Abbiamo scherzato: la piscina della Garbatella non va più alla Lazio Nuoto, da decenni gestore dell’impianto, ma torna nella disponibiltà della Maximo. Lo ha deciso il Campidoglio. Nonostante una sentenza del Tar che aveva decretato l’illegittimità dell’assegnazione alla Maximo per carenza di requisiti.
La vicenda è di quelle un bel po’ ingarbugliate: il Comune, sulla base del Regolamento per gli impianti sportivi deciso dai 5Stelle, mette a bando la piscina della Garbatella da sempre gestita dalla polisportiva Lazio Nuoto. Fra i requisiti per vincere il più importante è quello dei soldi da pagare al Comune per la concessione. Fra quelli per partecipare c’è l’aver gestito una piscina per almeno tre anni ed aver incassato 900mila euro. Vince la Maximo e la Lazio Nuoto arriva seconda. Ricorso al Tar della Lazio Nuoto che viene accolto il 5 giugno: la Maximo non ha dimostrato di aver incassato 900mila euro nel triennio dalla sola piscina. Quindi il Campidoglio non avrebbe proprio dovuto farla partecipare. Il Tribunale ordina al Comune di “ri-esercitare il potere amministrativo emendato dai vizi di illegittimità”.
Il 31 luglio viene svolta una nuova seduta di Commissione aggiudicatrice e il Campidoglio riassegna alla Maximo l’impianto. Stando a quanto dichiarano i rappresentanti della Maximo in Commissione sono state portate migliaia di fatture che attestano un incasso di un milione e 100mila euro nel triennio provenienti dalla sola piscina, quindi 200mila euro in più del requisito richiesto.
Pochi giorni prima della seduta di commissione, però, la stessa Maximo ha presentato un “ricorso in ottemperanza” al Tar, ricorso al quale si è accodato anche il Comune, per chiedere la corretta interpretazione sul “ri-esercitare il potere amministrativo”. In sostanza: il procedimento va considerato concluso e quindi la Maximo esclusa? O invece è ancora aperto e la Maximo è ancora in gioco?
In attesa che il Tar chiarisca la propria sentenza, la Lazio Nuoto, rimasta assolutamente sorpresa da questa decisione del Campidoglio, affila le armi e prepara nuovi ricorsi ai giudici amministrativi.
Il rischio, proseguendo su questa strada di ricorsi e controricorsi, è quello di vedere la piscina della Garbatella spegnersi per l’incapacità del Comune di bandire le gare d’appalto e poi di saperle assegnare.
Nessun commento:
Posta un commento