C’è un curioso, piccolo “giallo” nel penultimo video del sindaco di Roma, Virginia Raggi, sugli “zozzoni” che sporcano le strade cittadine: la data. Parliamo del video, postato dalla Raggi su facebook, sabato 4 maggio con il titolo “Romani Onesti VS ZOZZONE”. A parte il profluvio di maiuscole del titolo, nel post del Sindaco si vede una persona - il viso è oscurato - con una maglietta rossa che, in pieno giorno, abbandona un materasso matrimoniale a fianco ai secchioni di via di Torpignattara. La persona che riprende la scena apostrofa lo zozzone che, capita la mala parata, riprende il materasso e se lo porta di nuovo a casa.
Dopo aver brevemente spiegato quanto ripreso nel video, scrive nel post la Raggi: “Ricevuta la segnalazione, gli agenti del Pics supporto ambiente, un nucleo della polizia locale che ho voluto creare per combattere questi zozzoni, si sono appostati sotto casa dell’incivile. Per diversi giorni, non è tornato a casa. Dopo vari appostamenti e ricerche lo zozzone è stato trovato e multato con una sanzione di 600 euro abbandono di rifiuti ingombranti”.
E qui arriva il problema. Il video non è di ieri. Non è neanche della scorsa settimana o del mese scorso. Il video è stato girato il lontano 24 settembre 2018. Vale a dire ben 7 mesi e 12 giorni prima del post del Sindaco. E non è neanche un inedito: perché lo stesso video è stato già nei giorni in cui venne girato postato e rilanciato da blog e pagine facebook, come Viavai e Diarioromano.
Insomma, se prendiamo per buone le affermazioni della Raggi, questa dei Vigili Urbani deve essere stata un’indagine complessa. Eppure, come si vede anche nella versione con i visi criptati pubblicata dal Sindaco, lo “zozzone” abita in via di Torpignattara al numero civico 15. Quello che, invece, si vede nel video originale, dove il viso dello zozzone non è offuscato, è che si tratta di una persona dai tratti orientali. Insomma, dopo lo scivolone sulla foto scelta dal Sindaco per celebrare la bellezza della Città Eterna senza riconoscere i crediti all’autore, un noto fotografo di Hong Kong, qui la questione principale è legata alla durata di questa indagine: sette mesi e 12 giorni per riuscire a beccare il responsabile, un orientale che abita al 15 di via di Torpignattara. Non esattamente un compito improbo riuscire a rintracciarlo sapendo dove abita e che faccia abbia.
Ora, a parte la sorpresa sulla lunghezza di questa indagine - che, se realmente è durata oltre 7 mesi, non rappresenta certo un esempio di efficienza per la Polizia municipale - rimane la curiosità sulla effettiva validità di una multa elevata a distanza di svariati mesi da un reato tentato e non effettivamente commesso, per altro un reato non rilevato da un’autorità ma da un privato cittadino. Una multa che appare davvero molto elettorale.
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