Ci siamo: probabilmente entro la fine della prossima settimana (al massimo entro una decina di giorni) inizierà l’iter che porterà all’approvazione della variante urbanistica sul progetto della Roma di costruire il suo stadio a Tor di Valle, con la “pubblicazione a fini urbanistici” dell’intero dossier Stadio. La notizia trapela dai corridoi del Campidoglio: le carte che i proponenti hanno presentato in Comune lo scorso 15 marzo - e di cui Il Tempo ha dato notizia in esclusiva - dovrebbero essere sufficienti a far iniziare il percorso.
SCIOLTO IL NODO PROCEDURALE
Risolto anche il problema delle procedure da seguire. In Campidoglio c’era una corrente di pensiero che riteneva necessario sottoporre l’intero dossier Stadio, così come modificato dalla prescrizioni della Conferenza di Servizi, a un primo voto di adozione del Consiglio comunale. E solo dopo questo, procedere con la pubblicazione degli atti.
L’altra corrente di pensiero, invece, prevedeva di procedere subito con la pubblicazione degli atti, sfruttando le norme dell’ultima legge finanziaria sulla Conferenza di Servizi.
Alla fine, quindi, si parte direttamente con la pubblicazione degli atti.
NUOVE MODIFICHE AL PROGETTO
L’ultimo accordo col Campidoglio prevede di fatto l’addio al Ponte di Traiano che sarà sostituito da interventi più “pesanti” sulla via del Mare/Ostiense, soprattutto, sugli svincoli con il Raccordo e il Ponte dei Congressi. Una modifica piuttosto onerosa che potrebbe comportare l’addio alla riproduzione della sezione delle Tribune dell’ippodromo inizialmente ipotizzata.
TRE MESI DI ATTESA
L’iter, a questo punto, prevede che il dossier Stadio con le sue ultime modifiche insieme al verbale finale della Conferenza di Servizi sia pubblicato “a fini urbanistici”. In sostanza, per 30 giorni, rimarrà affisso all’albo pretorio del Comune affinché chiunque ne possa prendere visione. Dopo questi 30 giorni, ne scatteranno altri 30 che la legge dispone a favore di chi - associazioni, comitati, cittadini - voglia presentare “osservazioni” al testo, vale a dire, per semplificare, modifiche e emendamenti al progetto. Trascorso anche questo mese, gli uffici del Dipartimento Urbanistica del Campidoglio prenderanno tutte le osservazioni pervenute e per ciascuna di esse predisporranno una risposta, in gergo tecnico “controdeduzione”. Le osservazioni possono essere accolte, determinando quindi una modifica del progetto, oppure respinte. In questo caso, il “no” dovrà essere accompagnato da idonea motivazione.
FINALMENTE IL VOTO
Tre mesi, quindi, di attesa. Facendo dei conti, nella prima decade di luglio, si potrebbe andare in Consiglio comunale per il voto su ogni singola osservazione. A quel punto, con l’assenso dell’Assemblea Capitolina, l’iter di variante urbanistica sarà quasi del tutto completato.
ULTIMI PASSAGGI
Se alcune osservazioni venissero accolte, si aprirebbe la necessità di riscrivere le parti del progetto modificate in questo modo. Qualora, invece, venissero tutte respinte, il progetto andrebbe bene così com’è. L’ultimo passaggio è la trasmissione di tutto questo enorme verbale - progetto, verbale della Conferenza di Servizi, osservazioni e controdeduzioni, voto finale - in Regione. Sarà infatti la Regione Lazio, con propria Delibera di Giunta, a rendere effettiva e operativa la variante al Piano regolatore. Tempi prevedibili ad oggi: verso ferragosto (salvo complicazioni).
LA CONVENZIONE URBANISTICA
Dopo il voto finale, al di là della conclusione formale dell’iter in Regione, occorrerà ancora una mesata per la redazione della Convenzione Urbanistica. Si tratta dell’atto più importante di tutto il processo: è il “contratto” che regola i rapporti fra i proponenti (la As Roma e il costruttore Luca Parnasi) e la controparte pubblica (il Campidoglio). Esso dovrà contenere la tempistica delle edificazioni, quale verrà realizzata prima, quale dopo.
PRIMA PIETRA
Parallelamente a questi atti burocratici, la Roma potrà, all’indomani del voto finale in Consiglio sulla variante, dare il via ad alcune procedure preliminari: bonifica dall’amianto e dagli ordigni bellici, scavi archeologici, demolizione dell’ippodromo. Poi si andrà, almeno per le opere di interesse pubblico, a gara europea. Salvo complicazioni, quindi, è ragionevole ipotizzare la vera prima pietra per la primavera del prossimo anno.
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