare il pubblico interesse deve essere assolutamente inattaccabile. E, anche in questo caso, però, il rischio di esporre il Campidoglio a una causa miliardaria di risarcimento danni sarebbe quasi certo. 


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Il progetto Stadio inizia a maggio 2014 per giungere al 30 maggio di quest’anno, con la consegna, in Comune, del progetto definitivo. 


A maggio 2014, in Campidoglio viene presentato lo “studio di fattibilità”, vale a dire l’idea progettuale di realizzare un impianto sportivo della Roma a Tor di Valle, al posto del vecchio ippodromo oramai abbandonato, sfruttando due commi della Legge finanziaria. 
Insieme alla Conferenza di Servizi preliminare iniziano anche le trattative “politiche” fra il Comune e la Roma. 
Alla fine, il 22 dicembre 2014, con l’approvazione della Delibera di Pubblico Interesse in Consiglio comunale, l’accordo è chiuso: il Comune “incassa” una diminuzione delle cubature e un aumento delle opere pubbliche rispetto a quanto inizialmente proposto. Poi inizia il gioco a rimpiattino per la consegna del progetto definitivo, necessario per avviare la seconda fase dell’iter, questa volta in Regione. In mezzo, la presentazione dello pseudo progetto definitivo a giugno 2015 - poi rigettato perché carente di documentazione - la caduta dell’Amministrazione Marino e l’arrivo del Commissario Straordinario, fino al primo turno delle elezioni comunali che consegna, al ballottaggio, Virginia Raggi, del Movimento 5 Stelle, e Roberto Giachetti, del Pd.

Il progetto definitivo, totalmente a carico del privato, che Il Tempo ha esaminato, prevede un investimento totale di 1 miliardo e 657 milioni di euro. Di questi, 445 milioni sono per opere pubbliche: un nuovo svincolo sulla Roma-Fiumicino a Parco de’ Medici con complanari dedicate e ponte sul Tevere, un asse viario di collegamento fra questo svincolo e la via del Mare/via Ostiense; il rifacimento di via Ostiense dal Raccordo allo Stadio con la sua unificazione e dallo Stadio al Raccordo con la messa in sicurezza. E, ancora: un ponte pedonale dalla stazione Fs di Magliana allo Stadio, la nuova stazione di Tor di Valle della Roma-Lido, il prolungamento della metro B da Eur Magliana a Tor di Valle; la messa in sicurezza idraulica dei fossi di Vallerano e dell’Acqua Acetosa fino alla Colombo; la sistemazione di via Luigi Dasti alla Magliana e, infine, un grande parco nell’ansa del Tevere. Il restante miliardo e 211 milioni di euro servirà per costruire le parti private dell’intero complesso: lo Stadio con il Roma Village e la Nuova Trigoria; il Convivium Shopping Center e le tre Torri di Libeskind.

domenica 12 giugno 2016

ECCO LO STADIO DELLA ROMA/9 - LE OPERE PUBBLICHE

La nuova via Ostiense
Il progetto vedrà, finalmente, la riunificazione delle attuali via Ostiense e via del Mare - oggi divise in due strade separate da uno spartitraffico, ciascuna con una corsia per senso di marcia - in un’unica strada, dall’altezza dello Stadio al Grande Raccordo Anulare. Il progetto prevede, nel tratto vicino lo Stadio, la creazione di tre rotatorie per permettere un collegamento fluido con tutto il complesso dello Stadio (Business Park, uno dei parcheggi multipiano e Nuova Trigoria). Dallo Stadio al Raccordo, la strada sarà con un numero di corsie da 2 a 5 per senso di marcia, larghe ciascuna 3,5 metri; uno spartitraffico largo 1,8 metri, una banchina interna da mezzo metro e le banchine laterali da 1 metro. Dallo Stadio, invece, fino all’incrocio con viale Marconi, la nuova via Ostiense sarà realizzata con due corsie per senso di marcia, con quella esterna larga 3 metri e mezzo e quella interna 3 metri e 25 cm, con banchine laterali da 1 metro, banchina interna da mezzo metro e spartitraffico da 1 metro e 80 cm. Inoltre viene realizzata una complanare in direzione centro per il collegamento da e per il Torrino: una corsia per senso di marcia da 3 metri e 75, marciapiede da 1 metro e mezzo, banchina interna da mezzo metro ed esterna da 1,25 metri, più uno spartitraffico largo sempre 1 metro e 80 cm.   



Il nuovo svincolo a Parco de’ Medici
Dopo la consegna del primo progetto a giugno 2015 (quello bocciato per carenza documentale) i progettisti hanno proseguito i confronti con l’Anas per disegnare al meglio il nuovo svincolo della Roma-Fiumicino a Parco de’ Medici. Per evitare problemi di sovrapposizione di flussi di traffico fra chi va allo Stadio e chi percorre l’autostrada, viene prevista la creazione di apposite complanari di entrata e di uscita dall’area dello Stadio. Per chi viene da Fiumicino e dal Raccordo la complanare (due corsie) di ingresso allo Stadio inizierà subito dopo l’area di servizio Magliana. Le complanari per entrare allo Stadio da direzione GRA e da direzione Roma confluiranno, dopo una rampa, direttamente sul nuovo ponte sul Tevere. Superato il fiume, inizierà un tratto di strada, chiamato nel progetto “asse trasversale”, lungo circa 1,3 km, di totale nuova realizzazione che, intervallato da un semaforo posto a metà per regolare l’afflusso da e verso i parcheggi dello Stadio, sfocerà poi in una rotatoria per connettersi con la nuova via Ostiense. Il Ponte sul Tevere sarà composto da due carreggiate separate da uno spartitraffico da 1,8 metri, a due corsie per senso di marcia (interna da 3,25 ed esterna da 3,5 metri) con banchine laterali da 2 metri che potranno essere trasformate in piste ciclabili e interna da 50 cm. L’”asse trasversale” avrà un numero di corsie variabile da 2 a 4 per senso di marcia, larghe ciascuna 3,5 metri, con il solito spartitraffico da 1,8 metri e le solite banchine laterali da 1 metro e interna da 50 cm. 


Sistemazione di via Luigi Dasti 
Dalla Magliana non è previsto un collegamento diretto tra Parco de Medici e il nuovo Stadio in corrispondenza del nuovo svincolo previsto sulla A91 Roma-Fiumicino. Il collegamento potrà avvenire attraverso la viabilità di quartiere esistente che conduce al Grande Raccordo Anulare e alla A91 in direzione Roma.
Esistono però delle criticità in corrispondenza del sottopasso di via Luigi Dasti, che comporta dei blocchi di traffico lungo la via Magliana in direzione Raccordo, dovuti principalmente alla larghezza delle strade che consentono la circolazione dei veicoli a senso unico alternato. Dopo aver esaminato le diverse soluzioni, la Roma propone di realizzare un sovrappasso ferroviario più prossimo al Raccordo, in corrispondenza di un rialzamento dell’altezza della sede stradale esistente rispetto alla sede ferroviaria. Anche perché la seconda soluzione, un sottopasso, potrebbe non essere sufficiente a risolvere il problema dell'eventuale allagamento del sottopasso a causa del fosso affluente del Tevere lì presente. L’intervento proposto nel progetto si compone di una deviazione definitiva dell’attuale sede di Via della Magliana, una rotatoria di collegamento con Via Dasti, una galleria artificiale di scavalco della Linea Ferroviaria e, infine, di un viadotto di discesa sino alla Rotatoria di collegamento con Via Moroselli. 


Ponte ciclopedonale da Magliana FS a Stadio
È il collegamento lungo 300 metri per pedoni e bici fra la stazione FS Magliana della linea per Fiumcino Aeroporto e lo Stadio. Il ponte scavalca il Tevere oltre l'argine della ciclabile esistente, poi l'autostrada Roma-Fiumicino ed infine la città dove scende in corrispondenza di Via della Magliana prima della linea della ferrovia. primo tratto di attraversamento del Tevere è quello più spettacolare: lungo 120 metri e largo 4, sarà composto da un elemento verticale inclinato che nasce da uno sperone di terra che si solleva sul fiume dove viene inizia il ponte vero e proprio. La passerella sarà realizzata in acciaio e dotata di parapetti di altezza 1.5 metri. Il percorso si collega alla ciclabile già esistente che segue l'argine del fiume attraverso un ascensore posto all’estremità del ponte, vicino il viale di accesso allo stadio.
La seconda parte della passerella è lunga 180 metri e larga 4; questa parte realizza l’attraversamento al di sopra dell'autostrada Roma-Fiumicino e di alcune aree urbanizzate. L’impalcato è uguale a quello della prima parte, sempre in acciaio, conferendo unità visiva al tutto. Dal lato stadio è prevista  una scala pedonale esterna e un ascensore per l’abbattimento delle barriere architettoniche ad uso anche dei ciclisti. Sul lato opposto, quello della stazione Magliana, altra scala e altro ascensore per l'abbattimento delle barriere architettoniche.


La nuova Stazione di Tor di Valle con il Ponte sull’Ostiense

Il livello principale del sistema stazione è posto a 4 metri e mezzo di altezza ed è costituito dalla stazione a ponte. Il ponte ciclo pedonale consente l'accesso al Buisness Park e alla stazione della Roma-Lido e della Metro B. Ovviamente, sono previsti i tornelli di accesso in corrispondenza della grande pensilina longitudinale che separa la parte di piazza pubblica dall'atrio della metropolitana. Questa piazza è l'elemento principale del sistema per lo smistamento dei flussi principali di provenienza dallo stadio. Il percorso pedonale è costituito da un sistema di scale fisse e scala mobile. Il ponte vero e proprio che scavalca prima i fasci dei binari e poi la nuova via Ostiense sarà largo 15 metri e collegherà direttamente gli spettatori al Buisness Park e al grande boulevard di collegamento con il nuovo stadio della Roma. I marciapiedi dei treni sono collegati con la piazza superiore attraverso sistemi di scale mobili, fisse ed una coppia di ascensori per ciascuna banchina. La banchina ovest (lato Ostiense) è destinata all'arrivo dei convogli da Roma e si affianca alla banchina della Roma-Lido. La banchina Est (lato Torrino) è dedicata alla partenza in direzione Roma. Tutte le banchine sono dotate di pensiline metalliche lunghe quanto i treni per la copertura dei passeggeri in attesa al di fuori della protezione offerta dalla piazza superiore. Previste anche uscite a livello strada con un assetto modificato dei marciapiedi. 


La metro B

Il progetto proposto prevede la realizzazione del prolungamento della Metro B dalla stazione Magliana, fino alla stazione Tor di Valle oggi a servizio della Roma-Lido di Ostia. Per rispettare l’obbligo di far arrivare il 50% dei tifosi con i mezzi pubblici, cioè assorbire un deflusso di 30mila passeggeri/ora, nel progetto si legge che questo si può ottenere solo sommando le “due linee (la nuova B e la Lido attuale), senza dimenticare il potenziale contributo derivante dalla linea” FS per Fiumicino Aeroporto. La diramazione della linea B a Tor di Valle è prevista con una soluzione di minima interferenza con la linea Roma‐Lido realizzando due binari paralleli alla Roma Lido di 3 km. La soluzione prevista utilizza alcune infrastrutture del deposito adiacente per circa la metà del percorso. Gli interventi principali necessari alla realizzazione dell’opera sono: realizzare due nuovi binari, paralleli alla Roma‐Lido, dalla stazione EUR‐Magliana fino alla stazione Tor di Valle; rifare la stazione di Tor di Valle per accogliere 4 nuovi binari con banchine, scale e ascensori. Realizzare di due piccoli sovrappassi e barriere antirumore. E, infine, creare il nuovo sistema di segnalamento, nuove sottostazioni, cavi e nuove funzioni nella sala di controllo.

ECCO LO STADIO/8 - IL RISCHIO IDROGEOLOGICO

Un capitolo a parte merita il problema del rischio idrogeologico che tanta parte ha avuto nel dibattito politico sul progetto Stadio di Tor di Valle. In base alle “Fasce fluviali e zone a rischio” definite nel nuovo Piano di Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino del Tevere, il tratto di alveo del Fiume “ricade nella Fascia fluviale “AA”, di massimo deflusso della piena con tempo di ritorno (il tempo statistico che si calcola perché si verifichi la stessa tipologia di evento, ndr) pari a 50 anni, mentre sono evidenziate in riva sinistra le “aree soggette ad allagabilità del reticolo secondario”, nel caso in esame al Fosso di Vallerano”.


In sostanza, dalle carte emerge che da un lato il Tevere è in grado di assorbire senza problemi eventi di piena anche a carattere eccezionale - e, del resto, nella piena del 2012 non si registrarono esondazioni nell’area di Tor di Valle - mentre “l’unica importante criticità è determinata dal nodo di confluenza Tevere-Vallerano in corrispondenza del quale i livelli del Tevere producono inondazione indiretta per rigurgito” del lato sinistra del fosso di Vallerano. Per predisporre il progetto di messa in sicurezza idraulica dell’intera area, indicato in conferenza di servizi preliminare come l’unica prescrizione emanata dall’Autorità di Bacino del Tevere e accolta dal Comune con la richiesta di un intervento da 5 milioni di euro, i progettisti hanno analizzato “sia le piene frequenti con tempi di ritorno inferiore ai 50 anni che gli eventi calamitosi a bassa frequenza di accadimento quali la piena con tempo di ritorno di 200 anni”. 
L‘intervento per la messa in sicurezza dell’area si estende per circa 5 km, dalla confluenza con il Tevere fino alla Colombo. Lungo il Vallerano, partendo dalla via Ostiense, è presente una fogna (collettore) e un antico ponte romano. La soluzione adottata, secondo i progettisti, consente di evitare il “rigurgito” delle acque del Vallerano anche in presenza di una piena eccezionale (di quelle che capitano, statisticamente, ogni 200 anni). In sostanza, viene effettuato uno scavo (che sarà coperto con una pista ciclabile) sul lato sinistro del ponte che consente di aumentare il deflusso delle acque. Nelle altre aree del Fosso verranno effettuati interventi di innalzamento degli argini. Altra parte dell’intervento riguarderà il Fosso di Acqua Acetosa, dalla confluenza nel Vallerano fino a monte della Colombo anche qui attraverso nuovi argini e, all’altezza del sottopasso di Via Carlo Levi, “sarà necessario impermeabilizzare il terreno del rilevato per evitare allagamenti del sottopasso stesso o sifonamenti". Mentre a monte della Cristoforo Colombo l’arginatura continuerà solo l’argine di destra parallelamente a Via Carlo Levi per altri 400 metri. Tutti questi interventi costeranno un investimento di quasi 16 milioni di euro, oltre tre volte la cifra prevista dal Comune di Roma.
Altro aspetto che ha fatto parlare molto a lungo i politici, è quello dello smaltimento delle acque piovane. Nel progetto, si prevede innanzitutto che le acque piovane che cadono su strade e parcheggi non siano scaricate nelle acque sotterranee e che, prima di essere “sversate” passino in apposite “vasche di raccolta” e siano poi trattate nel depuratore di Roma Sud. Quelle che cadono sulle aree verdi, invece, non presentano problemi. Per evitare l’impermeabilizzazione del suolo i parcheggi saranno drenanti e realizzati a “strati filtranti”. 

ECCO LO STADIO DELLA ROMA/7 - CHE CI GUADAGNA ROMA

Per una società sportiva, possedere uno stadio di proprietà è certamente un vantaggio in termini economici e, quindi, di capacità di investimento. Ma la città di Roma, esattamente, cosa guadagna dall’operazione Stadio?


C’è un pacchetto di opere pubbliche che il Comune ha richiesto in cambio della concessione del pubblico interesse: sono quegli interventi che “giustificano” l’assenso al progetto.
Si tratta di nove grandi opere, alcune delle quali attese da decenni. 
In primo luogo, la riunificazione della via del Mare e della via Ostiense e la loro messa in sicurezza. In seconda posizione, gli interventi sul Fosso di Vallerano e su quello dell’Acqua Acetosa. 


A seguire: un nuovo svincolo sull’autostrada A91, la Roma-Fiumicino, a Parco de’ Medici, con corsie dedicate, un ponte carrabile sul Tevere e un viadotto di collegamento proprio con la nuova via Ostiense (nel progetto chiamato “asse trasversale”). Infine: il progetto prevede la totale ristrutturazione della stazione Tor di Valle della Roma-Lido di Ostia con un nuovo ponte che scavalchi via Ostiense - considerato il punto principale di accesso e deflusso dallo Stadio - insieme al prolungamento della Metro B dall’attuale stazione di Magliana fino a Tor di Valle.
In ultimo, la costruzione di un ponte ciclopedonale sul Tevere che congiunga lo Stadio con la stazione “Magliana” delle ferrovie dello Stato, per intendersi sulla linea che va da Orte-Tiburtina fino a Fiumicino Aeroporto.
In totale, queste opere richiederanno investimenti per 266milioni 758mila euro e spicci e, da cronoprogramma, i cantieri inizieranno fra il 19 luglio e il 7 ottobre 2017 per concludersi tutti, ed avere l’intero pacchetto aperto e funzionante, fra il 30 maggio e il 28 agosto 2019.  


A questi interventi, ne va aggiunto uno che rientra nelle “opere da realizzare con contributo al costo di costruzione” (una sorta di “tassa” che si paga al Comune sotto forma di opere invece che di denaro contante), e cioè la sistemazione di via Luigi Dasti alla Magliana con i cantieri che inizieranno il 1 luglio 2017, termineranno il 24 agosto 2018 e oltre 7 milioni e 220mila euro di investimento.
Alla base delle scelte progettuali predisposte dalla Roma vi è la principale richiesta che il Comune fece durante le “trattative” dell’estate 2014: metà dei 60mila spettatori deve poter arrivare allo Stadio e andarsene utilizzando i mezzi pubblici. 

Partendo da questo, la Roma ha effettuato delle analisi sui flussi di traffico in entrata e in uscita dallo Stadio con diversi scenari presi in considerazione: l’ingresso per una partita serale (19.45-20.45), l’uscita dopo un match di posticipo (22.30-23.30), orario di punta in un giorno feriale (7.30-8.30), ingresso allo stadio in un giorno feriale per un posticipo (19.30-20.30). Ovviamente, queste analisi sono state condotte tenendo conto anche dei mezzi di trasporto privati impiegati (moto e scooter, auto e pullman privati) ed effettuando un approfondimento con l’attuale situazione dello Stadio Olimpico.
Oltre queste opere - che, va sottolineato, sono attese da decenni e che il Campidoglio, da solo, non avrebbe le risorse per eseguire - e a parte strade interne, fogne e illuminazione, vi sono altri interventi, che verranno realizzati e che caratterizzeranno l’intera area: innanzitutto il grande parco fluviale, da 40 ettari. A questo, va ancora aggiunta la creazione di due approdi lungo il Tevere per un (futuro) sistema di navigazione del Fiume.