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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 25 settembre 2015

STADIO; IL MIO INTERVENTO DI IERI SU RADIO RADIO




STADIO; GIUNTA E PD, TUTTI CONTRO TUTTI



ESPOSITO: "ALTRE PRIORITÀ PER ROMA"
MARINO CONTRO ESPOSITO: "PROGETTO IMPORTANTE, ASPETTIAMO CONFERENZA SERVIZI AVVIATA DA REGIONE"
REGIONE CONTRO MARINO: "CONFERENZA DI SERVIZI NON AVVIATA"
ESPOSITO CONTRO CAUDO: "CON TUTTI I PROBLEMI, PARLIAMO DI STADIO?"
GIUNTELLA CONTRO ESPOSITO: "CAMPAGNA CONTRO LO STADIO"
PALUMBO CONTRO ESPOSITO: "ASSESSORE IN CONFUSIONE"

La verifica del progetto riguardante lo stadio della Roma è ora oggetto della Conferenza di Servizi avviata dalla Regione. È quello il luogo delle verifiche e, se sarà necessario, delle correzioni da chiedere. Si tratta di un progetto importante a cui questa amministrazione tiene molto. Aspettiamo quindi con fiducia che si chiuda questa ultima verifica". 
Parola di Ignazio Marino, da New York. 

Conversando con alcuni potenziali investitori americani, il Sindaco ha accennato anche alle vicende dello stadio della Roma. Dopo aver rimarcato l’importanza del progetto ”cui l’Amministrazione tiene molto”, Marino ha aggiunto di attendere “con fiducia che si chiuda questa ultima verifica” [la Conferenza di Servizi finale in Regione, ndr]. 



Se non che, non c’è nessuna Conferenza aperta in Regione, come da via Cristoforo Colombo fanno sapere. 




Non è aperta perché i progetti presentati, come oramai tutti sanno, sono incompleti, tanto che, lo scorso 5 agosto, dalla Regione è partita una lettera in duplice copia, una ai proponenti (Parnasi/Pallotta) e una, per conoscenza, proprio al Campidoglio, chiedendo le varie integrazioni documentali che, per ora, non sono pervenute. 

Solo quando arriveranno tutte le carte mancanti - che, per inciso, dovranno essere depositate in Comune che, prima di inoltrarle alla Regione, dovrà vagliarle e verificarne la rispondenza alle leggi e alla delibera di pubblico interesse - potrà partire il countdown dei sei mesi per i lavori della Conferenza di Servizi.




E, intanto, si registra (l’ennesima) spaccatura interna al PD

L'assessore alla Mobilità, senatore Stefano Esposito
Dopo aver lanciato la frecciatina dei giorni scorsi (“Ognuno faccia il suo mestiere”, “ci sono altre priorità”) sulla questione Metro B, Stefano Esposito, assessore alla Mobilità, rincara la dose degli attacchi contro il titolare dell’Urbanistica, Caudo
Comincino ad affrontare i temi veri (ambiente, interesse pubblico, questioni urbanistiche, espropri). Con tutti i problemi che ci sono in questa città, ci occupiamo dello Stadio?”. 
L'assessore all'Urbanistica, Giovanni Caudo

Posizione, quella dell’assessore Esposito che manda in fibrillazione  il presidente romano del Pd, Tommaso Giuntella (noto tifoso giallorosso tanto quanto Esposito supporter juventino) che in un tweet parla di “campagna di stampa contro lo Stadio. L’Assemblea capitolina si è già espressa, basta ostruzionismo, liberiamo la città”. 
Da chi, poi? 

E anche il consigliere PD al Comune, Marco Palumbo, non è tenero: “l'assessore Esposito è lievemente confuso. Il pubblico interesse dell’opera è stato sancito con l'approvazione definitiva di una delibera nel dicembre dello scorso anno. Non si può superficialmente derubricare lo stadio di Tor di Valle a questione secondaria per Roma:è la prima grande opera messa in cantiere dopo anni e avrà ricadute positive su molti fronti. Fa male l'assessore a prendere sottogamba le opere legate a viabilità e trasporti in quell'area. Non si tratta di cantieri che riguarderanno esclusivamente lo stadio, ma tutta la città”. 

mercoledì 23 settembre 2015

GRANDINE MEDIATICA SULLO STADIO DELLA ROMA

Alla partenza dell’Osservatorio sullo Stadio della Roma - inaugurato ieri dall’assessore all’Urbanisitca, Caudo, e che mette insieme progettisti, istituzioni e cittadini per monitorare tutto il dossier sulla futura “casa” giallorossa - è piovuta una “grandinata mediatica” proprio su Tor Di Valle e sull’impianto: l’assessore alla Mobilità, Esposito, contro Caudo; Legambiente e Italia Nostra a dar fuoco alle polveri per una “giornata dei lunghi coltelli” di tipo urbanistico-sportivo.



La notizia che la Procura ha aperto un fascicolo, delegando alla Guardia di Finanza il controllo di tutte le procedure seguite, in merito al rischio idrogeologico ha dato il via alle danze. Fascicolo che si somma a quello aperto su esposto dei 5Stelle in merito alle cubature e a quello sulla compravendita del terreno su cui dovrebbe sorgere il futuro stadio fra Papalia e Parnasi

Legambiente e Italia Nostra subito hanno sparato alzo zero: “ribadiamo la nostra contrarietà su una speculazione edilizia di un milione di metri cubi che aumenterebbe il rischio idrogeologico e farebbe definitivamente a pezzi la Roma-Lido e la Metro B”, ci fa sapere Legambiente, mentre Italia Nostra definisce “demenziale” la proposta di “un gigantesco complesso urbanistico in quell'area con così gravi handicap idrogeologici”. Ovviamente, entrambe le associazioni ambientaliste si affrettano a dire che lo stadio va fatto “ma non a Tor di Valle” (Italia Nostra) e “non siamo contro lo stadio ma contro questa visione di sviluppo della città che si basa su nuovo cubature e interessi privati” (Legambiente). 
Poi va registrata la diatriba fra assessori. Mobilità contro Urbanistica. Stefano Esposito (quello del coro “Roma merda” in radio), contro Giovanni Caudo. Dice il titolare della Mobilità: “Prima pensiamo a far funzionare le corse di tutti i giorni. Lo stadio della Roma è una grande opportunità, ma ora le priorità sono altre. La preoccupazione di tutti ora è quella di avere corse puntuali poi discuteremo nel dettaglio anche della frequenza e dello stadio. Ognuno faccia il proprio mestiere”.


Giornata nera, quindi, per lo Stadio e il duo Pallotta/Parnasi. 

Anche perché lo stesso Caudo è stato molto fermo: “La Conferenza dei servizi non è ancora attivata. Nel trasferire il materiale alla Regione, abbiamo elencato le carenze documentali. Le integrazioni dovevano essere ultimate il primo settembre, evidentemente dalla Roma si stanno prendendo qualche giorno in più e ben venga, perché il progetto è complesso e tutto deve essere fatto con il massimo rigore”. 

E sulla Metro: “La delibera dice che lo stadio può aprire se il 50% delle persone arriva con i mezzi pubblici cioè, se non ci sono 16 treni l'ora (uno ogni 3 minuti e mezzo) lo stadio non apre. La delibera capitolina stabilisce che in modo prioritario questo dovrebbe realizzarsi col prolungamento della linea B della metropolitana. Se in fase di conferenza di servizi decisoria, a seguito del parere gestionale espresso da Atac, si dovesse prevedere l'opzione di aver questo livello di servizio solo sulla Roma-Lido, automaticamente si disobbliga dal prolungamento della B e la Regione si fa carico di garantire i 16 treni l'ora su quella tratta”. 
E su questo, partita aperta dato che ritorna in auge l’offerta dei francesi di Ratp (quelli che gestiscono la metropolitana di Parigi) che aveva offerto alla Regione investimenti 247 milioni di euro in cambio degli incassi di biglietteria e di un contributo annuo di 30 milioni. Progetto momentaneamente accantonato da Zingaretti. 
Infine, sulla vicenda inchiesta per il rischio idrogeologico, Caudo: “Quando c’è un esposto la Procura ha l'obbligo di aprire un fascicolo. Abbiamo messo a disposizione tutte le carte. Il parere dell'Autorità di Bacino è lo stesso dato nella conferenza dei servizi preliminare del 7 agosto 2014 (come confermato in diretta su Radio Radio dall’ing. Cesari dell’Autorità di Bacino). Il progetto definitivo ha previsto, come da richiesta, interventi di messa in sicurezza idraulica dell’area per 5 milioni di euro. Quando la Conferenza di Servizi in Regione si aprirà, si valuterà anche questa parte”.


STADIO; INDAGA LA PROCURA, CARTE ALLA GUARDIA DI FINANZA

È uno dei grandi nodi da sciogliere ancora, quello della proprietà delle aree. La Procura indaga sulla compravendita dell’area oggi di proprietà di Parnasi, che però, è solo il 50,4% della superficie interessata dall’intero progetto. Un altro 8% è di proprietà pubblica, ma il 41,6% è di altri privati, quasi tutta, oltre il 90%, di società riconducibili al Gruppo Armellini. 
Ed è su questa parte che si incentra un pezzo della relazione che il Campidoglio ha allegato al cosiddetto “progetto definitivo” dell’impianto di Tor di Valle, al momento dell’invio del dossier alla Regione, lo scorso 25 luglio. 


Il Dipartimento Ambiente del Comune ha evidenziato un serie di problematiche ancora da risolvere. Fra queste, quello della proprietà delle aree
Si legge, infatti,“Oggi Eurnova […] non dispone delle aree del “parco agricolo” né delle aree di mitigazione a contatto con il depuratore Roma Sud. Dalla lettura della documentazione tecnica presentata, non si fanno riferimenti a questi aspetti legati al cronoprogramma degli interventi”. Inoltre, viene evidenziato che “le aree del parco agricolo, superficie di 230mila metri quadri, sono tutte di proprietà privata”. Tradotto dal burocratese: per realizzare il parco così come progettato, occorre che il Comune provveda “all’acquisizione delle aree individuando una procedura negoziata o per esproprio”. Insomma, il duo Parnasi/Pallotta o compra le aree che mancano o il Comune dovrà espropriarle

E non è questo l’unico problema che sta facendo slittare in avanti nel tempo l’apertura della Conferenza di Servizi finale in Regione. 

Il primo, come Il Tempo ha anticipato già nell’inchiesta di luglio scorso sul dossier Stadio, è dato dalla carenza di documentazione che rende il progetto non completo, almeno non in termini di legge. 
Mancano, infatti, tutta una serie di documenti - a partire dai sondaggi (ormai in fase di conclusione), al computo metrico estimativo, dalla relazione economico-finanziaria al piano particellare aggiornato e altri - che fanno del progetto non un definitivo ma una sorta di preliminare molto avanzato. Almeno per alcune parti di esso.

Il secondo, è il problema metropolitana
Ad agosto scorso, in Conferenza di Servizi preliminare, i tecnici capitolini si espressero chiaramente per destinare la parte di fondi messi a disposizione dai privati per il trasporto pubblico su ferro al miglioramento della Roma-Lido di Ostia, escludendo qualsiasi intervento sulla Metro B
Su indicazione del sindaco Marino, invece, in sede di trattativa con la Roma, e poi in delibera questo parere tecnico è stato “rovesciato”: nel testo varato dall’Assemblea Capitolina, infatti, si legge che l’intervento sul trasporto pubblico su ferro, dovrà essere realizzato “prioritariamente” attraverso il prolungamento della linea B della Metro fino a Tor di Valle, pur rimanendo scritte le perplessità del Dipartimento Mobilità sui rischi di interferenze con il servizio sulla Roma-Lido. 
Se non che, sia l’Atac che il Dipartimento Mobilità, analizzando il “progetto definitivo” presentato a giugno di quest’anno, hanno espresso nuovamente la loro contrarietà tecnica a quest’opera definita “inutile e dannosa” e in grado di mettere a rischio “2/300mila utenti” con una diminuzione del servizio del 40% in direzione Laurentina.

Un tema questo della metro che lascia, però, abbastanza indifferenti in Campidoglio: il nodo, dicono dagli uffici di Roma Capitale, verrà sciolto solo in sede di Conferenza di Servizi decisoria. Solo lì, infatti, si potranno effettuare le valutazioni approfondite sia sulla ipotesi progettuale presentata sia su eventuali altre varianti.

Un ulteriore problema è dato dal rischio idrogeologico. Giusto tre giorni fa, in risposta ad una interrogazione presentata da Filiberto Zaratti, deputato di SeL ed ex verde, il sottosegretario all'ambiente, Silvia Velo, Pd, citando l'Autorità di Bacino del Tevere, aveva parlato di rischi idrogeologici sul Fosso di Vallerano e su tutta l'area interessata dal progetto. In sostanza, esiste un rischio alluvioni nella zona. Si tratta, anche in questo caso come per la diramazione della Metro B, di un problema già noto sin dall'inizio della progettazione tanto che la stessa Autorità di Bacino aveva prescritto interventi di contenimento e mitigazione del rischio sul Fosso di Vallerano per un investimento globale di ben 5 milioni di euro. Investimenti conteggiati nel progetto che, chiaramente, dovrà poi essere valutato dall’Autorità di Bacino in sede di Conferenza definitiva. 

Tutto questo, quindi, comporta un evidente dilazione nei tempi di apertura della Conferenza di Servizi definitiva: occorrono prima i documenti mancanti (che dovevano giungere il 5 settembre ma la cui consegna è slittata), poi la revisione del progetto sul trasporto pubblico su ferro, quindi il problema dell’acquisizione delle aree mancanti. Solo allora, in Regione, partirà realmente il count-down dei sei mesi per chiudere la pratica. Cui dovranno comunque sommarsi le procedure per le gare europee (6-8 mesi) per le opere di interesse pubblico. 


Insomma, la strada per aprire i cantieri è ancora molto lunga: le promesse del Sindaco sulla prima pietra entro il 2015 appartengono al libro dei sogni. Infranti.

sabato 19 settembre 2015

STADIO DELLA ROMA, I DUBBI DEL GOVERNO

Lo stadio della Roma di Tor di Valle approda in Parlamento grazie a un’interrogazione del deputato Filiberto Zaratti, di SeL ed ex verde, sul rischio idrogeologico dell’area individuata dalla Roma come quella idonea a realizzare la futura casa giallorossa. 


In risposta, il sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, Pd, in risposta all’interrogazione di Zaratti, citando “informazioni acquisite dall’Autorità di Bacino”, parla di “rischio idraulico per esondazione del fosso di Valleranno e rischio idraulico potenziale per deflusso e accumulo idrico di tipo meteorico”. Aggiunge il Sottosegretario, laureata in Chimica e tecnologie farmaceutiche, che “la localizzazione dell’opera induce ad indicare la necessità di approfonditi esami circa il pericolo di assestamento delle formazioni alluvionali, anche in relazione alla determinazione dei flussi idrici sotterranei, alla variabilità dei livelli freatici ed alla relazione di questi con le previste strutture nel sottosuolo”. 

Esulta, ovviamente, Zaratti: “Anche il Ministero riconosce che l’area dove realizzare lo stadio” necessita “di approfonditi esami”; “quell’area è inidonea alla realizzazione di un intervento per circa 1 milione di metri cubi di nuova edificazione, che per oltre l’80% riguardano destinazioni d’uso totalmente estranee all’impianto, a riprova che si sta sfruttando la passione per uno sport popolare come il calcio, per realizzare una speculazione immobiliare che altrimenti non sarebbe stata possibile”. 




In realtà, come per la questione diramazione Metro B il cui progetto presentato è stato “bocciato” da Atac come Legambiente ha scoperto un mese dopo le anticipazioni de Il Tempo, anche questa problematica del rischio idrogeologico è nota agli addetti ai lavori sin dall’inizio delle valutazioni della Conferenza di Servizi preliminare dell’agosto scorso. Già da allora, infatti, l’Autorità di Bacino aveva lanciato l’alert sul rischio idrogeologico per il Fosso di Vallerano, indicando investimenti per 5 milioni di euro necessari alla sua messa in sicurezza

Investimenti previsti nel progetto che, ovviamente, dovrà poi essere valutato attentamente in sede di Conferenza di servizi definitiva.