Alla fine, come da copione, tutti contenti.
La Roma e Parnasi portano a casa il primo passaggio per il nuovo Stadio, mentre il sindaco Marino e l’assessore Caudo, incassano il “più grande cantiere privato della penisola”.
Insomma, al termine di una giornata convulsa, la Giunta comunale ha approvato la delibera che sancisce il “pubblico interesse” alla costruzione del nuovo Stadio di Tor di Valle.
Un’attesa lunghissima, a dire il vero, con la seduta di Giunta convocata per le 17 e con Pannes, Parnasi e Baldissoni che, già dalle 16, si aggiravano per i corridoi del Campidoglio.
Attesa che si è conclusa, ben oltre il telegiornale delle venti: prima l’attesa del Sindaco, di rientro dalla vacanza negli Stati Uniti, poi l’attesa, eterna, per la delibera in fase di scrittura.
In mezzo, assessori che entravano e uscivano piuttosto annoiati.
Finalmente, dopo che per tutto il pomeriggio l’assessore Caudo, il Segretariato generale e l’Avvocatura, hanno limato ogni dettaglio, corretto ogni virgola, emendato l’emendabile, verso le 19 – con gli emissari giallorossi che da un pezzo avevano alzato bandiera bianca e se n’erano andati – il testo è stato portato in Giunta.
Il testo della delibera – che avrebbe potuto chiarire molti punti – è ancora riservato. In cambio, è stata fornita una sintesina di due paginette scarne scarne che non spiega un granchè, limitandosi a ribadire giusto alcuni passaggi.
In primo luogo che il proponente deve realizzare opere pubbliche per 195,25 milioni di euro su un investimento complessivo stimato in 320 milioni. La differenza sarà “coperta” dal Comune con 354.319 metri quadri di edificazioni – 49mila per lo Stadio ie 305.310 per il commerciale e gli uffici – pari a 977.020 metri cubi.
Queste opere pubbliche sono la metro B, da Magliana a Tor di Valle, per un investimento di 50,45 milioni; il ponte ciclo/pedonale sul Tevere dalla stazione Magliana della ferrovia Orte-Fiumicino per 7 milioni e mezzo; l’adeguamento della via del Mare e via Ostiense (“fino al raccordo con il GRA come da proposta presentata”) che costerà 38,6 milioni; 93,7 milioni per realizzare un nuovo tratto di viabilità fra l’autostrada Roma-Fiumicino e la via Ostiense/via del Mare, con un nuovo ponte sul Tevere compreso lo svincolo di connessione con la Roma-Fiumicino; e, infine, 5 milioni per le opere idrogeologiche.
L’altro passaggio chiave è quello della proprietà dello Stadio. Durante l’incontro con la stampa, Caudo ha ribadito che lo stadio rimarrà in uso permanente alla Roma ma che la legge non consente al Comune di prescrivere obblighi in merito alla proprietà. Quindi, per risolvere il problema viene inserita una sorta di “penale” da pagare qualora vengano separati i destini dello Stadio da quelli della As Roma. In quel caso, al Comune dovrà essere versata una penale pari all’interesse pubblico, cioè (almeno) 195,25 milioni di euro. Inoltre, la Roma ha accettato che venga costituita una qualche forma di joint venture affinchè una parte – probabilmente il 10% – degli utili extracalcistici prodotti dallo Stadio (concerti, eventi, ecc.) vada nelle casse della Società. Infine, viene riconosciuto il diritto di prelazione alla As Roma per l’acquisto dello Stadio nel caso in cui questo venga venduto.
Ora, superato con affanno il primissimo scoglio, restano gli altri passaggi da compiere: Assemblea Capitolina, progetto definitivo, conferenza decisoria in Regione, convenzione urbanistica, appalti, prima pietra e, finalmente, calcio. Se in mezzo, non ci saranno altri intoppi (ricorsi), il fischio d’inizio delle partite nel 2017.
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