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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 23 gennaio 2018

CAPANNELLE, SCATTA IL RICORSO AL TAR



Ennesimo capitolo dell’esperienza 5Stelle in Campidoglio che rischia di finire davanti a un giudice. Questa volta tocca a Capannelle, alla società, la Hippogroup, che da 72 anni gestisce lo storico ippodromo e che si è vista ingiungere dai grillini la restituzione delle chiavi a maggio 2018. Ieri, la Hippogroup ha reso noto di aver presentato “ricorso al Tar senza istanza cautelare” (si va direttamente a sentenza senza la sospensiva) contro la determinazione dirigenziale del Comune che chiude l’esperienza ultradecennale della Società nella gestione dello storico ippodromo romano, il più grande impianto sportivo di proprietà comunale.
In sintesi, la Hippogroup porta al Tar non solo le decisioni capitoline che la riguardano, ma fa finire sul banco degli imputati l’intera architettura del nuovo Regolamento sugli impianti sportivi comunali che i 5Stelle stanno finendo di scrivere e che a breve inizierà il suo iter approvativo. Per giunta, se il Comune perdesse questa causa, ci sarebbe il rischio concreto di pagare i danni alla Hippogroup. Nella nota diffusa ieri, infatti, si parla della necessità di “salvaguardare gli ingenti investimenti realizzati dalla Società sulla scorta del legittimo affidamento ingenerato dall’Amministrazione capitolina”. Non si indicano cifre ma si parla di una richiesta di risarcimento danni per ben 24 milioni di euro.
Il ricorso della Hippogroup, in più, rappresenta un enorme problema per il Campidoglio a trazione grillina: in tribunale ci finisce l’idea che impianti ed eventi sportivi comunali debbano indiscriminatamente essere messi a bando di gara (altro esempio è la Maratona di Roma su cui si gioca un’enorme partita politica che vede in prima linea, oltre il Comune, anche la Federazione di Atletica Leggera) senza tenere conto degli investimenti sostenuti dai privati nel corso del tempo basate sull’assenso dell’Amministrazione comunale.

Si legge ancora nella nota della Hippogroup: obiettivo del ricorso è “conseguire il ristoro dei danni patiti a causa dell’abnorme ritardo con cui Roma Capitale, pur essendosi dimostrata in molteplici occasioni non contraria al riconoscimento della proroga della concessione, in linea con la vigente normativa, ha alfine opposto il contestato diniego. La Società conferma di avere regolarmente assolto a tutte le obbligazioni derivanti dal rapporto in essere con l’Amministrazione proprietaria del bene e, più in generale, la assoluta correttezza del proprio operato quale concessionario dell’Impianto, ribadendo che, a tutela dell’onorabilità propria e dei propri azionisti, agirà nelle opportune sedi contro chiunque si renderà protagonista di affermazioni mendaci e lesive dell’immagine della Società in merito a questa amara vicenda che mina il futuro di centinaia di famiglie”.

La nota Hippogroup segue di pochi giorni il sopralluogo della Commissione Sport, presieduta dal grillino Angelo Diario primo firmatario della mozione votata in Consiglio a inizio mese sulle gare per gli eventi sportivi e coautore, insieme all’assessore allo Sport, Daniele Frongia, del nuovo Regolamento in preparazione. In occasione del sopralluogo, Diario aveva cercato di fare il pompiere “nessun rischio Flaminio per Capannelle”. In realtà, a maggio Hippogroup dovrà restituire le chiavi e ci vorranno mesi prima che il Regolamento sia approvato, si facciano le gare europee e si consegnerà l’impianto al nuovo concessionario. Il rischio Flaminio e distruzione dell’impianto è più che reale. E, in aggiunta, pure con il possibile risarcimento danni da pagare. Dopo l’urbanistica, la cura grillina colpisce anche lo sport.

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