In Campidoglio, i bene informati
indicano nella seconda metà del mese di luglio, fra il 15 e il 20, la data in
cui il Comune “girerà” alla Regione Lazio il progetto dello Stadio della Roma
di Tor di Valle.
Lo scorso 15 giugno, il “big day”
come lo ribattezzò Mark Pannes, la Roma ha presentato il “progetto definitivo”
dello Stadio in Campidoglio. Un mese, quindi, più o meno come previsto, è il
tempo che il gruppo di lavoro interassessorile si è preso per effettuare
l’analisi preliminare delle carte progettuali.
E, finalmente, a breve, il “dossier”
stadio approda in Regione e per l’esattezza negli uffici dell’assessorato
all’Urbanistica guidato dal piddino Michele Civita.
Su richiesta dei
proponenti, la Regione convocherà la Conferenza di Servizi decisoria che avrà
sei mesi di tempo dalla data di convocazione per esaminare il progetto,
richiedere eventuali integrazioni documentali o modifiche progettuali, redigere
il testo della Convenzione urbanistica (una specie di contratto di servizio)
fra Roma e Comune, e, quindi, dare il via libera al tutto, incluso il
procedimento di Valutazione di Impatto ambientale (Via).
Sei mesi su carta,
ovviamente.
Anche perché, come Il Tempo ha documentato, mancano ancora alcuni
elementi fondamentali perché il progetto possa essere considerato definitivo.
Fra i corridoi regionali, quindi, si mormora di tre possibilità diverse: la
Regione lo respinge al Comune chiedendo che venga ripresentato solo quando
davvero definitivo. Oppure che si inizino i lavori della Conferenza e, mano a
mano, si aggiungano i “file” ancora mancanti. Terza e più probabile ipotesi: la
Conferenza si riunisce e, valutata la mancanza di alcuni documenti, “ferma il
cronometro” dei sei mesi e lo riattiva non appena le carte saranno complete a
termini di legge.
Anche perché la Valutazione di Impatto ambientale - un cui
primo stralcio ufficioso è già stato portato davanti gli uffici regionali - si
può fare solo a progetto definitivo completo.
Terminata questa seconda e ultima
parte dell’iter amministrativo (che potrebbe richiedere quindi un po’ più dei
sei mesi previsti), i progetti dovranno essere validati da un’apposita società
che certifica la perfezione della documentazione per la gara europea
(mediamente un mese) e, quindi, per le opere pubbliche (metro, ponti, stazioni,
strade), verranno indette le gare europee (sei mesi circa per le procedure)
assegnate le quali ai vincitori, si potrà iniziare finalmente a costruire.
Nel
progetto presentato in Campidoglio, si rimane ancorati all’idea che la “data
madre” del cantiere, l’inizio dei lavori, sia fissato per la fine di
quest’anno.
In realtà, quindi, per la partenza vera dei cantieri, per quanto
molte procedure possano essere velocizzate il più possibile, alcuni tempi
tecnici e procedurali non comprimibili più di tanto fanno ragionevolmente
prevedere, al netto di possibili modifiche sostanziali del progetto in sede di
Conferenza decisoria o di ricorsi, la data utile nella seconda parte del 2016.
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