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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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mercoledì 25 marzo 2015

STADIO; LA ROMA INSISTE SUL 2017

La Roma “si è impegnata a consegnare entro il 15 giugno l'intero progetto comprendente lo stadio, le infrastrutture necessarie e gli altri edifici”. Sintesi lapidaria con data inclusa del sindaco di Roma, Ignazio Marino, al termine dell’incontro con il capo del progetto Stadio di Tor di Valle, Mark Pannes. E Pannes: “Siamo in tabella di marcia per mettere la prima pietra entro la fine del 2015 e aprire lo stadio nel 2017”. 


Tutto bene, dunque? Non proprio. 
Già i conti secchi basati sulle parole di Marino e Pannes non tornano: 15 giugno, data ultima ipotizzata da Marino per consegnare i progetti, più i sei mesi della Regione e siamo a Natale prossimo. 


Né, visto il precedente del Comune che aveva 90 giorni e ha impiegato 6 mesi per approvare la delibera di pubblico interesse, è credibile pensare che la Regione non impieghi tutto il tempo concessole per esaminare un progetto di tale delicata complessità. E, in quest’ottica, il ribadire le date può apparire una nuova forma di pressione sulla Regione che, per ora, mantiene, a differenza di Marino, un basso profilo: prima le carte poi parliamo. 
In più, fra sondaggi geologici, valutazioni di impatto ambientale, esame preliminare da parte del Comune del progetto prima di darlo alla Regione e le ferie (agosto e Natale stesso) e il 2015 è bello che passato. E pure una parte buona del 2016. 


Convocato da Marino, affiancato dagli assessori all’Urbanistica, Caudo, e ai Lavori pubblici, Pucci, Pannes ha illustrato il cronoprogramma della Roma: il 15 giugno i progetti. Ma, la delegazione capitolina ha risposto ribadendo a lettere ancora più chiare, a scanso di equivoci, che, per proseguire nell’iter, devono essere portati i progetti definitivi e in dettaglio di Stadio e opere pubbliche (strade, ponti, metro) mentre per quelle private (business park) si possono presentare progetti meno in dettaglio. Se Marino, però, si aspettava che venissero fornite delle carte, un “progetto esecutivo quasi completato” per usare le sue parole, è rimasto a bocca asciutta.
Uscendo dall’incontro, infatti, Pannes ha detto di non aver consegnato carte al Sindaco ma di aver illustrato al Primo Cittadino i problemi che si stanno affrontando e per i quali la parola “complesso” è la più gettonata. “Stiamo per arrivare a definire il progetto definitivo - ha detto - che è molto complesso: da quando è partito il processo di approvazione abbiamo incontrato tutta una serie di aspetti ambientali, idrogeologici, l'impatto che può avere sull'area. Ci aspettavamo che la situazione fosse così: non è come costruire un palazzo. Ci vuole tempo per risolverli”. 


Al termine dell’incontro, poi, il Sindaco ha rilasciato un comunicato scritto, evitando di rispondere direttamente alle domande dei giornalisti: “abbiamo ricevuto informazioni e chiarimenti sullo stato di avanzamento del progetto definitivo dello stadio”. 



E giù con l’ennesima data, quella del 15 giugno, più un prudente “aspettiamo naturalmente gli sviluppi di questo lavoro complesso”. 

lunedì 23 marzo 2015

STADIO ASROMA: SEMPRE PIÙ LONTANO




Era il 26 marzo dello scorso anno e in Campidoglio andò in scena lo show della presentazione ufficiale del nuovo Stadio della Roma di Tor di Valle. C'erano tutti, da Marino a Falcao, da Pallotta a Totti a Bruno Conti. Brindisi e champagne e tante dichiarazioni ottimistiche, tanto che il Sindaco previde che per inizio 2015 sarebbero iniziati i lavori. Sindaco Marino che, ieri, dando il via alla Maratona di Roma, è tornato sulla vicenda e i toni, dopo le granitiche certezze espresse fino a qualche giorno fa, sono diventati decisamente più freddi.
Avvicinandosi sempre più la scadenza del parto da lui preconizzato (la primavera ormai iniziata), Marino appare più prudente: prima, in radio, con un artificio retorico aveva detto “il presidente Pallotta mi ha assicurato che per le prossime settimane il progetto sarà pronto”. Poi, ieri mattina: "ho parlato a lungo al telefono, con  Pallotta; oggi arriverà a Roma, Mark Pannes e, questa settimana, insieme agli altri assessori coinvolti, lo incontrerò. Arriverà appositamente dal Texas, perché io gli ho chiesto di poter vedere lo stato di avanzamento dei lavori. Sarà un lungo incontro tecnico in cui lui ci sottoporrà il progetto esecutivo quasi completato". E, in cauda venenum, "Dal canto nostro, abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo fare: il Comune ha esaminato il progetto, ha dato il voto sull'interesse pubblico, adesso serve il progetto esecutivo in modo che possa essere esaminato dalla regione Lazio". Fra le righe si legge chiaramente: io ci ho messo la faccia e voi? Quando portate il progetto?


Il problema vero, Marino non ce ne voglia, è proprio nel concetto di “progetto esecutivo quasi completato”. Se per i proponenti è un punto certamente positivo aver superato lo scoglio principale: il via libera della politica, ottenuto, sotto Natale scorso, con l’approvazione, da parte del Consiglio comunale, della delibera che sancisce il “pubblico interesse” a che lo Stadio e le sue pertinenze si realizzino, dall'altro ora parlano i tecnici. Ancora venerdì 20 marzo, alle 17 del pomeriggio, non era giunta al Municipio IX, competente per territorio, la comunicazione di avvio dei lavori per la realizzazione dei sondaggi idrogeologici necessari per dare alla progettazione definitiva un carattere reale e concreto. Senza quelle rilevazioni, i cui tempi ordinari oscillano fra i 2 e i 4 mesi, infatti, non è possibile conoscere il sottosuolo, né quanto in profondità occorrerà scavare per gettare le fondamenta. Insomma, non si può fare un progetto definitivo. 



I sondaggi geologici, quindi, uniti alla necessità di predisporre le Valutazioni di Impatto Ambientale (tempistica lunga, oscillante fra i 4 e gli 8 mesi di tempo), sembrano spostare, al di là di eccellenti rendering sul progetto e di ottimistiche dichiarazioni di intenti, molto lontano il tempo in cui la Regione Lazio - alla quale il Campidoglio dovrà “girare” i progetti definitivi una volta depositati ed esaminati dal Comune - dovrà dare il via al count down semestrale entro cui la Conferenza di Servizi decisoria dovrà pronunciarsi in modo definitivo sul progetto. 



Oltre questo, pesano altri elementi di incognita: il primo dei quali è dato dai diversi ricorsi che, in questi mesi, sono stati presentati contro la realizzazione dell’impianto: dal Movimento 5 Stelle a diverse associazioni. Tutti giacenti in Procura e che, quindi, costituiscono una “spada di Damocle” sull’intera opera. Non da ultimo, poi, va ricordato anche il procedimento fallimentare che vede coinvolta la società Sais di Papalia, venditrice del terreno di Tor di Valle alla Eurnova del Gruppo Parnasi. Prima del prossimo autunno, non si giungerà a una definizione del procedimento fallimentare e, se il Curatore Fallimentare, Maurizio Battista, si mostra tutto sommato ottimista sul fatto che il terreno, alla fine, resterà nelle disponibilità di Luca Parnasi, occorre attendere l’analisi completa della massa debitoria della Sais prima di poter porre fine anche a questa parte della vicenda, dato che non è da escludersi che i creditori di Papalia possano ricorrere in sede civile con degli esposti chiedendo la revoca dell’atto di compravendita che ha assicurato a Parnasi le aree. In sostanza, allo stato attuale, tutto può avvenire ma, miracoli a parte, i tempi per realizzare lo Stadio appaiono decisamente più lunghi di quanto Marino, Pallotta e Pannes hanno fino ad oggi pensato.