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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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domenica 30 marzo 2014

DIGNITÀ, QUESTA SCONOSCIUTA

L'episodio fra il tragico e il comico del Sindaco della Capitale d'Italia che, senza fascia, attende il Presidente degli Stati Uniti d'America ai piedi dell'Air Force One, è una delle immagini più tristi di questa avventura di Ignazio Marino.

I resoconti dei giornali narrano, con un velo nemmeno troppo sottile di ironia, di un Marino smanioso di farsi scattare una foto con Barack Obama. E questo suggerisce un paio di considerazioni.

Innanzitutto: Marino non sa governare nemmeno se stesso, figurarsi una città. 
Come può dirsi altrimenti di qualcuno che si sveglia all'ultimo momento - quando che Obama venisse a Roma era cosa nota da mesi - e chiede di essere inserito in mezzo al cerimoniale di Stato di Mr. President, non proprio l'ultimo arrivato? 
Possiamo solo immaginare il pallore e i cambiamenti di colore del viso del povero Francesco Piazza, capo del cerimoniale capitolino, che tre giorni prima della visita di stato si sente chiedere dal Sindaco "Mi trovi uno strapuntino? Dai che voglio farmi un selfie con Obama".

Seconda considerazione: a Roma si usa un'espressione piuttosto colorita e qui ci limitiamo alla versione soft: a Marino non se lo fila nessuno.
Chiede di intrufolarsi durante il giro privato di Obama al Colosseo. Risposta moooolto diplomatica: è l'unico momento privato. Traduzione romana: ma cerca d'annattene, va.

Terza considerazione: Marino è un uomo testardo. Lo avevamo capito dal ripetersi dei suoi orrori in fascia tricolore. Adesso ne abbiamo la certezza. Non bastavano i curricula sbagliati, le uscite costantemente estemporanee. Ora è certo. Tanto ha detto, tanto ha fatto che, alla fine, lo hanno accontentato, come si accontenta il parente povero e fastidioso: con il contentino.

Ultima e più pesante considerazione: Marino ha fatto fare a Roma e alla sua carica una figura barbina a livello planetario.
Esiste una dignità. 
Umana, in primo luogo. E, poi, politica. 
Ti hanno praticamente detto di stare chiuso nella stanza di servizio mentre ci sono gli ospiti importanti nel salotto buono di casa tua. E tu, più alto rappresentante della Città Eterna, pur di soddisfare una tua vanità personale, sei disposto a svestirti della Fascia Tricolore, simbolo della tua carica e della tua città, per aspettare uno che non ti ha voluto incontrare quando era tuo ospite, per farti una foto con lui.
Vengono in mente quelle persone che per un autografo o una foto con l'attore o la cantante di grido restano in piedi per ore, sotto la pioggia magari o il solleone. Generalmente guardati con un misto di commiserazione e stupore.

Solo che quelle persone non sono il Sindaco di Roma.

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