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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 1 ottobre 2019

ARCHEOLOGIA: ALTRI DUE SCHELETRI SOTTO PIRAMIDE


Il sottosuolo di Roma continua a riservare nuove scoperte: dopo lo scheletro rinvenuto lo scorso 20 settembre, ieri altre due tombe emergono da sotto l’asfalto davanti all’uscita della metro B Piramide. Lo scavo archeologico fa parte di un cantiere di Acea per il rinnovamento dell’illuminazione della piazza e ha una lunghezza di 6 per una profondità di 1,70 metri, e sarà ultimato nei prossimi giorni. 
Le prime analisi sullo scheletro del 20 settembre, sembrano attestare che si trattasse di un maschio adulto di età compresa fra i 30 e i 40 anni. Ieri, invece, le ossa rinvenute sono della sepoltura di una donna e di un bambino, non lontani dalla prima tomba. L’intera area è nota da molto tempo agli studiosi come la necropoli Ostiense, sorta nel I secolo a.C. ai lati della via consolare e sopravvissuta per molti secoli: già lo scorso anno, in occasione di lavori per il rinnovo dei binari del tram 3 su via Marmorata erano emersi reperti archeologici comprese alcune tombe, tessere di mosaico di un pavimento, parti di intonaco ad affresco, un pezzo di muraglione di età imperiale, magazzini di granaglie del porto, depositi di anfore, pezzi di opus reticulatum il tutto pochissimi centimetri sotto l’asfalto.
Per i ritrovamenti di ieri, le prime analisi indicano che la donna fosse di giovane età, fra i 20 e i 30 anni, e da alcune calcificazioni del bacino gli archeologi sono convinti che avesse partorito poco prima del decesso e forse anche a causa di esso. La presenza di numerosi chiodi rinvenuti nella sepoltura porta a ipotizzare che la inumazione sia avvenuta in una cassa, il cui legno è deperito nel corso dei secoli: il fanciullo era deposto all’altezza dell’anca della donna. 
Tutte e tre le sepolture - quella del 20 settembre e quelle di ieri - sono prive di corredo e sono tombe molto povere senza neanche traccia di quelle tegole di copertura proprie delle sepolture di persone di bassa condizione sociale. Secondo gli archeologi queste tombe sono di età tardo antica, probabilmente fra il IV e il V secolo dopo Cristo e lo stato di conservazione è molto compromesso da precedenti lavori per i sotto servizi (acqua, elettricità). Stando alla nota diffusa dalla Soprintendenza statale, nei prossimi mesi verranno effettuate indagini scientifiche e antropologiche sugli scheletri per ottenere ulteriori informazioni sui defunti sepolti: ad esempio, se le tre tombe possono appartenere a membri di una stessa famiglia.





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