Sei di mattina e arriva il primo bus Atac flambé dell’anno. Succede alla vettura numero 4268, in servizio sulla linea 16. Si tratta di un CityClass Cursor Iveco a metano, entrato in servizio nel 2006. Nell’incendio che ha totalmente carbonizzato il bus sono rimaste coinvolte anche altre 6 vetture private. Inquietante il primo annuncio di Atac che su twitter parla di “guasto a vettura” riferendosi solo al “servizio limitato” quasi che si trattasse di un normale disservizio. Uno scivolone, poi, corretto nel comunicato ufficiale diffuso in un secondo momento dall’Azienda in cui viene spiegato che “per ragioni da accertare, si è sviluppato un incendio su una vettura della linea 16 in arrivo al capolinea di via Costamagna. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. Nessun problema per le persone. Atac ha avviato un indagine interna”.


Tutto questo fa apparire come un pallido tampone l’arrivo annunciato dal Campidoglio per la metà di quest’anno dei 227 bus ordinati tramite piattaforma Consip direttamente dal Comune (non da Atac) ma la cui costruzione non è ancora neanche iniziata.
Non a caso, i report mensili che Atac diffonde sullo stato del servizio prestato alla città sono da mesi al di sotto del’80% rispetto a quanto stabilito nel contratto di servizio in vigore: in pratica, su 20 corse a stento se ne raggiungono 16 quando lo standard accettabile sarebbe, da contratto, di 19. Dato che, per inciso, corrisponde drammaticamente ai 300 guasti giornalieri segnalati sui bus, con solo una cinquantina di vetture di rimpiazzo. Insomma, oggi il servizio reso da Atac è drammatico. Se il Comune non interverrà rapidamente con l’acquisto di minimo 700 (meglio 850) nuove vetture di qui a 4 anni, il servizio rischia il collasso finale.
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