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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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sabato 26 ottobre 2019

SCIOPERO, GARA ADOLESCENZIALE FRA 5STELLE-SINDACATI



Il venerdì nero di Roma è arrivato ed è passato. Quanto la città, almeno dal punto di vista dei rifiuti, sconterà questa giornata lo vedremo nelle prossime ore che serviranno per testare la capacità del sistema di riprendere a pieno regime lo smaltimento.
Per il resto, la giornata dello sciopero generale di tutti i lavoratori delle società partecipate del Comune di Roma, indetto dai sindacati, si chiude con i 5Stelle che fanno quadrato intorno alla Raggi e i sindacati ancor più avvelenati con il Campidoglio per le affermazioni del Sindaco e di Luigi Di Maio, capo politico dei grillini.
Le agenzie di stampa riportano una sorta di adolescenziale gara a chi ce l'ha più grosso  fra il Campidoglio e i sindacati: adesione allo sciopero in Ama, 73% dicono le organizzazioni sindacali. Trentotto, ribatte l’azienda. 
Giochino analogo sui musei: tutti aperti tranne la Villa di Massenzio, afferma Zétema. Sì, ma i punti informativi turistici sono chiusi, replicano i sindacati. Fronte mobilità: secondo Roma Servizi per la Mobilità poco meno del 30% ha scioperato ma lo sciopero vero e proprio era in programma dalle 20 a mezzanotte. Quindi per il dato complessivo sarà necessario attendere la giornata di oggi. A chiudere il resoconto della giornata da un punto di vista strettamente pratico: asili nido in gran parte chiusi; 90% dei lavoratori di Roma Metropolitane in sciopero; manifestazione sotto il Campidoglio. 
Poi c’è il fronte politico. Il sindaco, Virginia Raggi, alle 11.23 di ieri mattina twitta: “una minoranza di sindacalisti prova a tenere in ostaggio una città di 3 milioni di abitanti: di lavoratori, di madri e padri che ogni giorno accompagnano i propri figli a scuola, di studenti e pendolari. La maggioranza dei cittadini è stanca di scioperi ingiustificati”. Delle poco più di mille risposte sotto questo tweet, alla sera di ieri, solo gli utenti con le 5stelle nel profilo difendono il Sindaco. Il resto varia dall’insulto, al “liberaci”, al “dimettiti”, “Roma è stanca” “neanche le Ztl hai aperto, incapace”. Tweet che, rete a parte, non è passato certo inosservato: se addirittura un mite e moderato come il capogruppo di Forza Italia, Davide Bordoni, usa parole dure per la Raggi (“tweet offende lavoratori, cittadini stufi di lei”), è quasi superfluo riportare le repliche della Pd, della sinistra, dei sindacati.
Per Francesco Figliomeni (Fdi) “Il sindaco Raggi e la Giunta sono riusciti a compattare tutte le aziende partecipate facendo arrabbiare tutti i lavoratori usando lo stesso metodo: liquidata Roma Metropolitane, concordato per Atac, cioè in prefallimento, stanno facendo lo stesso con Ama e altre aziende, Farmacap e Ipa, sono fuori controllo". 
A rinfocolare la dose ci pensa Luigi Di Maio che per difendere la Raggi (e magari scrollarsi di dosso l’ombra delle recenti dichiarazioni del suo fedelissimo Spadafora contro la Raggi) sceglie di parlare al ventre più basso dei romani: “ma è mai possibile che tutti gli scioperi si facciano di venerdì? La storia che alcuni sindacati fanno sempre sciopero il venerdì per fare il weekend, mi sembra ormai una questione indecente”.
Il resto del mondo grillino si stringe a difendere l’assediata ridotta di Palazzo Senatorio: “sciopero privo di ogni fondamento, di sapore esclusivamente politico e il cui unico effetto è danneggiare i cittadini”, per il capogruppo pentastellato in Campidoglio, Giuliano Pacetti.
Per l’assessore al Personale, Antonio De SantisAddolora vedere il diritto di sciopero svilito e strumentalizzato in funzione di calcoli meramente politici”. E l’assessore al Bilancio e alle Partecipate, Gianni Lemmetti, rincara la dose: “Uno sciopero al quale non ha creduto la maggioranza degli stessi lavoratori. Noi continuiamo a lavorare permettere in sicurezza i conti”. Chiude il conto Paola Taverna che dalla misera trincea di Montecitorio segue la narrazione della “Raggi al lavoro per risanare le partecipate”. 


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