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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 28 novembre 2013

PIÙ CHE SALARIA, È ACQUARIA

Trascorsi cinque-dicasi-cinque giorni dalla fine delle piogge, giunti alla fine di giovedì 28 novembre, la piscina Salaria è ancora lì, impertinente e umida.
Le code di traffico sono una costante: dalla Tangenziale Est fino allo svincolo per Fidene - 2,7 chilometri in totale - si impiegano circa trenti minuti in auto e 15 in moto (anche perché è inverosimile la quantità di conducenti distratti che guidano incollati al cellulare e, quindi, non sono in grado di mantenere una linea retta di guida).

Se, quindi, in direzione centro-Raccordo, si incrocia una piscina il cui punto più profondo supera i trenta centimetri d'acqua, in direzione opposta - dal Raccordo verso il centro - allo stesso punto si incrocia una palude, forse anche più pericolosa della piscina: l'acqua planning, infatti non è uno sport salubre e consigliato per chi guida, in special modo per chi marcia su due ruote.

Il tempo, quindi, trascorre inesorabile. C'è da domandarsi cosa stia aspettando l'Amministrazione comunale per inviare squadre di operai per risolvere il problema. Forse che, dopo la stagione delle piogge autunnali (piuttosto prevedibile e certo non monsonica) Marino e il suo assessore ai Lavori pubblici, Paolo Masini, attendano con fiducia la stagione estiva sperando nell'evaporazione spontanea della piscina?

sabato 23 novembre 2013

I BURLONI DELLA TANGENZIALE

 
Da qualche mese a questa parte, il pannello a messaggio variabile posto sulla Tangenziale Est, in direzione Salaria, poco prima dell'imbocco del nuovo tunnel, è un compendio di amenità e meravigliose sorprese.

Abbiamo letto di tutto: merci pericolose sparse sulla carreggiata, incidenti (fantasma), veicoli contromano.

Nessuna di queste emergenze, in realtà, era reale.
Per giorni, infatti, campeggiano questi messaggi di allarme che fanno tanto "al lupo, al lupo"
Il rischio, neanche a dirlo, è che il giorno in cui qualcosa avverrà sul serio, nessuno vi presterà la dovuta attenzione.

Il 4 novembre scorso, ad esempio, si leggeva questo messaggio:





Ieri - 22 novembre - il messaggio che campeggiava era il seguente:




Oggi - 23 novembre, nel pomeriggio - la scena che si presentava era questa: due "fontane" che sgorgavano, poco dopo l'uscita Monti Tiburtini, a poca distanza dal fiumiciattolo che allieta il transito dei veicoli in marcia da circa cinque mesi a questa parte. 


Ovviamente, in questo caso il pannello a messaggio variabile non diceva nulla.

Chiudiamo con una battuta (acida): grande è l'attenzione che questa Amministrazione sta riservando a Roma.
Forse può essere ora di eleggere un Sindaco che si occupi di Roma.
A Marino e alla sua Giunta possiamo lasciare i 900 metri di via dei Fori Imperiali!


martedì 19 novembre 2013

CONCORSONE 4: LA FACCIA DI CHI?

Venerdì scorso, al momento del lancio della "pietra nello stagno" erano insieme, fianco a fianco. Ignazio Marino e Luigi Nieri hanno condiviso l'onere e l'onore di denunciare le presunte irregolarità nel maxi concorso. Annuncio accompagnato dal "ci prendiamo 48 ore di tempo" per effettuare verifiche.

Ieri, trascorse le 48 ore in questione, ad incontrare sindacati, giornalisti e con corsisti c'era il solo Nieri.
Oggi in Aula consiliare, a riferire sulla vicenda ai Consiglieri dell'Assemblea Capitolina, il Sindaco non c'era. E, di nuovo, c'era il solo Luigi Nieri.

Ora, che, all'incontro con la stampa di ieri pomeriggio, insieme al viceMarino, ci fosse anche il solo Rodolfo Murra era piuttosto scontato. L'altra "detective" capitolina incaricata delle indagini, Antonella Caprioli, capo del Personale, avrebbe potuto incontrare qualche difficoltà a rispondere alle inopportune domande dei giornalisti, tipo, ad esempio, come ci si sente a indagare su se stessi... visto che, nelle tre Commissioni d'esame in cui è stata impiegata, non risultano sue denunce o segnalazioni di irregolarità nello svolgimento del Concorso.

Che, invece, non ci fosse il Sindaco a spiegare la vicenda ha lasciato più di qualcuno perplesso. 
Ma, si sa, il Sindaco di Roma ha mille impegni istituzionali. 
Per cui, chiaramente, la presentazione di un libro alla Feltrinelli di via Appia Nuova è palesemente un appuntamento istituzionale al quale non è possibile mancare.
In fondo, la carica di Vicesindaco che ci sta a fare?

Oggi, invece, nella sede istituzionale per eccellenza, il Consiglio comunale, a riferire su una vicenda esplosa come un fulmine a ciel sereno, spiazzando sindacati, concorsisti, commissari d'esame, ancora il Sindaco non c'era. 

Sicuramente tutte coincidenze ma i bene informati nei corridoi capitolini leggono in questa assenza reiterata del Sindaco una netta presa di distanza dalla vicenda, un "non volerci più mettere la faccia".

In sostanza, Marino si è reso conto della sciocchezza in cui lui e l'intera Amministrazione capitolina si sono infilati.
Il Comune è stato esposto non solo a decine di migliaia di ricorsi ma al rischio contabile di enormi risarcimenti.
La Giunta ha vissuto questo weekend come un boomerang politico: se l'idea iniziale era di sollevare un polverone "anti alemanniano" e poi procedere in un'ovazione di applausi all'annullamento indolore del concorso - come le ridondante affermazione di Marino di ieri parrebbe dimostrare - ebbene questa idea è miseramente fallita.
I concorsisti e le loro famiglie hanno letteralmente invaso la bacheca di Marino non solo di proteste per il prima annunciato e poi rimangiato annullamento, ma anche di testimonianze di regolarità del concorso. E certo gli applausi dei concorsisti che ieri manifestavano sotto il Campidoglio che ieri, all'improvviso e inaspettati, hanno accolto l'arrivo dell'ex sindaco Alemanno non sembra siano stati presi bene a Palazzo Senatorio.

Di qui, le assenze strategiche, un po' come quelle dei liceali che bigiano scuola per evitare un'interrogazione. E mandare avanti Nieri ha anche un altro effetto: esporre la faccia del Vicesindaco a quella che si è trasformata da una Austerlitz in una Waterloo, vuol dire anche ridurne il peso personale in Giunta, diminuendo l'influenza politica di SeL che è uno degli elementi della politica di Marino più criticati fino ad oggi dal Partito del Sindaco, il Pd.



lunedì 18 novembre 2013

CONCORSONE 3: "FAMO CHE NUN FAMO"

Secondo l'Amministrazione Marino il maxi concorso è viziato da "grossolane irregolarità" poiché le buste che contenevano i nomi dei candidati non garantivano l'anonimato.
Ma lo stesso maxi concorso non sarà annullato.

Una soluzione che non è una soluzione, un "famo che nun famo", per dirlo con un'espressione in romanesco.
È una soluzione politica di cortissimo respiro.

Oggi, questa pseudosoluzione potrebbe al massimo garantire un po' di pax sociale (e sindacale) di cui Marino e la sua Giunta abbisognano. Ma, non solo lascia aperti tutti i pesantissimi interrogativi già avanzati negli ultimi due giorni, ma ne apre addirittura di nuovi e con risvolti ancor più tragici.

PRIMO: LA QUESTIONE (O GIALLO) DELLE BUSTE
La denuncia iniziale di Marino e Nieri - avanzata nella conferenza stampa d'urgenza di venerdì pomeriggio scorso - era che le buste non garantivano l'anonimato.
Oggi, si scopre che le buste erano addirittura due, una effettivamente "internografata" - rivestita, cioè, internamente di una pellicola violacea oscurante il contenuto - l'altra, rinvenuta nei faldoni dei concorsi, era invece bianca.
Ora, secondo quanto asserito dal Vicesindaco nell'incontro con la stampa di oggi pomeriggio, in queste buste erano inseriti i foglietti con i dati anagrafici dei concorrenti. 
Prima anomalia denunciata da Nieri: alcuno foglietti con i dati anagrafici erano stampati al computer, altri erano scritti a mano.
Nelle buste internografate il contenuto - sia se stampato che se scritto a penna - non era visibile di fronte a una finestra. Posta invece di fronte a lampada alogena da 60 watt, era possibile leggere il foglietto stampato ma non quello scritto a penna.
Nella busta bianca, invece, basta la luce del sole che filtra da una finestra per rendere visibile il contenuto della busta, tanto se scritto a mano quanto se stampato.

In realtà, questo falso giallo si spiega semplicemente: nei concorsi con pochi partecipanti - quelli che vennero definiti un flop dalla sinistra e per i quali l'attuale capo segreteria di Marino, Enzo Foschi, rilasciò una simpatica dichiarazione "si vede che nessuno vuole lavorare con Alemanno" - la Praxi prestampò i nomi. Per quelli con un elevato numero di concorrenti, invece, venne deciso di evitare questa procedura, che sarebbe stata troppo onerosa, ripiegando su una più comune scrittura a mano.

Resta aperta la questione delle due buste. E su questa dovrà lavorare la Procura per capire se la Praxi è stata ingannata dai suo fornitori, oppure se ha scientemente alterato la fornitura; oppure ancora per capire se la sostituzione c'è stata ad opera di qualche funzionario comunale infedele e, infine, se si sono verificate omissioni nei controlli da parte non solo dei responsabili della gara d'appalto e anche dei Commissari d'esame, nessuno dei quali, pare, avrebbe mai verbalizzato questa stranezza delle buste.

MA QUANTO PESANO LE BUSTE?
Detto questo, realmente quanto "pesano" le buste? 
Secondo quanto riferito da Nieri e dall'avvocato Murra, sono state rinvenute queste buste bianche mischiate a quella internografate in tutti e 22 i concorsi, in percentuale maggiore in quei concorsi che contavano un più elevato numero di iscritti.
Ora, il sospetto è palese: nelle buste a minor grado di riservatezza potrebbero essere stati inseriti i nomi dei raccomandati. 

Certo, la procedura di analisi e correzione dei compiti prevede la presenza dell'intera Commissione, da 4 a 7 componenti. 
Il Presidente apre la busta grande contenente le prove scritte e le passa ai Commissari per la numerazione delle pagine utilizzate, l'apposizione di un numero progressivo identificativo del compito e poi la correzione dell'elaborato al termine della quale il voto viene scritto a penna sul tema. 
Il numero progressivo identificativo viene riportato sulla busta dei dati anagrafici che rimarrà chiusa fino alla conclusione delle correzioni di tutti gli eleborati di tutti i candidati. 
Solo dopo di allora, quando i voti di tutti i temi saranno stati assegnati, ogni elaborato verrà "abbinato" - utilizzando il numero progressivo identificativo che era stato scritto all'inizio sul tema e sulla busta con i dati anagrafici - al suo autore.

Appare, quindi, difficile credere che uno dei Commissari (dovrebbe essere il Presidente a tenere in mano la busta con il nome del candidato) alzi in controluce, di fronte a tutti gli altri, la busta per leggere il nome e decidere, così, in modo predeterminato, di attribuire un voto alto al tema del raccomandato di turno. Figurarsi metterla su una lampada alogena da 60 watt! 
Però, magari, la busta bianca è più leggera, oppure "scrocchia" in modo diverso dall'altra: insomma, questa busta potrebbe comunque, in qualche modo aiutare l'ipotetico Commissario infedele ad alterare in positivo il voto del candidato raccomandato. 
E non conta neanche il numero delle buste bianche: più buste vorrebbe dire più raccomandati. Non è importante, alla fin fine, sapere il nome e cognome esatto del raccomandato: il Commissario infedele sa che a ogni busta bianca deve corrispondere un voto alto. Del resto, mica è uno solo il posto da assegnare!

Nieri, in conferenza stampa, si è affrettato a dire che l'intera Amministrazione nutre la massima fiducia tutti i Commissari.
Tuttavia, il semplice sospetto che queste buste possano alterare un concorso è una ragione giusta e sacrosanta per annullarlo.

Basterebbe, quindi, fare un po' di prove: i candidati i cui nomi erano racchiusi nelle buste bianche che voto hanno ottenuto? Alto e promossi? Basso e bocciati? O misti, qualche promosso e qualche bocciato?
Una di quelle semplici prove, che gli Uffici capitolini potrebbero fare in breve tempo e che potrebbe sgomberare il campo da qualsiasi ombra di irregolarità oppure costituire la "prova regina" che dietro la storia delle buste si nasconde un tentativo di incanalare il concorso verso risultati predeterminati.

I DUBBI SULLE PROCEDURE DI CONTROLLO
A questo punto, si apre la vicenda dei dubbi sulle procedure di controllo seguite.
Nonostante svariate domande rivolte a Nieri in conferenza stampa, il Vicesindaco non ha chiarito come mai a distanza di un anno dal termine delle prove del concorso, siano sorti questi dubbi.
La spiegazione addotta è la stessa di venerdì scorso: nel nominare la nuova Commissione per il concorso per i Vigili Urbani, abbiamo avviato controlli a campione sugli altri concorsi che hanno fatto sorgere le perplessità.
Il primo dubbio nasce dalla scelta dei due funzionari incaricati di condurre questi accertamenti: Antonella Caprioli, nominata da Marino alla guida del Dipartimento Risorse Umane, e Rodolfo Murra, nominato da Marino alla guida dell'Avvocatura capitolina.
La Caprioli è stata in tre diverse Commissioni: in una Presidente, nelle altre due membro. E, da Commissario, non risulta abbia mai sollevato dubbi né sulla presenza di due buste né sulla questione della trasparenza alla lampada alogena di quella internografata.
Il secondo è l'avvocato Murra. Considerato un ottimo legale - come del resto la Caprioli è considerata comunque una funzionaria molto competente - è tanto bravo che, per conto dell'Ordine degli Architetti, ha svolto corsi di preparazione per il Concorso per Architetto del Comune di Roma. Proprio uno di quei concorsi le cui carte ha dovuto riesaminare da controllore.



Sorprende, però, il fatto che, nonostante la sua bravura, l'avvocato Murra abbia superato la concorrenza dell'avvocato Carlo Sportelli che, per conto dell'Avvocatura capitolina, è sempre stato investito delle tematiche giuridiche inerenti il personale.

Secondo dubbio: le procedure. I soli responsabili civilmente, penalmente e amministrativamente della tenuta di tutte le carte. Delle prove e dei verbali di un concorso pubblico sono i Commissari d'Esame e la segreteria della Commissione. 
Quando venne aperto il fascicolo d'indagine sul concorso per Vigili Urbani - un fascicolo aperto per falso, poiché uno dei verbali venne firmato da tutti i componenti della Commissione mentre risultò da intercettazioni telefoniche, legate all'inchiesta sulle sponsorizzazioni del Circolo sportivo dei Vigili, che uno dei Commissari era in vacanza e non a Roma a firmare - i Carabinieri si presentarono in Comune per acquisire la documentazione sul concorso muniti di un ordine firmato da un magistrato
Qui, invece, senza alcun ordine del giudice, viene avviata una procedura di controllo che ha visto Murra e Caprioli aprire armadi, plichi, faldoni, buste senza neanche la presenza del Presidente della Commissione d'esame.
Che i Commissari non fossero presenti durante queste ispezioni lo ha confermato lo stesso Nieri in conferenza stampa.
Ovviamente né la Caprioli né Murra hanno fatto altro che condurre un controllo che, come lo stesso Murra ha chiarito, si è limitato all'analisi di quelle carte relative ai concorsi che avevano già concluso la correzione delle prove scritte. 

COME VA A FINIRE?
Ecco, questo è il quesito più importante, quanto meno perché coinvolge non solo la vita di 1995 (potenziali) vincitori di concorso o dei circa 20mila partecipanti alle prove scritte ma anche perché, per i suoi effetti potrebbero ripercuotersi sulle casse capitoline, e quindi sull'intera città, per molti anni a venire.
In primis, la questione ricorsi.
Il punto nodale può essere semplificato così: se, come l'attuale Amministrazione ritiene sia, il concorsone è viziato da irregolarità, questo dovrebbe essere annullato.
L'annullamento comporta le seguenti conseguenze: ricorsi a go-go. Ricorrerebbero tutti quelli che hanno partecipato alle prove scritte e forse potrebbero farlo anche tutti quelli che hanno preso parte alle preselezioni. Da 20mila a 300mila ricorsi. Gli avvocati d'Italia stapperebbero lo champagne per molti anni a venire. Poi ci sarebbe il problema Praxi. O il Comune dimostra la sua estraneità e diviene parte lesa, e allora la Praxi farebbe prima a chiudere ora perché sarebbe investita di richieste di risarcimenti miliardari. Oppure la Praxi dimostra la sua di estraneità e allora sarebbe il Comune a dover pagare.
Poi ci sono i ricorsi interni: intanto quelli contro tutti quei dirigenti che, all'epoca della Giunta Alemanno, hanno messo in piedi il concorsone, poi quelli che hanno omesso di effettuare i controlli. Tradotto, fra dirigenti e commissari, presidenti di commissione d'esame e segretarie di commissione, un centinaio di dipendenti potrebbe essere chiamato a rispondere in sede giudiziaria di questa vicenda. E/o gli stessi membri di Commissione potrebbero chiamare il Sindaco e il suo Vice a rispondere del sospetto - per quanto Nieri si sia sperticato a ribadire la fiducia dell'Amministrazione nei commissari - che si sarebbe potuto alterare l'esito del concorso.
Ironia della sorte, fra questi stessi dirigenti c'è la Caprioli che da controllore dovrebbe denunciare se stessa tre volte nella sua qualità di Commissario!

Oltre queste conseguenze, che rimangono tutte in piedi anche in caso di non annullamento del concorso - che è poi quello che sta accadendo oggi - ce n'è un'altra: i 1995 vincitori che, prima o poi, blocco del turn over compreso, saranno assunti, rischiano di lavorare per non si sa quanti anni, con una spada di Damocle sulla testa: fino alla conclusione delle indagini dei magistrati - sollecitate e annunciate oggi da Nieri quando afferma che "porteranno le carte in Procura" - lavoreranno senza avere la certezza che l'agognato posto fisso in Comune possa essere o meno revocato.
1995 vite e famiglie sospese.
Una decisione piuttosto pilatesca che, infine, potrebbe avere anche un altro risvolto quasi ironico: se un domani la magistratura dovesse accertare che il Concorso era irregolare, anche Marino, Nieri, Murra e Caprioli potrebbero essere chiamati a risponderne nelle varie sedi, poiché sapevano ma non hanno adottato gli atti necessari ad impedirlo.

 

domenica 17 novembre 2013

CONCORSONE, INTERVENTO A RADIORADIO

Da questo link è possibile ascoltare in podcast il mio intervento a RADIORADIO sulla vicenda del concorsone al Comune di Roma 

http://www.radioradio.it/apps/radioradio/utils/download.ashx?file=/Assets/RadioRadio/Uploads/Documents/Podcast/RADIO%20RADIO-%20%20LA%20DOMENICA%20POLITICA%20-%20FERNANDO%20MAGLIARO%20-%2017-11-2013.mp3

CONCORSONE, NUOVE DENUNCE DI STRANEZZE

La denuncia parte da alcuni membri e presidenti di Commissione d'Esame del maxi concorso del Comune. Ed è di quelle pesanti.
"Che vogliono dire le affermazioni del sindaco Marino e del suo vice, Nieri, che hanno fatto fare "verifiche a campione" sulle prove concorsuali? Che hanno toccato le buste e gli elaborati? La legge dice che i soli autorizzati a toccare gli elaborati di un concorso sono i membri di Commissione e a noi nessuno ci ha convocati. Come membri di Commissione noi siamo i soli responsabili civilmente, penalmente e amministrativamente di tutte le carte e i verbali di un concorso. E nessun altro può toccarle. E che vuol dire che il Sindaco ha incaricato il capo dell'Avvocatura, Rodolfo Murra, e la direttrice del personale, Antonella Caprioli, a fare verifiche? Di che verifiche parlano? Quando i Carabinieri andarono in Comune per l'inchiesta sul concorso dei Vigili avevano un mandato firmato da un magistrato per toccare quei documenti. E qui?"

Un'altra grana si abbatte sui poveri partecipanti al maxi concorso del Comune di Roma, per 1995 posti, bandito nel 2010 dalla Giunta Alemanno, giunto quasi alla conclusione e, venerdì sera, d'improvviso sotto minaccia di annullamento, a causa, secondo la denuncia del sindaco Marino e del suo vice, Nieri, delle buste contenenti il nome del candidato che non garantirebbero l'anonimato.

TRE COMMISSARI, STESSE VERSIONI
Abbiamo sentito tre diversi commissari, di tre diverse commissioni d'esame, e tutti e tre danno la stessa versione: le buste con i nomi erano oscurate.
"La procedura - uguale per ognuno dei 22 concorsi - prevedeva che bella e brutta della prova scritta fossero inserite in una busta grande dentro la quale veniva collocata una busta sigillata più piccola, quella oscurata e oggetto dello "scandalo", in cui il candidato doveva inserire i suoi dati anagrafici. Al momento di aprire queste buste - spiegano i commissari - quelle piccole non riuscivamo ad aprirle bene neanche con il tagliacarte. La pellicola scura all'interno, infatti, era così spessa che, alla fine, gli involucri si laceravano proprio".

INVEROSIMILE FARE LE "COMBINE"
"Va poi chiarita un'altra cosa: era impossibile per un singolo commissario accedere in solitudine agli elaborati. Il sistema di sicurezza prevedeva che le buste contenenti i temi, sia brutta che bella copia, e i dati anagrafici del candidato, venissero chiusi in armadi, casse o bauli chiusi a chiave. Questi armadi o bauli erano collocati in stanze chiuse a chiave. E non c'era nessuno che fosse in possesso di tutte le chiavi contemporaneamente. Questo significa che le eventuali "combine", che sembrerebbero alla base del sospetto di Sindaco e Vicesindco, avrebbero richiesto la "collaborazione" di tutti i membri di commissione e anche delle segretarie. In sostanza, per "barare" si dovevano mettere d'accordo quattro o cinque persone diverse. E, poi, per quanti posti per ogni concorso? Piuttosto inverosimile e decisamente ingeneroso anche solo il sospetto. E, poi, dopo la vicenda del concorso per i Vigili, con tutti e cinque i membri di quella Commissione finiti sotto inchiesta della magistratura, chi avrebbe mai rischiato una cosa del genere? Infine, tutti gli elaborati, sia bella che brutta copia, sono stati scannerizzati è messi su internet a disposizione dei candidati: in sostanza, ogni candidato, al quale era stata fornita una password, dopo le correzioni, poteva vedere e controllare i propri elaborati, a garanzia di trasparenza".

I NUMERI
"Ventidue concorsi, un'ottantina di Commissari, una trentina di segretari di Commissione: alcuni, pochi, dirigenti esterni, la maggior parte funzionari e dipendenti comunali, e nessuno si è mai accorto di nulla. Non solo, ma anche la dottoressa Caprioli, che oggi dovrebbe fare le verifiche, è stata in Commissione. Ne ha presieduta una e di altre due è stata membro. E anche lei, per quanto ci risulta, non ha mai sollevato dubbi o obiezioni. Oggi che fa, la controllora di se stessa?"

LA "SOSTITUZIONE IN CORSA" DEGLI ESTERNI
Emergono, poi, nuovi particolari sulla strana vicenda della sostituzione in corsa dei commissari. Pochi giorni dopo l'insediamento della Giunta Marino, raccontano i Commissari, tutti quei dirigenti comunali esterni, nominati da Alemanno, e che erano membri di Commissione in concorsi che non si erano ancora conclusi, vennero convocati negli uffici della neo direttrice del personale, Antonella Caprioli. In sostanza, affermano, sarebbe stato loro fatto intendere amichevolmente che sarebbero state gradite le loro dimissioni spontanee. "Nessuno di noi accettò. A quel punto ci venne fatto presente che avremmo svolto i nostri compiti gratuitamente. Alcuni di noi accettarono. Altri, invece, non accettarono e dissero che, alla fine del lavoro, avrebbero preteso il pagamento, se necessario anche facendo causa. Oppure avrebbero dovuto cacciarli. Cosa che non è avvenuta".

PARTECIPANTI INFURIATI
Venerdì sera, alle 20.48, il sindaco Marino posta sulla sua bacheca di Facebook un messaggio in cui denuncia urbi et orbi il problema delle buste "trasparenti" e annuncia la volontà di prendersi 48 ore di tempo per decidere cosa fare del maxi concorso. Oltre 2500 "like" e più di 1350 commenti di gente che definire infuriata è poco. A parte chi si limita all'insulto generico e alla contumelia, ci sono quelli che si lamentano per il tempo e i soldi spesi, chi accusa di voler "mettere gli amici", chi dice che è perché non ci sono soldi per pagare i neo assunti, chi annuncia che non voterà più per Marino. Ci sono quelli che preannunciano richieste di risarcimento, chi si trova ora senza lavoro, avendo vinto il concorso e essendosi dimesso da altri posti. Si fatica, onestamente, a trovare qualcuno contento e soddisfatto di questa decisione.

sabato 16 novembre 2013

CONCORSONE: SOSPETTI SUI SOSPETTI


Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, intende, probabilmente, annullare del tutto il maxi concorso per 1995 posti al Comune di Roma, bandito dalla Giunta Alemanno. La decisione è attesa nelle prossime 48 ore, cioè lunedì, non appena l’Avvocatura capitolina e la dirigente del personale, la dottoressa Antonella Caprioli, termineranno le loro valutazioni rendendone edotto il primo cittadino.

Motivazione, annunciata ieri pomeriggio in una conferenza stampa convocata in tutta fretta dal Sindaco e dal suo vice, Luigi Nieri (SeL): le buste contenenti il nome del candidato non garantirebbero l’anonimato, essendo piuttosto trasparenti.

Il concorsone – per l’esattezza si tratta di 22 diversi concorsi che mettevano “in palio” 1995 posti fra geometri, architetti, ingegneri, bibliotecari, funzionari amministrativi, informatici e via dicendo – è stato organizzato e gestito dalla società Praxi, con sede a Torino, che ha vinto una gara europea, battendo altri 4 concorrenti e superando una serie di ricorsi amministrativi al Tar che, quindi, ha decretato il corretto svolgimento dell’appalto. Praxi che, oltre al maxi concorso del Comune, gestisce anche altri concorsi: a Bari o a Napoli e che ha gestito le 400mila domande per il concorso all’Agenzia delle Entrate.

E la Praxi si difende, per il tramite di Sergio Rossi, responsabile della businness unit Concorsi. Le buste incriminate sono quelle denominate “internografate”, con grammatura 80-100 per centimetro quadrato,
In sostanza, l’esterno della busta è bianco, all’interno invece è applicata una pellicolazione blu scura-violetta che impedisce di leggere il contenuto.
Queste buste – spiega Rossi – sono usate comunemente in tutti gli atti, dai concorsi alle gare d’appalto, che richiedono la garanzia del rispetto dell’anonimato del contenuto. La loro definizione, infatti, nei vari capitolati, è quella di essereidonee a non rendere visibile il documento contenuto all’interno’”.
Per essere più chiari, questi involucri dovrebbero garantire un livello di anonimato superiore a quello delle buste che vengono utilizzate quando si riceve a casa il pin della carta di credito o del bancomat o come quelle delle buste paga o, ancora,  come il retro delle schede elettorali.
Ovviamente, con strumenti da Csi è possibile arrivare anche a decifrare qualcosa, ma ad occhio nudo, anche mettendole controluce, non si dovrebbe riuscire a decifrare nulla.

E già questa affermazione apre un dubbio circa ciò che sta accadendo.

Ma non basta solo la questione “buste” a gettare sospetti sulla decisione del Campidoglio.

Emergono, infatti, altre incongruenze: come possono due funzionari, non esperti né in grafologia né in analisi delle immagini, come un avvocato e un funzionario amministrativo, per quanto certamente eccellenti nei loro campi, riuscire in 48 ore, di sabato e di domenica, ad esaminare una questione così spinosa che porrà il Comune al centro di uno dei più grossi contenziosi giudiziari degli ultimi trent’anni?
Ripercorriamo la vicenda: quando viene bandito il concorso, nel 2010, giungono oltre 300mila domande. Vengono effettuate le prove di preselezione, sottoposte a webcam in diretta, con correzione elettronica immediata, a garanzia di trasparenza e correttezza. Risultato? Rimangono in lizza circa 20mila persone per 1995 posti divisi in 22 concorsi diversi.
Di questi 22 concorsi alcuni posti – ad esempio 4 geometri, una decina di esperti in project financing e una trentina di posti per controllore di gestione – giungono a conclusione con l’assunzione dei vincitori.
Un’altra fetta di questi concorsi – 8 o 9, fra cui quello per esperto informatico – sono conclusi, le graduatorie pubblicata e nessuno è stato oggetto di ricorso.
Ancora.
Altri di questi concorsi, fra cui quello per i 300 posti di educatore nella scuola materna, sono conclusi e in attesa di pubblicazione della graduatoria.

E, infine, per altri – gli istruttori amministrativi, ad esempio – sono in corso gli esami orali.
Ebbene, già il semplice annuncio del sindaco Marino di possibili irregolarità apre la strada a una valanga infinita di ricorsi che impegneranno l’Avvocatura e il Tar per chissà quanti anni a venire, esponendo il Campidoglio a rischi enormi di risarcimenti danni incalcolabili. Figurarsi, poi, se il concorso venisse anche solo sospeso o addirittura annullato.

Infine, due elementi piuttosto anomali fanno pensare: il primo, pochissimi giorni dopo l’insediamento della Giunta Marino, tutti i dirigenti esterni del Comune, nominati durante il mandato Alemanno, e che erano membri di Commissione d’Esame, vennero convocati – su indicazione della neo direttrice del personale, la stessa dottoressa Caprioli che oggi deve esprimersi sulla validità del Concorso – e venne chiesto loro di rinunciare all’incarico di membro della Commissione d’Esame.

Come è noto, non è procedura consentita il cambio della Commissione mentre sono in corso gli esami, pena l’annullamento del concorso stesso.

Al rifiuto di questi dirigenti, venne comunicato loro, secondo quanto gli stessi raccontano, che avrebbero allora svolto i loro compiti gratis (et amore dei) per carenza di fondi nelle casse capitoline.

Infine, parliamo proprio delle Commissioni esaminatrici: 22 diversi concorsi danno luogo alla composizione di 22 diverse commissioni “madre” e, in quei bandi in cui sono presenti più di 700 candidati si forma una prima sottocommissione e, ove ne fossero più di 1000 – in 4 concorsi – anche una seconda sottocommissione.

Ogni commissione “madre” è composta da 3 membri, mentre le sottocommissioni da due.

In totale, quindi, per il maxiconcorso comunale sono stati nominati, fra commissioni madre e sottocommissioni, oltre un ottantina di commissari esaminatori.

Nessuno di questa ottantina di commissari – compresa la stessa dottoressa Caprioli, che è stata presidente di Commissione per il concorso per gli esperti di controllo di gestione e membro della commissione esaminatrice per gli esperti informatici e di quella per i funzionari amministrativi – si è mai reso conto di questo problema con le buste sollevato da Marino e Nieri.

Almeno, nessuno ne ha fatto cenno pubblicamente, per quanto è dato di sapere.

La dottoressa Caprioli, quindi, ora, si trova nella scomoda posizione di essere controllore e controllata e, insieme al capo dell’avvocatura, l’avvocato Rodolfo Murra, a dover decidere in pochissime ore su questa vicenda spinosissima.

 Vicenda che già sta lasciando “morti e feriti”: la bacheca facebook del sindaco Marino è stata, infatti, invasa da oltre 750 commenti di persone che definire “inviperite” è dire poco.

Emanuele Rossi, scrive: “Benissimo, grazie. Ho sputato sangue per anni per studiare per quel concorso, soldi, tempo...e ce l'avevo pure fatta a entrare in graduatoria...e ora lo annullate? Mi spiegate per favore come si potevano truccare le preselettive? corrette in maniera elettronica subito dopo la prova e in diretta internet? e gli orali pubblici, come si facevano a truccare? quest'annullamento, se confermato è più che sospetto (non ci sono soldi per l'assunzione? volete inserire piuttosto i vostri uomini?)...ti ho pure votato ma occhio, qui state scherzando con la vita delle persone...”.

Rincara la dose Alessandra Lombardi “e poi volete controllare entro 48 ore una procedura che dura da 3 anni???.......di sabato e domenica poi.....non scherzate.....che era una decisione già presa, solo per non assumere”.
O ancora, Daniela De Angelis “È passato più un anno dagli scritti!!! Ora vi accorgete delle irregolarità?? Troppo comodo!! Alcuni stanno studiando e impegnandosi da tre anni, facendo sacrifici! E ora???”.
Insomma, un ginepraio nel quale Marino e Nieri si sono andati a cacciare e dal quale sarà assai complicato uscire fuori indenni.

Al vetriolo Enrico Cavallari, ex assessore al Personale della Giunta Alemanno e colui il quale il Concorso l’ha ideato e portato avanti: “Abbiamo seguito procedure di trasparenza rigidissime, come testimoniano proprio i commenti sul facebook di Marino scritti da chi gli esami li ha sostenuti: dalla gara europea alle prove in diretta web. La mia sensazione è che ci siano due ragioni per questa scelleratezza che Marino sta facendo. La prima, è politica: cancellare qualsiasi cosa il centrodestra abbia fatto, come se fossimo stati degli “occupanti abusivi” di una “cosa”, il Comune, che la sinistra considera sua proprietà. La seconda, forse, è cercare di non avere il rischio di dover pagare nuovi stipendi, visti i tagli al bilancio. Mi auguro solo che non ci siano altre motivazioni, più ”di bottega”, per cui viene fatto tutto questo casino infischiandosene di tutti questi ragazzi che, per anni, hanno studiato e speso soldi e tempo per fare il concorso. E certo che a parlare di trasparenza sia uno come Nieri che non si è accorto, in ben 10 anni di attività comune, che il suo capostaff non era laureato, la dice lunga”.

giovedì 14 novembre 2013

Esquilino, terra di nani e ballerine

Il Radisson Blu Hotel organizza da qualche anno a questa parte delle simpaticissime soirée allegre una volta a settimana.
La data varia di volta in volta, il pubblico no. 

Ragazzotti strafighi su auto strafighe con la scritta in faccia "figlio di papà", il portafogli rigonfio che gonfia la giacca.
Omettini di mezza età, tutti azzimati, con il nodo alla cravatta modello "forzaitalia" o "tecnocasa", improfumati più delle ragazze con cui si accompagnano, profumi misti di creme antirughe e autoabbronzanti.
Ragazze, più o meno giovani, abbigliate con le stesse lunghezze delle signorine sulla via Salaria ma a costi decisamente più elevati, sottobraccio ai primi due e, generalmente, con un rapporto anagrafico inverso: più sono adulti gli uomini, più lolite le loro accompagnatrici.
L'unica nota, forse, positiva di questa fauna che raccoglie il peggio dello yuppismo anni '80 e del craxismo, è che, per qualche ora il puzzo della mondezza che esala dai secchioni viene coperto dal profumo di queste allegre comitive. 
Oddio, a ripensarci, forse non è nemmeno positiva, come nota!

Le feste del Radisson - di cui i Vigili urbani sono a conoscenza - partono alle 18.30-19.00 di sera, con l'aperitivo. E terminano oltre la mezzanotte.

Ogni volta, la stessa scena: nonostante l'esistenza di un parking multipiano proprio a fianco al Radisson, vige il parcheggio selvaggio. In un ristrettissimo perimetro si accalcano suv, Smart, Mercedes e le più popolane 500 e Mini. 


In via Filippo Turati, da piazza Manfredo Fanti a via Mamiani e in via Mamiani ogni centimetro libero viene occupato da una macchina: fermate dell'autobus, posti riservati ai portatori di handicap, parcheggi dedicati alle due ruote, incroci, strisce pedonali, scivoli per disabili, marciapiedi. E se non bastano questi posti ci si organizza con la vecchia, amatissima, doppia fila.


Questo è un esempio del parcheggio fai da te in queste occasioni:

Il proprietario della Smart - un omarino di mezza età con la pretesa di passare per un ventenne, sigaretta in bocca, cellulare all'orecchio durante guida e manovra di posteggio - alla segnalazione di aver parcheggiato in divieto di sosta, risponde: "Vatte a fa' un giro e nun me rompe li coglioni, lo so che è posto moto".
Dopo gli incendi di moto e auto che, nell'ultimo mese, hanno flagellato la zona distruggendo completamente o danneggiando una sessantina di moto e una quindicina di auto; dopo la mondezza che, a tutte le ore, trabocca dai secchioni; le buche nelle strade, i tombini che vomitano l'acqua piovana invece di inghiottirla, adesso abbiamo i nani, le ballerine, i pagliacci. Sorrentino, quando ci ha presentato Jep Gambardella e i suoi festini cafonal, non è andato lontano: dev'essere passato per il Radisson Hotel durante una di queste seratine.
 


Provare a chiamare i Vigili? Ahahahahahahahahahahaha


martedì 5 novembre 2013

BASTA! ALEMANNO DIMETTITI (OPS...)

Nella triade capitolina, insieme a Giunone e Minerva, entra a buon diritto - soppiantando Giove, anche quello Pluvio - il nuovo Dio romano: Marino, dio delle acque.
Cascate, cascatelle, torrenti, rigagnoli, fiumiciattoli, stagni e laghi: il Biondo Tevere e l'Aniene non sono più i due fiumi della Capitale.
Questo è l'effetto delle piogge di questa sera.
Grazie alla "splendida" manutenzione più volte annunciataci dal più tenace fustigatore dell'inefficienza della Giunta Alemanno - l'intrepido Paolo Masini - fra Roma e Venezia (con l'acqua alta) oggi non c'era differenza.

Il tragitto fatto in moto - senza che dal cielo venissimo onorati di una sola goccia d'acqua - è iniziato dalla via Salaria: 20 minuti per fare i circa 7 km della Consolare, praticamente a passo d'uomo. Causa? Un fiume in piena aveva invaso tutte e due le corsie.
E, per fiume in piena, intendiamo proprio un fiume: con guadi e isolette (i pochi tratti non allagati).

Amici, parenti e conoscenti hanno segnalato allagamenti in tutte le consolari: Tiburtina, Casilina, Prenestina, Aurelia, Appia.
Non c'è zona che si sia salvata.

Dalla Tangenziale Est scendevano allegre cascare a rallegrare la vista degli inumiditi audaci che attendevano il tram sotto la sopraelevata.
Largo Passamonti è ormai un luogo di studio per la 10km di nuoto in caso assegnassero a Roma le Olimpiadi del 2945!
Porta Maggiore è stata ribattezzata Lago Maggiore, senza nulla togliere a quello di Piemonte e Lombardia.
Scene di panico alla vista di auto con l'acqua che lambiva il pianale a piazza Vittorio dove si è ripetuta la consueta scena della preferenziale del tram usata dalle anatre per far fare pratica di nuoto agli anatroccoli.

Insomma, le solite scene di vita quotidiana che si vedono a Roma quando piove.
Si vedevano ieri con Alemanno e il refrain era: Alemanno dimettiti.
Ci hanno annunciato un maxi programma di "sturaggi" dei tombini.
Le cose sono due: o ci hanno preso in giro o li hanno presi in giro...
A questo punto, ci uniamo anche noi al coro: Alemanno, dimettiti!!!

Ops...