Beppe Grillo magari non ci pensava. Ma le sue due intemerate pro-Raggi (quella sui rifiuti e, soprattutto, quella sulle buche) hanno fatto prepotentemente riemergere le tensioni interne al Movimento, formalmente granitico in stile comunicati dell’Istituto Luce, di fatto spaccato in correnti peggio della vecchia Dc dei bei tempi e sintetizzate dal silenzio sempre più imbarazzato di Virginia Raggi da una parte e dalla staffilata di Roberta Lombardi, densa di significati, diretta proprio a Grillo, dall’altra.
Roberta Lombardi |
Alla Lombardi la sparata sulle buche proprio non è andata giù E, così, picchiando Grillo, la Capogruppo al Consiglio regionale, tenta di ottenere più risultati insieme: picchia la Raggi e cerca di scrollarsi di dosso l’immagine di perdente di (in)successo che le si è ritagliata addosso dopo essere giunta terza alla corsa per le Regionali. E dopo aver perso il suo feudo elettorale, il III Municipio, dove ha imposto la ricandidatura della sua ex portaborse, Roberta Capoccioni, eletta nel 2016 e giubilata dai suoi stessi compagni di partito a febbraio 2018.
Beppe Grillo e Virginia Raggi |
Il Garante del Movimento, un paio di giorni fa, alleggerendo Roma della sua presenza, se ne esce con un “non vedo neanche una buca, neanche una buca” di un minivideo pubblicato su facebook. Minivideo tagliatissimo anche perché girarne uno per più di 10 secondi senza trovare una buca è impresa impossibile a Roma. E, quindi, Grillo la frase incriminata ha dovuto dirla prendendo l’Autostrada Roma-L’Aquila che, com’è noto, non è di competenza del Comune ma di Anas. Ecco la Lombardi a Grillo: “Noi non possiamo dire non ci sono le buche, caro Beppe. Sarebbe da incoscienti, e noi non lo siamo. Dobbiamo dire la verità: a Roma c' è una situazione difficilissima”.
L'incidente dove ha perso la vita Elena Aubry |
Non ci sono, però, solo i morti, come Elena Aubry, scomparsa il 7 maggio scorso cadendo dalla moto per una buca. E non c’è solo la vecchia rivalità con la Raggi dietro questa stilettata della Lombardi a Grillo. Ci sono i giochi politici: spostare l’attenzione dagli insuccessi dei “lombardiani” a Roma e riaccreditare se stessa come dura e pura, quella che “Marra è un virus” e “Lanzalone è stato portato dai vertici M5S” e pazienza se anche qualcuno dei fedelissimi lombardiani in Consiglio comunale i - il capogruppo autosospeso in Campidoglio, Paolo Ferrara - nelle carte della Procura su Luca Parnasi c’è e in una posizione neanche troppo invidiabile, quella di indagato.
Sì, c’è anche la difesa d’ufficio della Raggi (“Capisco lo sforzo per sistemare quanto più possibile quel disastro”) ma la storiella dell’eredità, dopo 2 anni di governo e conclamata incapacità programmatoria non regge più.
Nessun commento:
Posta un commento