Professore, nella documentazione integrativa che il Campidoglio le ha spedito a gennaio, sono contenute enormi imprecisioni, errori grossolani, previsioni di interventi senza certezza di realizzarli, né sui tempi.
“Il fil rouge del quesito è la differenza fra teoria e pratica, ovvero attuazione di ciò che viene promesso. Io parto da un presupposto di fiducia nei confronti degli interlocutori che abbiamo. Sarò poi il futuro a parlare. Che poi, per passare dalla teoria alla pratica ci vogliano investimenti, volontà e attuazione fino in fondo di ciò che si promette, è evidente: bisogna “starci dietro”".
Bruno Dalla Chiara è l’autore dell’analisi che il Politecnico di Torino ha compiuto nelle scorse settimane sui trasporti pubblici e privati del progetto Stadio della Roma. Un’analisi richiesta dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, per tranquillizzare la frangia dei suoi consiglieri comunali allarmati dopo la diffusione delle intercettazioni dell’inchiesta Rinascimento in merito alle criticità sulla mobilità legate al taglio delle opere pubbliche.
Nella sua relazione lei scrive che la “messa in esercizio” dello Stadio deve essere “subordinata al completamento di una serie di interventi” per il trasporto pubblico. Nessuno di questi interventi, però, essendo parte del progetto, verrà realizzato dai proponenti. Questo rende giuridicamente non sostenibile questo suo punto di vista.
“Non mi occupo di aspetti giuridici. A noi è stata richiesta una relazione tecnica e io considero quegli interventi come prerequisiti necessari ad assicurare un buon funzionamento dello stadio”.
I soli due interventi che insistono sul quadrante di Tor di Valle sono quelli finanziati dal Governo, tramite la Regione Lazio, per la Roma-Lido di Ostia e quelli di RFI per la ferrovia per Fiumicino Aeroporto. I rapporti fra Comune e Regione sono tutt’altro che idilliaci.
“Noi indichiamo degli obiettivi che sono stati accolti dal Comune. Che vi siano discordie fra Enti nello svolgere i loro compiti è un tema che non investe la nostra relazione tecnica. I due interventi importanti sono le stazioni (Tor di Valle sulla Roma-Lido e Magliana FS sulla linea per l’aeroporto, ndr) e il loro collegamento con lo Stadio. Sono interventi finanziati e non sono nel libro dei sogni: si tratta di aggiungere dei binari tronchi (3 a Tor di Valle e 2 a Magliana Fs, ndr), sono fattibili tecnicamente. Non mi pare che sono cose da libro dei sogni: se si vogliono, si possono fare. A questo punto subentra l’interesse: nel momento in cui si dà un’offerta di trasporto competitiva, sarà interesse dell’esercente delle linee portare questi passeggeri. È chiaro che ci vuole la buona volontà e la perseveranza per tenere lontane le auto almeno fino a un certo punto”.
In assenza di eventi clamorosi e imprevisti, di qui a tre anni lo Stadio sarà aperto e funzionante mentre, considerando i precedenti, appare poco realistico che le opere da Lei previste lo siano.
“C’è una frase nella relazione: “eventuali deroghe dovranno essere singolarmente valutate da esperti della materia, indipendentemente dagli scriventi”. Tenga presenta una cosa: se anche lo Stadio non si facesse, questa ricerca dell’offerta plurimodale di mobilità dovrebbe essere comunque perseguita”.
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