Si fa, luce verde, reciproche pacche sulle spalle e metaforico champagne.
Per ora lo Stadio della Roma è salvo.
Marino e Caudo, assessore all'Urbanistica, hanno chiuso l'accordo con il duo Pallotta/Parnasi, nell'incontro, durato un'ora e mezza, che si è svolto ieri mattina (ora di New York) negli uffici del Presidente giallorosso al Meat Market nella Grande Mela.
Incontro al quale era presente Luca Parnasi, insieme al braccio destro di Pallotta per lo Stadio, Mark Pannes, e alle archistar del progetto: Daniel Libeskind e Dan Meis.
Da tutte e due le parti si suona la marcia trionfale: "successo storico e senza ombre" per il sindaco Marino, "i romani siano orgogliosi della propria amministrazione, voglio lo stadio pronto per il 2017 e sono disposto a portare Totti in spalla pur di vederlo giocare" per Pallotta, sarà uno "stadio storico" per entrambi.
Nel dettaglio, cosa incassa l'Amministrazione comunale?
Prima di tutto una riduzione dei metri cubi pari a 100mila in meno rispetto al progetto originario che, solo per le cubature aggiuntive, prevedeva oltre 900mila metri cubi di cemento in compensazione.
Secondo, gran pallino del Sindaco: la metro. Saranno i proponenti del progetto a farsi carico dei costi della diramazione della metro B a Magliana fino alla stazione di Tor di Valle che, oggi a servizio della Roma-Lido, dovrà essere ristrutturata per accogliere anche i convogli della B. Il costo di questo intervento però è ancora tutto da quantificare.
Terzo punto, verrà realizzato un ponte pedonale che dalla stazione Magliana della Roma-Fiumicino, scavalchi il Tevere e, con 800 metri di percorso, possa condurre allo Stadio attraverso il parco che sarà creato sulle sponde del Fiume. In questo modo, anche la Ferrovia Orte-Tiburtina-Fiumicino potrà essere utilizzata per recarsi allo stadio. Inoltre, il parco sul Tevere - 34 ettari, più grande, ci tengono a sottolinearlo dal Campidoglio, di Villa Borghese - sarà mantenuto dai proponenti e sarà video sorvegliato.
Passaggio importante: tutte le opere dovranno procedere insieme. Lo stadio, quindi, quando entrerà in funzione, lo farà essendo totalmente completo delle infrastrutture.
A questo punto, Parnasi e Pallotta, entro fine agosto, dovranno presentare un progetto di fattibilità di queste nuove opere. Non si interrompono i termini del 3 settembre, come era avvenuto per la prima richiesta di integrazione documentale rivolta dal Campidoglio a Parnasi. Questo perché - dicono dallo staff di Marino - in Comune si vuole fare in fretta.
Arrivato nel vivo l'iter amministrativo, ovviamente, si accende la polemica politica.
Si parte con Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale in Consiglio comunale che, ricordando come già ai tempi di Dino Viola e di Franco Sensi si è parlato di Stadio senza mai giungere a farlo, chiede al Sindaco "di uscire dall'impasse dei cavilli burocratici e chiarire la pubblica utilità dell'opera". Attacca a testa bassa Filibero Zaratti, ex Verdi, oggi deputato di SeL: "da Marino ci aspettavamo qualcosa di diverso. Con un Cavallo di Troia chiamato Stadio si distrugge il territorio a vantaggio di privati".
Domenico Cecchini, ex assessore all'Urbanistica della Giunta Rutelli, va sul tecnico: "Occorre rifarsi al Piano Regolatore vigente. Non si possono valutare i costi - 50 milioni in più sono sufficienti? - in modo soggettivo né sono ammissibili omissioni di verifiche e controlli". Plaude invece il senatore forzista Francesco Giro: "penso sia la volta buona".
In realtà, i nodi da chiarire non sono stati tutti risolti.
Il primo di questi è legato proprio ai costi di tutto questo.
A parte la strizzatina d'occhio al mondo ambientalista con il parco, in realtà molto contestato in sede di conferenza di servizi proprio dai funzionari dell'Assessorato all'Ambiente che hanno giudicato il progetto fumoso, il Campidoglio ottiene - e non avrebbe potuto essere altrimenti - che i costruttori paghino anche la nuova diramazione della metro B. Opera che va sommata al potenziamento della Roma-Lido di Ostia. Ufficialmente i costi vanno quantificati ma è una cifra che, stando alle previsioni di Agenzia della Mobilità, difficilmente scenderà al di sotto dei 110 milioni di euro. E probabilmente sarà superiore. Ben al di sopra, quindi, dei conti che dal Campidoglio sono circolati in questi giorni e che facevano riferimento a una cinquantina di milioni di euro. Ovviamente è problema dei proponenti la copertura di questi costi.
Il secondo punto che rimane fuori da questo accordo è la questione della viabilità di accesso allo Stadio.
Dopo che la Regione ha richiesto e ottenuto che lo svincolo della Roma Fiumicino fosse spostato rispetto alla collocazione originaria, e dopo che il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha lanciato l'allarme sul problema accessibilità dei mezzi di soccorso e di emergenza, invocando le complanari per la Roma Fiumicino e le quattro corsie più corsia di emergenza per via del Mare e via Ostiense fra il Raccordo e Marconi, nulla pare ieri essersi deciso in merito. Si rimane quindi ancorati alle dichiarazioni di Caudo di alcuni giorni fa quando l'Assessore ha affermato che, dovendo scegliere fra strade e metropolitane, il Comune privilegerà la metro e il progetto per le strade rimarrà quello del proponente, un semplice l'allargamento delle due arterie in prossimità dello Stadio.
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