Al di là della data in cui effettivamente partiranno i lavori,
nella Capitale del Paese delle incompiute e delle opere a rilento come la
Salerno-Reggio Calabria e la metro C che doveva essere quella del Giubileo del
2000, l’avvio dei cantieri sarà comunque un successo su scala certamente
nazionale.
Ma, dopo la famosa prima pietra,
come funzionerà il cantiere?
Nella mappa, la esatta localizzazione delle varie parti del progetto stadio |
La risposta al quesito è di grande
importanza perché si tratta della costruzione di quasi un milione di metri cubi
in un quadrante in cui le strade sono già oggi intasate dal traffico. Per
almeno 22 mesi (ma già dalla Roma si parla di 24 mesi) dalla data della posa
della prima pietra ci sarà un gran via vai di camion, tir, gru, operai,
trivelle.
Sapere, quindi, come dalla Roma (e
da Parnasi) prevedono di allestire un cantiere così rilevante è di grande
importanza.
Nella cartina, la disposizione dei nuovi ponti sul Tevere previsti nel progetto |
IL PIANO LOGISTICO DELLA
CANTIERIZZAZIONE
Per questo, l’ultimo dei documenti
redatti e consegnati in Campidoglio lo scorso 15 giugno, è il “piano logistico
della cantierizzazione”. Si tratta di un piano, redatto dalla Lendlease, che si
adotta per organizzare e pianificare le “attività di gestione e di controllo
della logistica del cantiere, al fine di assicurare un corretto e coordinato
sistema di utilizzo delle aree di cantiere che devono essere condivise da più
imprese, prevenendo l’insorgere di criticità tali da precludere il corretto
svolgimento delle attività”.
Per scriverlo, vengono considerate una serie di variabili: l’analisi degli accessi al sito, compresi impatto sul
traffico, controllo degli accessi, sicurezza del sito, consegna delle merci e
dei materiali, rimozione dei materiali e permessi comunali; l’analisi delle
interferenze (viabilità esistente, fogne, cunicoli, condotti, ambiente, ndr);
l’analisi delle vie di circolazione dei lavoratori e dei materiali, alle zone
di deposito e il sito ufficio; il coordinamento dell’organizzazione logistica;
e, infine, l’analisi delle attività preliminari ai lavori, tra cui
l'approvvigionamento idrico, la comunicazione di lavori temporanei come ad
esempio recinzioni perimetrali, e segnaletica.
I TEMPI DEI PERMESSI
La prima parte del Piano, dopo aver
ripercorso sommariamente tutto l’intervento (Stadio, Trigoria e Roma Village;
Convivium; Business Park e aree verdi), si sofferma sulla questione delle
tempistiche stimate per poter procedere con l’avvio dei lavori.
Ancora
(ottimisticamente) si prevede entro dicembre di quest’anno che la Conferenza di
Servizi in Regione approvi il progetto definitivo (che definitivo, come si è
visto nell’inchiesta de Il Tempo, non è ancora).
E, a seguire, l’avvio del
cantiere entro fine 2015. “Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale alla
Conferenza di Servizi”, scrivono, “come endo-procedimento”.
“L’obiettivo è di
arrivare al rilascio dei titoli abilitativi per consentire l’avvio delle opere
propedeutiche e delle demolizioni entro la fine del 2015”. Ovviamente, come la
Lendlease stessa scrive, “data la complessità dell’operazione, l’intervento
sarà sviluppato per fasi consecutive”.
LE FASI
Prima di tutto si partirà con la
demolizione delle opere esistenti necessaria per avviare la costruzione dello
stadio e delle infrastrutture.
Subito dopo inizieranno i lavori per stadio (con parcheggi a servizio e viabilità interna), Trigoria, Roma Village e Convivium e, con questi, anche i
lavori della prima fase del Business Park: Promenade, una delle tre torri con i
suoi edifici bassi e opere a servizio.
La seconda fase del Business Park
“inizierà dopo la conclusione delle fasi precedenti e sarà sviluppata sulla
base delle reali esigenze commerciali”.
E le opere pubbliche?
Tre righe: “Le opere di
urbanizzazione saranno realizzate con appalto pubblico. La loro esecuzione
dovrà avvenire contestualmente alla realizzazione dei comparti privati. Le opere legate al verde pubblico
saranno progettate a carico del Promotore, ma saranno realizzate dal Comune di
Roma”.
L’AREA DI CANTIERE
L’area sulla quale si costruirà è
molto vasta (circa 1.085.520 mq). Per questo, in base alla sequenza dei lavori,
verranno di volta in volta realizzate diverse aree di cantiere.
Nella prima fase, durante le
demolizioni, l’area sarà di dimensioni ristrette ma sarà necessario realizzare
“la viabilità di cantiere” e l’”Area Logistica Centrale”.
Saranno effettuate valutazioni del
rumore, prima dell’inizio delle lavorazioni e durante il corso degli stessi, in
cui si dovrà tener conto dei tempi e delle soglie di esposizione al frastuono
per gli operai.
LE DEMOLIZIONI
Per quanto riguarda le demolizioni,
è stata eseguita a maggio scorso un’indagine con prelievo di 5 campioni di
materiali a sospetto contenuto di amianto. Le analisi hanno accertato la
presenza di amianto in due campioni e di fibre artificiali vetrose in un altro.
A questi rifiuti pericolosi, si sommano due serbatoi in ferro per gasolio e
benzina. Tutti questi rifiuti - si legge nel progetto - verranno smaltiti come
sostanze pericolose.
Dopo la rimozione di questi rifiuti,
si parte con l’abbattimento in sequenza delle due tribune dell’Ippodromo,
quindi degli edifici ausiliari (cabina elettrica, centrale termica, edificio
custodi, ecc.) e, infine, con le scuderie. Durante tutte queste operazioni, è
prevista una separazione dei tipi di rifiuti (ferrosi, piastrelle, mattoni,
legno e via dicendo).
RIDUZIONE DELL’INQUINAMENTO
Nel corso delle demolizioni - ma
anche nella successiva fase di costruzione - il progetto prevede tutta una
serie di accorgimenti per ridurre i diversi tipi di inquinamento, acustico,
polveri, ambientali. I camion, ad esempio, in uscita dal cantiere dovranno
essere preventivamente puliti, in special modo sulle gomme, e tutta la
viabilità interna dovrà essere costantemente annaffiata per ridurre la
dispersione di polveri. Nello specifico, in prossimità dell’uscita dal cantiere
dovrà essere realizzata una piattaforma per il lavaggio delle gomme e dei mezzi
pesanti, per preservare la pulizia generale delle strade e le condizioni igieniche
delle aree esterne interessate dal passaggio dei mezzi. Lo smaltimento delle
acque provenienti dall’impianto di lavaggio delle ruote degli automezzi invece
avverrà tramite vasche di decantazione e separazione oli e grassi, prima di
essere immesse nella rete comunale. Verrà anche realizzata una apposita vasca
per il lavaggio delle betoniere.
IMPIANTI DI CANTIERE
Elettricità, acqua, smaltimento dei
diversi tipi di rifiuto prodotto: ognuna di queste voci prevede una serie di
opere necessarie a dotare il cantiere di allaccio per l’energia elettrica,
nello smaltimento delle acque meteoriche (che avranno un particolare sistema di
pompaggio per evitare l’accumulo nel fondo dello scavo), nella fornitura di
acqua potabile e industriale, nell’allaccio delle fogne, e dei servizi
telefonici.
LA VIABILITÀ
Ovviamente, per chi vive o si trova
a transitare quotidianamente per l’area di Tor di Valle è fondamentale ridurre
il più possibile l’impatto dei camion in ingresso e in uscita dal cantiere.
Per
questo, nel piano si legge che nel giorno 0 (il D-Day giallorosso) verrà usata
l’attuale viabilità (Via del Mare, via dell’Ippodromo e via Ostiense) con
ingresso e uscita nell’attuale ingresso dell’Ippodromo.
Al momento dell’inizio
dei lavori dello stadio e della torre, sfruttando la futura viabilità così come
progettata, gli accessi al cantiere diverranno due: via dell’Ippodromo e via
dell’Equitazione. Per l’uscita, si continuerà a utilizzare via dell’Ippodromo.
La terza fase, quella del rifacimento di parte della via del Mare/via Ostiense,
prevede lo spostamento della sola uscita dal cantiere da via dell’Ippodromo a
via dell’Equitazione che, nel frattempo, diverrà a due corsie.
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