“Io ho dato la mia disponibilità a partecipare alle primarie. Che, pur essendo di coalizione, non prevedono la partecipazione dei 5Stelle con i quali, se fosse, non intendo avviare nessun mercato di posti in cambio di alleanze”.
È stato l’assessore all’Urbanistica della Giunta di Ignazio Marino, è il “papà” del progetto iniziale dello Stadio della Roma e, oggi, è il presidente del III Municipio strappato alle suppletive ai 5Stelle.
Giovanni Caudo, almeno uno a sinistra ha il coraggio di dire che intende candidarsi. Come continuatore dell’esperienza Marino?
“Quella è stata un’esperienza positiva. Punto. Con Marino continuo ad avere un rapporto di amicizia. Ma, nel caso, la mia è una candidatura diversa”.
I suoi avversari potrebbero agitare lo spettro dell’inchiesta che la vede indagato sulla vicenda delle Torri dell’Eur.
“Un’inchiesta vecchia già di un quinquennio. Ho incontrato più volte il pm (Erminio Amelio, ndr) per essere interrogato e credo di aver chiarito la mia posizione. Aspetto con serenità ma, intanto, io vado avanti”.
Un quinquennio l’inchiesta, un quinquennio la Raggi. Dalla visuale privilegiata di ex assessore e presidente di Municipio ha dovuto confrontarsi col Campidoglio.
“A parte il rispetto umano per Virginia Raggi, credo che questa consiliatura sia stata un’occasione persa per la città con tante aspettative andate deluse. Indecisioni su tutti i livelli, dirigenti politici spesso improvvisati e in alcuni casi non interessati alla città ma a un tweet. Il prossimo sindaco dovrà occuparsi dei 150 anni di Roma Capitale nel 2021 e del Giubileo del 2025: due appuntamenti la cui preparazione sarebbe spettata alla Raggi. E qui siamo ancora con l’Ama che non funziona e gli autobus che prendono fuoco”.
Lei sarebbe disposto ad allearsi con i grillini?
“Le primarie sono di coalizione e i 5Stelle non ne fanno parte. In un ipotetico ballottaggio, poi, ci si rivolge a tutti gli elettori anche a quelli che votano pentastellato ma, se toccasse a me d’intesa con la coalizione, non ci sarebbe alcun mercato di posti. La radicalità della mia candidatura è l’unica offerta che posso fare”.
Caudo, ha citato i rifiuti e Atac. Non sono i soli problemi, ma ha in mente qualcosa per questo?
“Sui rifiuti occorre “investire” su due temi, quello sociale, cioè la partecipazione consapevole dei cittadini allo sforzo di tenere pulita la città, e quello industriale. Devono andare di pari passo. Occorre pensare a qualcosa che unisca Ama, Acea e Eni, per utilizzare i rifiuti nel modo più produttivo, riducendone l’impatto negativo. Ridurre il problema agli zozzoni è una faciloneria: Ama non funziona e non per colpa degli operatori ma perché in questi cinque anni la capacità operativa è peggiorata”.
“Il salvataggio è solo burocratico ma il servizio invece è scadente, paghiamo milioni di chilometri che non vengono percorsi e alle fermate ormai ci sono gli assembramenti. Un conto è il bilancio, che va peraltro ben controllato, un conto è il servizio reso ai cittadini. Va ripensata l’architettura aziendale e la rete come fu fatto ai tempi di Tocci”.
Se a sinistra sembra regnare confusione, quale quadro vede a destra? C’è un candidato che teme di più?
“Io non credo ci sia da “temere” un candidato di destra. Anzi, auspico che a destra emerga una figura autorevole e competente. Perché la qualità del governo di una città dipende in modo diretto anche dalla qualità dell’opposizione. Spero poi che non si giochi una campagna elettorale sulla pelle degli ultimi e dei disperati”.
Caudo, la sicurezza però è un tema.
“Sì ma la sicurezza è una cosa, non rendersi conto che sgomberare un campo Rom o un accampamento di disperati senza nessuna alternativa significa solo crearne uno nuovo cento metri distante, spostando il problema senza risolverlo soltanto per avere uno slogan per un post o un manifesto”.
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