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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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mercoledì 23 settembre 2015

GRANDINE MEDIATICA SULLO STADIO DELLA ROMA

Alla partenza dell’Osservatorio sullo Stadio della Roma - inaugurato ieri dall’assessore all’Urbanisitca, Caudo, e che mette insieme progettisti, istituzioni e cittadini per monitorare tutto il dossier sulla futura “casa” giallorossa - è piovuta una “grandinata mediatica” proprio su Tor Di Valle e sull’impianto: l’assessore alla Mobilità, Esposito, contro Caudo; Legambiente e Italia Nostra a dar fuoco alle polveri per una “giornata dei lunghi coltelli” di tipo urbanistico-sportivo.



La notizia che la Procura ha aperto un fascicolo, delegando alla Guardia di Finanza il controllo di tutte le procedure seguite, in merito al rischio idrogeologico ha dato il via alle danze. Fascicolo che si somma a quello aperto su esposto dei 5Stelle in merito alle cubature e a quello sulla compravendita del terreno su cui dovrebbe sorgere il futuro stadio fra Papalia e Parnasi

Legambiente e Italia Nostra subito hanno sparato alzo zero: “ribadiamo la nostra contrarietà su una speculazione edilizia di un milione di metri cubi che aumenterebbe il rischio idrogeologico e farebbe definitivamente a pezzi la Roma-Lido e la Metro B”, ci fa sapere Legambiente, mentre Italia Nostra definisce “demenziale” la proposta di “un gigantesco complesso urbanistico in quell'area con così gravi handicap idrogeologici”. Ovviamente, entrambe le associazioni ambientaliste si affrettano a dire che lo stadio va fatto “ma non a Tor di Valle” (Italia Nostra) e “non siamo contro lo stadio ma contro questa visione di sviluppo della città che si basa su nuovo cubature e interessi privati” (Legambiente). 
Poi va registrata la diatriba fra assessori. Mobilità contro Urbanistica. Stefano Esposito (quello del coro “Roma merda” in radio), contro Giovanni Caudo. Dice il titolare della Mobilità: “Prima pensiamo a far funzionare le corse di tutti i giorni. Lo stadio della Roma è una grande opportunità, ma ora le priorità sono altre. La preoccupazione di tutti ora è quella di avere corse puntuali poi discuteremo nel dettaglio anche della frequenza e dello stadio. Ognuno faccia il proprio mestiere”.


Giornata nera, quindi, per lo Stadio e il duo Pallotta/Parnasi. 

Anche perché lo stesso Caudo è stato molto fermo: “La Conferenza dei servizi non è ancora attivata. Nel trasferire il materiale alla Regione, abbiamo elencato le carenze documentali. Le integrazioni dovevano essere ultimate il primo settembre, evidentemente dalla Roma si stanno prendendo qualche giorno in più e ben venga, perché il progetto è complesso e tutto deve essere fatto con il massimo rigore”. 

E sulla Metro: “La delibera dice che lo stadio può aprire se il 50% delle persone arriva con i mezzi pubblici cioè, se non ci sono 16 treni l'ora (uno ogni 3 minuti e mezzo) lo stadio non apre. La delibera capitolina stabilisce che in modo prioritario questo dovrebbe realizzarsi col prolungamento della linea B della metropolitana. Se in fase di conferenza di servizi decisoria, a seguito del parere gestionale espresso da Atac, si dovesse prevedere l'opzione di aver questo livello di servizio solo sulla Roma-Lido, automaticamente si disobbliga dal prolungamento della B e la Regione si fa carico di garantire i 16 treni l'ora su quella tratta”. 
E su questo, partita aperta dato che ritorna in auge l’offerta dei francesi di Ratp (quelli che gestiscono la metropolitana di Parigi) che aveva offerto alla Regione investimenti 247 milioni di euro in cambio degli incassi di biglietteria e di un contributo annuo di 30 milioni. Progetto momentaneamente accantonato da Zingaretti. 
Infine, sulla vicenda inchiesta per il rischio idrogeologico, Caudo: “Quando c’è un esposto la Procura ha l'obbligo di aprire un fascicolo. Abbiamo messo a disposizione tutte le carte. Il parere dell'Autorità di Bacino è lo stesso dato nella conferenza dei servizi preliminare del 7 agosto 2014 (come confermato in diretta su Radio Radio dall’ing. Cesari dell’Autorità di Bacino). Il progetto definitivo ha previsto, come da richiesta, interventi di messa in sicurezza idraulica dell’area per 5 milioni di euro. Quando la Conferenza di Servizi in Regione si aprirà, si valuterà anche questa parte”.


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