E così, alla fine, ben più che in Zona Cesarini - per usare un'espressione calcistica - il Governo, smentendo se stesso, salva Ignazio Marino non solo e non tanto dal rischio di avere 24mila dipendenti comunali in sciopero con conseguente blocco totale della città, ma dal rischio di essere defenestrato nemmeno fosse a Praga.
In realtà, da oggi inizia l'Odissea. La delibera approvata in fretta e furia dalla Giunta Marino per corrispondere il salario accessorio degli stipendi dei dipendenti comunali ne garantisce il pagamento fino a luglio. Poi, sulla carta, il buio.
A leggere bene, però, inizia da oggi il calvario di Marino. Un calvario che sarà fatto di tavoli di concertazione, di incontri con i sindacati e di tensioni continue con diuturne minacce di scioperi. Perché Ignazio deve sedersi al tavolino e ricontrattare il salario accessorio con i sindacati.
E, com'è noto a tutti - quanto meno a quelli che qualcosa in vita loro hanno governato - non è mai semplice mettersi al tavolo con i sindacati.
Ora, però, c'è qualcosa che Marino Ignazio avrebbe il dovere di chiarire. A parte la questione semplice semplice del "governi da 1 anno, è ora di assumerti le tue responsabilità", Marino ha prima rivendicato con orgoglio di aver chiamato il MEF a controllare i conti del Comune.
Poi, dopo svegliatosi e accortosi di essersi dato una "tafazzata" sui cabbabisi da solo, cerca di scaricare la palla su Alemanno.
Solo che, in realtà, il problema è assai più complesso e deriva da grossi e irrisolti problemi legislativi.
E lo testimonia il fatto che il Governo, parlando con l'Associazione Nazionale Comuni di Italia, faccia riferimento a una "stratificazione della disciplina legislativa di riferimento e di quella contrattuale, mai rinnovata". E, com'è noto per tutti - almeno per tutti quelli che abbiano amministrato il Comune - il Comune non fa produzione legislativa.
Insomma, per l'ennesima volta, abbiamo una prova provata.
Ignazio Marino è davvero un Sindaco per caso.
O per caos.
Ormai, di accessorio c'è solo lui.
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