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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 23 febbraio 2020

CORONAVIRUS; NESSUNA PREVENZIONE SPECIFICA PER LE STAZIONI FERROVIARIE


È una delle grandi incognite nella potenziale diffusione del Coronavurus: il trasporto ferroviario. Numeri enormi, ogni giorno oltre 2 milioni di passeggeri su più di 5800 treni e non sembrano, almeno per ora, esserci protocolli di prevenzione specifici. Su Roma il problema investe quanto meno le due stazioni principali, Termini e Tiburtina. Ferrovie dello Stato al momento non ha adottato misure specifiche. Vengono seguiti i protocolli e le disposizioni impartite da ministero della Salute e dalla Protezione civile. 
Niente controlli preventivi, niente protezioni particolari per il personale viaggiante che pure è forse uno degli elementi di maggiore esposizione al virus. Considerando, infatti, i tempi di incubazione, il personale a bordo dei convogli è proporzionalmente molto più esposto di altri, almeno da un punto di vista statistico, al rischio di contrarre e, sfortunatamente, anche di diffondere il virus per altro con una dispersione drammaticamente impossibile da prevenire. 
Da Ferrovie spiegano che l’attuale protocollo è già stato applicato giusto ieri. Il convoglio era un treno di Italo e non uno di Trenitalia ma il protocollo è lo stesso: in caso vi sia un sospetto a bordo di un treno, il convoglio verrebbe bloccato. In tempo reale verrebbero analizzati i dati del paziente per controllare spostamenti e possibili contatti con altri malati. In caso non vi siano problemi reali, il treno viene autorizzato a proseguire la corsa, magari dopo ore di attesa come avvenuto nei due casi di ieri a Lecce. 
Al contrario, dovessero essere confermati i sospetti di contagio, scatterebbero le procedure mediche d’emergenza
Roma Termini, stando ai dati di Grand Stazioni, registra ogni giorno una media di 480mila passeggeri per 850 treni. Tiburtina sta a 140mila passeggeri giornalieri su 500 treni. Se oltre le due principali della Capitale, si allarga il conto solo alle stazioni principali della rete italiana - Bari Centrale, Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella, Genova Brignole, Genova Porta Principe, Milano Centrale, Napoli Centrale, Palermo Centrale, Torino Porta Nuova, Venezia Mestre, Venezia Santa Lucia e Verona Porta Nuova - i numeri salgono in maniera vertiginosa: ben più di 5800 treni al giorno trasportano oltre due milioni di passeggeri che, quotidianamente, transitano per una delle stazioni principali della Penisola. Oltre tutto, la considerazione più preoccupante è che si tratta di luoghi di transito per definizione, quindi di posti dai quali il virus può spostarsi in modo particolarmente veloce e virtualmente non più rintracciabile: un passeggero che viaggia su uno dei treni ad alta velocità e che poi cambia su un regionale dove non ci sono posti assegnati potrebbe essere in grado di trasmettere il virus molto oltre la rete di controllo del Ministero. A maggior ragione esposto al rischio è proprio il personale viaggiante che ha l’ufficio che si muove, per parafrasare una recente pubblicità di Trenitalia.

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