A Parigi rimborsano gli abbonamenti del trasporto pubblico locale per il mese di aprile. A Roma, no.
La conferma arriva direttamente dall’account twitter ufficiale dell’Azienda di via Prenestina. Alla domanda di un utente se potevano essere prevedibili “proroghe per far recuperare” il tempo perso per la quarantena a chi aveva acquistato abbonamenti annuali, Atac risponde in modo molto netto in due tweet: “Gli abbonamenti seguono la durata naturale. Il sistema di Tpl è, infatti, a disposizione per gli spostamenti per comprovato motivo e per gli addetti in attività. In caso di novità, aggiorneremo” e “Non sono previste proroghe alla durata degli abbonamenti. Garantiamo la mobilità a chi si sposta per comprovati motivi e agli addetti ai servizi essenziali. La quantità di offerta, inoltre, è molto superiore alla domanda per un viaggio in sicurezza. In caso di novità aggiorniamo”.
Che sia un viaggio in sicurezza suona abbastanza ilare visto che anche durante queste settimane di quarantena 8 bus, fra Atac e Roma Tpl, sono andati a fuoco. Senza considerare, ovviamente, tempi di attesa e orari ridottissimi (si chiude alle 21 e le cadenze dei passaggi sono quelle agostane).
A Parigi, invece, la presidente della Regione dell’Île de France, Valérie Pécresse - omologa di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio - ha annunciato il rimborso dei diversi abbonamenti al trasporto pubblico per il mese di aprile. Il Tempo ha fatto un po’ di conti in tasca ad Atac: un mese di rimborsi, fra ordinari, studenti, agevolati, potrebbe costare alle casse Atac una cifra intorno agli 8 milioni di euro. Solo come rimborsi. Poi c’è tutta la perdita dovuta ai mancati incassi. In sintesi: il Comune paga con il Contratto di Servizio circa due terzi dei costi operativi di Atac e il restante terzo viene pagato con biglietti e abbonamenti. Stando alle ultime cifre di Atac, relative a gennaio 2020, l’Azienda incassa da ticket e abbonamenti circa 22 milioni di euro al mese. Che, ovviamente, causa quarantena, non vengono venduti più. Inoltre, il Contratto di servizio col Comune basa i pagamenti sui km effettivamente percorsi. Che, ora, sono molti di meno del previsto.
Chiaramente, Atac (che annuncia la riapertura delle scale mobili di Valle Aurelia Metro A) subisce gli effetti delle decisioni assunte dal Governo e dalla Regione quindi non è obbligata a rimborsare. E, a meno che Regione e Governo non si attivino per inserire la proroga il rimborso, magari parziale, degli abbonamenti in una qualche forma di sussidio ad Atac, il “no” ai rimborsi rimarrà definitivo.
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