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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 1 ottobre 2019

ALTOLÀ DELCAMPIDOLIO AL BILANCIO AMA


Sui rifiuti la Raggi piange miseria e la sua Amministrazione boccia Ama aprendo la strada a un bis della vicenda Bagnacani sui bilanci. 
Vicenda conti della Municipalizzata che non cambiano pur cambiando management: “Roma Capitale non approverà mai un bilancio di Ama Spa che sia redatto in maniera non corretta e contenga valutazioni già in precedenza non avallate dal Comune”. Nota dell’Amministrazione Raggi con cui si aggiunge: “Roma Capitale, nella sua veste di socio unico di Ama Spa, non accoglierà valutazioni contabili contenute nella proposta di bilancio” che non non prevedano la restituzione dei 18 milioni di euro per servizi cimiteriali “che Ama aveva incassato in più rispetto alla somma prevista nel contratto di servizio con il Comune, senza alcuna giustificazione“.
Segue il j’accuse di, Virginia Raggi, sui rifiuti “sono stata lasciata da sola”, dice il Sindaco alla vigilia dell’ennesima crisi del sistema romano. Durante l’incontro sul tema ”Professionisti dell'Antimafia” al festival Restart, organizzato dell’associazione antimafia daSud, all'Istituto Enzo Ferrari di Roma, la Raggi spiega: “Hanno incendiato il Tmb Salario, un impianto che trattava un quarto dei rifiuti di Roma. È stato liquidato come un incendio. Lo denuncio”. Si aspetta sempre che sia la magistratura a dirlo. 
Il Comune da solo non ce la può fare. Il Comune si deve occupare della raccolta. Il trattamento e lo smaltimento non li fa il Comune”. O, meglio: non li fa il Comune di Roma visto che mancano gli impianti dato che la politica non li vuole. Virginia Raggi per prima: solo l’11 settembre scorso, il Sindaco diceva a Corcolle: “Il comune è per il no, non è questo il territorio in cui può essere aperta un'altra discarica”. 

Nella versione autoassolutoria, il Sindaco aggiunge: “Io avrei avuto bisogno di tutte le istituzioni che dicevano: “diamo uno sbocco a Roma”. Non è stato fatto. Che faccio, me la mangio l'immondizia?”.
Il Sindaco ricostruisce la sua versione dei fatti post incendio del Salario: “A marzo, un altro incendio scoppia nel Tmb di Rocca Cencia,  domato immediatamente ma con blocco di una settimana”. 
Nella visione della Raggi, l’”Ama deve raccogliere i rifiuti e portarli agli impianti, che lavorano e poi li portano a loro volta in altri impianti di smaltimento finale. L'indifferenziato, una volta trattato, va o negli inceneritori o nelle discariche”. Di cui i 5Stelle non vogliono sentir parlare. Nel caos di giugno, “arriva l'ordinanza della Regione che dice che gli impianti del Lazio devono accogliere i rifiuti di Roma. A luglio gli impianti ricominciano a chiudere le porte, perché devono andare in manutenzione. Riscrivo a tutti: per favore, prorogate l'ordinanza, eseguitela coattivamente”. Che l’Ordinanza imponesse al Campidoglio di approvare i bilanci 2017 e 2018 di Ama (in alto mare), nella ricostruzione della Raggi non c’è traccia. 
Arriverà qualcuno che dirà: “per risolvere l'emergenza dei rifiuti serve un impianto fatto velocemente, senza norme, senza regole, ho io la soluzione””. Quella che da 3 anni i 5Stelle non sanno trovare.  

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