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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 4 ottobre 2019

AMA, RAGGI: "MANCANO GLI IMPIANTI, COLPE DEL PASSATO"


Un’oretta circa: tanto è durata la parte della seduta dell’Assemblea Capitolina dedicata all’analisi del caos di Ama, la municipalizzata dei rifiuti, caos immondizia in strada e caos societario dopo le dimissioni del sesto gruppo di manager dell’era Raggi, il secondo in un solo anno a cadere sui bilanci.
Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ha riassunto ai consiglieri lo stato dei fatti: non un mea culpa, non una presa di coscienza del deficit di impianti né un prospetto di soluzione per uscire in modo strutturale dall’emergenza che, ciclicamente e a ritmi sempre più ravvicinati e invasivi, lascia Roma sporca e maleodorante.
Semplicemente la Raggi - dopo aver ribadito che le colpe sono delle Amministrazioni precedenti - si è limitata all’elencazione mera e semplice del problema: mancano gli impianti. 
Ama deve aumentare la differenziata ed estendere il porta a porta per abbattere la quota indifferenziata. L'azienda si deve occupare della raccolta, ci sono poi la fase del trattamento e dello smaltimento che non sono tutte in capo ad Ama. Ma se uno di questi passaggi non funziona, l'effetto lo troviamo sotto casa: se Ama non sa dove portare i rifiuti, la prima cosa che soffre è la raccolta stessa. E così quando è stato dato alle fiamme il Tmb Salario, che trattava un quarto dei rifiuti romani, noi che già ci appoggiavamo in parte alla Regione Abruzzo abbiamo dovuto trovare altri sbocchi per i nostri rifiuti. Il sistema di Roma e del Lazio da un punto di vista impiantistico è fragile perché dal 1997 al 2013 le amministrazioni che si sono succedute sono rimaste inerti. Così nel 2013 quando è stata chiusa la discarica di Malagrotta, Roma e il Lazio si sono trovate senza una parte purtroppo fondamentale del sistema impiantistico. Dal 2013 a oggi si è cercato di poggiarsi su altri impianti laziali e fuori regione”.
Tutta vera l’analisi della Raggi sul passato. Manca, però, l’ammissione che l’inerzia è proseguita anche in questi ultimi tre anni in cui non si è progettato nulla e si è detto solo “no” a qualunque soluzione di impianti: senza ricordare le polemiche dell’intero Movimento 5Stelle con la Regione Lazio, l’ultima volta, era stata proprio il sindaco Raggi, l’11 settembre, a Corcolle ad esprimere come negativa la posizione del Campidoglio alla localizzazione di una discarica di servizio in quel territorio.
Nonostante due diversi CdA abbiano presentato, di fatto, bilanci simili, nella narrazione del Sindaco non c’è spazio per i dubbi sui bilanci di Ama: “Ama resta pubblica, non fallirà e non verrà privatizzata. Roma Capitale ha chiesto ad Ama di presentare bilanci veritieri e corretti. Bilanci non veritieri e non corretti da questa amministrazione non verranno mai approvati”. E, sulla ormai celebre partita dei 18,3 milioni di euro per i servizi cimiteriali, oggetto del contenzioso con Ama, il Sindaco dice che questi soldi “non possono essere usati come scudo per la mancata pulizia. Ama li ha già restituiti al Comune, riconoscendo quindi che non li doveva avere, e ora li richiede indietro”. In realtà, il farraginoso sistema dei pagamenti fra Ama e Campidoglio prevede che Ama versi al Comune i soldi della Tari e dopo il Campidoglio li restituisca come pagamento per il contratto di servizio. E, nell’analisi del Sindaco, manca il riferimento alla delibera 21/2019 con cui la Giunta Raggi si impegnava ad avviare un controllo su questi soldi, controllo mai iniziato.
Opposizioni sul piede di guerra: più o meno tutti, Pd, Fratelli d’Italia e Forza Italia, hanno accusato il sindaco di inerzia ritenendola responsabile dei continui cambi di management e dello stato della raccolta. 
Al momento della replica del Sindaco in Aula - da evidenziare quel “non abbiamo ritenuto estremamente solido quel parere” indirizzato alla Ernst&Young, società revisore dei conti di Ama - lavoratori sia di Ama che di Roma Metropolitane hanno contestato il Sindaco mentre i consiglieri di opposizione hanno abbandonato la seduta e si sono uniti ai contestatori.



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