Ennesima giornata di passione per gli utenti del trasporto pubblico: alle 5.30 della mattina la ferrovia Termini-Giardinetti, il “trenino giallo”, rimane ferma.
Su 48 macchinisti - farà sapere con serafica calma Atac a mezzogiorno - 5 erano di riposo, 6 in servizio e 37 hanno spedito una serie di giustificativi dell’assenza: chi, in 3, è andato a donare il sangue (guadagnando per legge il diritto a un giorno di riposo), chi, in 6, per assistere i figli malati; in 15 con l’assistenza a parenti disabili (legge 104) e 13 con certificato medico. Non ha girato neanche un treno fino alle 18.40 quando sono ripresi i collegamenti da Centocelle (alle 19.10 da Termini) ma con frequenze da terzo mondo, un treno ogni 20 minuti. Il potenziamento della linea bus 105 si è concretizzato in 8 vetture in totale nelle ore di punta e in 4 in quelle "di morbida". Un ennesimo inedito nella Roma a 5Stelle. Con l’abituale flemma, Atac "ha immediatamente attivato tutti i controlli previsti nei confronti del personale di macchina e, nello scusarsi con i passeggeri per il disservizio, assicura che farà tutto quanto è consentito dall'ordinamento per sanzionare eventuali comportamenti che dovessero risultare non coerenti con quanto previsto da leggi e regolamenti”. Intanto, però, insieme al trenino fermo, anche mezza rete tram va in tilt: 3, 8 e 14 subiscono sospensioni e bus navette.
Alla base di quello che pare essere a tutti gli effetti una protesta sindacale c’è un problema molto sentito dai lavoratori, quello della trasformazione della Termini-Giardinetti da ferrovia in tram. In sintesi, sul “trenino giallo” lavorano macchinisti come sulle metro, con abilitazioni specifiche e contratto ferrovieri. Per guidare un tram, altro contratto e diverse abilitazioni. Nei progetti del Campidoglio c’è l’acquisizione della linea (oggi di proprietà della Regione) con la sua trasformazione in linea tranviaria, nuovi capilinea a Termini/Giolitti e a Tor Vergata, nuove vetture tram con livrea gialla e 9 fermate nuove di zecca. Il che, però, per i conducenti del trenino giallo significa una dequalificazione e una perdita di soldi in busta paga visto che i posti da macchinista ci sono solo sulle metropolitane e sono tutti pieni.
Solito circo di polemiche: l’assessore ai Trasporti, Pietro Calabrese, coccola un po’ i macchinisti “non può essere soltanto una responsabilità dei lavoratori” e Salvini attacca la Raggi “fallimento del sindaco più incapace della storia della Capitale”.
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