Per i grillini la Raggi ha un alto gradimento in città, fino al al 25%. E comunque l’eventuale modifica sul divieto di superare i duemandati può essere superata visto che i grillini già possono appoggiare candidati esterni. Tradotto: la Raggi potrebbe essere candidata con una lista civica, appoggiata dal Movimento.
L’approdo di Antonio Rosati, Pd, alla presidenza di Eur SpA non sembra, almeno per ora, certificare la parafatura dell’alleanza sul territorio fra Dem e pentastellati auspicata a più riprese dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti. La prima scelta del Ministro delle Finanze, Roberto Gualtieri, era l’ex presidente della Provincia (e ex presidente di molte altre cose), Enrico Gasbarra la cui candidatura, però, è stata bocciata con un veto intransigente dal sindaco di Roma, Virginia Raggi. Motivazione: per paradosso proprio l’eccezionale curriculum di Gasbarra i cui innumerevoli incarichi nel tempo lo pongono agli occhi dei grillini come l’esponente tipico della Prima Repubblica.
Se da Forza Italia, Maurizio Gasparri stigmatizza la nomina come uno “scellerato inciucio” da “manuale Cencelli”, tutti e due i partiti appaiono, almeno per ora, fermi sulle rispettive posizioni: per il Pd non può esserci un’alleanza fino a che c’è Virginia Raggi. Per i grillini, non c’è storia: la Raggi sarà la candidata al bis. La convergenza sembra poter arrivare grazie alla legge elettorale che, per il Sindaco di Roma, prevede il doppio turno. Lato M5S Campidoglio la questione è che con o senza la deroga o la modifica al vincolo dei due mandati è la Raggi che sarà candidata. E di un appoggio immediato dei Dem non se ne parla visti gli attacchi quotidiani e, secondo i grillini, immotivati all’Amministrazione capitolina. Lato Pd le posizioni oscillano da quelle altrettanto intransigenti come quelle di Marco Palumbo (“ma dopo i disastri che hanno combinato ma come possiamo appoggiarli e fare un’alleanza? Anche senza la Raggi non si può”) a quelli più morbide espresse dal capogruppo, Giulio Pelonzi: “Con la Raggi in campo no, non è possibile un’alleanza. Ma senza, se si trova una candidato civico in grado di essere di unione, se ne può discutere”. La quadra si potrebbe trovare al secondo turno: “al primo - spiega Pelonzi - si va da soli. Poi eventualmente si vedrà cosa fare al secondo”. Pensiero condiviso anche sulla sponda grillina: primo turno da soli, poi al secondo vediamo. In ogni modo, Rosati dovrebbe approdare all’Eur, benedetto dalla Raggi e con un accordo che passa sopra la testa di Zingaretti, deciso fra Goffredo Bettini (padre politico di Rosati) e Roberto Gualtieri, il dalemiano ministro delle Finanze.
Se da Forza Italia, Maurizio Gasparri stigmatizza la nomina come uno “scellerato inciucio” da “manuale Cencelli”, tutti e due i partiti appaiono, almeno per ora, fermi sulle rispettive posizioni: per il Pd non può esserci un’alleanza fino a che c’è Virginia Raggi. Per i grillini, non c’è storia: la Raggi sarà la candidata al bis. La convergenza sembra poter arrivare grazie alla legge elettorale che, per il Sindaco di Roma, prevede il doppio turno. Lato M5S Campidoglio la questione è che con o senza la deroga o la modifica al vincolo dei due mandati è la Raggi che sarà candidata. E di un appoggio immediato dei Dem non se ne parla visti gli attacchi quotidiani e, secondo i grillini, immotivati all’Amministrazione capitolina. Lato Pd le posizioni oscillano da quelle altrettanto intransigenti come quelle di Marco Palumbo (“ma dopo i disastri che hanno combinato ma come possiamo appoggiarli e fare un’alleanza? Anche senza la Raggi non si può”) a quelli più morbide espresse dal capogruppo, Giulio Pelonzi: “Con la Raggi in campo no, non è possibile un’alleanza. Ma senza, se si trova una candidato civico in grado di essere di unione, se ne può discutere”. La quadra si potrebbe trovare al secondo turno: “al primo - spiega Pelonzi - si va da soli. Poi eventualmente si vedrà cosa fare al secondo”. Pensiero condiviso anche sulla sponda grillina: primo turno da soli, poi al secondo vediamo. In ogni modo, Rosati dovrebbe approdare all’Eur, benedetto dalla Raggi e con un accordo che passa sopra la testa di Zingaretti, deciso fra Goffredo Bettini (padre politico di Rosati) e Roberto Gualtieri, il dalemiano ministro delle Finanze.
Nessun commento:
Posta un commento