*****************************************************************************************************************************************************************************************************************************************************

In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

*****************************************************************************************************************************************************************************************************************************************************

lunedì 29 giugno 2015

STADIO: "SOLO ERRORI DI TRASMISSIONE. SI VA AVANTI"

La mancanza di parte della documentazione non cambia la nostra impostazione”. Dopo che, nei giorni scorsi, l’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Giovanni Caudo, aveva specificato in una intervista pubblica quanto Il Tempo aveva già anticipato circa i dubbi sulla prosecuzione dell’iter procedimentale per l’esame dello stadio della Roma in assenza di tutta la documentazione “definitiva” del progetto, la scoperta della mancanza anche di altre relazioni sulle opere “di pubblico interesse” non muta sensibilmente la posizione del Campidoglio.
Abbiamo contattato anche il coordinamento del progetto, esponendo la carenza di questa parte di progetto e, cioé, la mancanza delle relazioni esplicative sugli interventi previsti per l’asse viario di Via del Mare e Via Ostiense, sullo svincolo di Parco de’ Medici lungo l’autostrada Roma-Fiumicino e sull’asse viario interno che collegherà proprio l’autostrada con la via del Mare attraverso il ponte carrabile sul Tevere. Ci sono solo mappe e cartine, disegni grafici e sezioni, ma nessuna relazione che spieghi in modo discorsivo come si intenda procedere e che tipo di lavori si vogliono fare.
Crediamo - fanno sapere i coordinatori del progetto - che si possa trattare solo di un errore nella trasmissione dei plichi e nella stesura degli elenchi dei file presentati al Comune. Nei prossimi giorni, effettueremo le opportune verifiche e saremo in grado di fornire una risposta più approfondita”.



Le carte - spiega Caudo - sono all’esame dei dirigenti e degli uffici tecnici. Spetta a loro verificare e controllare. Sulla base delle loro verifiche, poi, vedremo come procedere ma la questione resta sempre la stessa. Il progetto è importante non solo per la città ma per il Paese intero. Inoltre, è, come ho già detto in passato, di grande qualità. Il Comune, a suo tempo, ha fornito indicazioni precise e, sulla base di quelle, è stato costituito un gruppo tecnico di lavoro fra i diversi assessorati coinvolti, coordinato dall’Urbanistica, che sta studiando la documentazione e la invierà in Regione. Allegheremo una relazione che metterà in evidenza eventuali carenze che ci sono nella documentazione. Abbiamo già visto che manca la quantificazione dei costi delle opere pubbliche e ora queste. Noi manderemo in Regione e al proponente la nostra relazione, che avrà modo di integrare i documenti che sono necessari all'approvazione, ma poi la Conferenza di Servizi decisoria potrà richiedere integrazioni specifiche”.

STADIO; DOCUMENTI CONFUSI E PIANI ABBOZZATI





Una fretta indiavolata: documenti mancanti, documenti in inglese (parzialmente tradotti), sondaggi geologici zoppicanti, da un lato, e, dall’altro, un super staff di aziende e professionisti di indubbio valore mondiale.
Una delle più grandi pecche del progetto dello Stadio sembra proprio la fretta nel voler concludere. Specie da parte della politica capitolina. Nella documentazione - chiarito già il problema dei sondaggi geologici parziali e mancanti, e dell’assenza di due elementi fondamentali come il piano particellare degli espropri e del computo metrico estimativo - ci sono una serie di “sbavature”. La prima la si trova nella relazione tecnico descrittiva delle strutture dello stadio, redatta da Thornton Tomasetti e datata 10 giugno 2015 (5 giorni dopo la chiusura dei sondaggi): è in inglese con traduzione in italiano a fronte.
La seconda: ci sono quattro documenti non di natura tecnico-costruttiva che parlano dei parcheggi: l’analisi di funzionalità dei bacini di sosta, la relazione tecnica dei parcheggi a raso e le due relazioni descrittive architettoniche dei due parcheggi multipiano. Nell’analisi di funzionalità, il cui abstract è redatto in inglese senza traduzione, i parcheggi sono indicati con le sigle P1, P2, P4, P5 e P7 e vi vengono riportati i posti auto/moto/bus a disposizione (pagina 6). Solo che, poche pagine dopo, i numeri dei posti auto del il P2 passano da 1.278 a 1780. Nella relazione tecnica, poi, i tre parcheggi a raso non si chiamano più P4, P5 e P7 ma diventano: P3-P9 invece che P4; P4-P8 invece che P5; e, infine, P5-P6 e P7 invece solo P7. E in quest’ultimo documento, cambiano anche i numeri rispetto al precedente: nel P4 i posti bus crescono da 30 a 31 e diminuiscono quelli auto, da 1.600 a 1.566; nel P5 diminuiscono sia i posti auto, da 570 a 567, che quelli moto, da 1.871 a 1.831; e, infine, nel P7 diminuiscono i posti bus che passano da 20 a 9 e i posti moto che scendono da 3.391 a 3.236. Altra stranezza: il parcheggio mutiliamo P1 in un documento viene indicato come su “4 piani” e in un altro su 5 livelli più il pian terreno.



Ultima annotazione: nei file contenenti le opere per la viabilità, sono presenti un gran numero di disegni e tavole relative all’adeguamento della Via del Mare/via Ostiense e al nuovo svincolo di Parco de’ Medici sulla Roma-Fiumicino. Da queste tavole si evince la creazione di ben 5 rotatorie, due sulla via del Mare e le altre intere e la collocazione delle strade, ma mancano le relazioni di progetto. Per ora, quindi, restano solo un disegno. 

STADIO; ECCO LE OPERE PUBBLICHE

 

Grandi opere: da marzo 2014, quando si iniziò a parlare dello stadio, fino al 15 giugno scorso, quando è stato depositato in Comune e presentato alla stampa il cosiddetto “progetto definitivo”, tutti quanti - Sindaco, Assessori, promotori, calciatori - hanno parlato delle “grandi opere” connesse allo Stadio.
Strade, ponti, ferrovie: un investimento, in termini infrastrutturali, di 300 milioni di euro, come ha ricordato lo stesso Luca Parnasi in sede di conferenza stampa di presentazione del progetto definitivo. Vediamo, allora, nel dettaglio quali sono queste grandi opere.

TRASPORTO SU FERRO
L’obiettivo è di portare allo stadio almeno il 50% dei tifosi su ferro. Per farlo, com’è noto, è in corso uno studio - ancora dibattuto anche all’interno del Comune - sul potenziamento della Roma-Lido di Ostia e la creazione di uno “sfioccamento” della metro B
da Magliana, con uno scambio, che porti la metro B direttamente all’attuale stazione Tor di Valle della Roma-Lido. 

LA NUOVA STAZIONE DI TOR DI VALLE
Il progetto, a cura dello studio Abdr Architetti associati e firmato da Paolo Desideri, prevede la ristrutturazione della esistente stazione della Roma-Lido di Tor di Valle e la realizzazione di una nuova infrastruttura, necessaria ad adeguare il sistema ai nuovi flussi pedonali e dei passeggeri che subiranno un considerevole incremento. Nella progettazione sono stati previsti un nuovo piano dei binari, determinato dalla necessità di prolungare la Metro B e affiancarla alla Roma-Ostia; un nuovo assetto viario della Via Ostiense e della Via del Mare,
con delle complanari interne al Business Park; l’adeguamento della stazione Tor di Valle esistente, dell'attuale fabbricato di stazione e dei collegamenti passeggeri attualmente in fase di ristrutturazione; e, infine, la demolizione della passerella pedonale esistente che risulta  totalmente incompatibile con i nuovi flussi pedonali proposti dal progetto. La nuova stazione sarà “a ponte”, sollevata rispetto al piano dei binari, e sarà collegata in continuità da una passerella ciclopedonale all'area del buisness park e dello stadio. Sul lato opposto a quello dello stadio, il collegamento sarà assicurato attraverso piazzale Tarantelli con un nuovo atrio e un sistema di scale e rampa ciclabile. 
Il progetto prevede tre piani: il primo, piano terra è l’accesso da piazzale Tarantelli dove sono collocati i parcheggi di sosta privata ed i capolinea degli autobus. Il secondo, a quota 5
metri di altezza, è quello dei binari. Il terzo, infine, ad un’altezza di 12,8 metri è quello del ponte che scavalca la via del Mare/Ostiense e porta gli utenti direttamente verso lo stadio. Particolarmente accattivante la forma, che ricorda molto quella della chiocciola delle email, scelta per l’area di accesso alla stazione dal lato stadio sufficientemente ampia per accogliere i tifosi all’uscita della partita che era una delle grandi incognite da risolvere.

IL PONTE CICLO-PEDONALE SUL TEVERE
Il ponte ciclo-pedonale (nel progetto chiamato “passerella”) sul Tevere, sempre a cura dello studio Abdr Architetti associati e firmato da Paolo Desideri, collegherà l'area dello stadio e la Stazione Magliana delle Ferrovie dello Stato sulla linea per l'aeroporto di Fiumicino. Il sistema attraversa il fiume Tevere oltre l'argine della ciclabile esistente, l'autostrada Roma-Fiumicino ed infine la città dove scende in corrispondenza di Via della Magliana prima della linea della ferrovia. Il ponte risulta quindi ripartita in due
principali tratti strutturali determinati dalle tre diverse condizioni di contesto. Il primo tratto del ponte attraverserà il fiume, sarà lungo 120 metri e largo 8 e sarà realizzato come ponte sospeso con la passerella realizzata in acciaio e dotata di parapetti di altezza 1.5 metri con panchine che permetteranno una sosta per godersi il paesaggio circostante.  La seconda parte del ponte, lunga 180 metri e larga 8 metri, passerà sopra l'autostrada Roma-Fiumicino con una “campata” di 40 metri. Il progetto prevede un viadotto su un unico appoggio centrale per minimizzare gli impatti a terra della struttura. La passerella sarà come
la prima parte ma
con parapetti alti 2 metri e mezzo e condurrà verso la stazione Fs Magliana con una scala pedonale, una rampa di collegamento ciclabile e un ascensore per l'abbattimento delle barriere architettoniche. Il percorso pedonale sarà largo 4 metri e 60 mentre quello per le bici sarà di 2,4 metri e la pista sarà con una pavimentazione resinosa apposita per le ciclabili.



Il ponte sarà illuminato con pali da 5 metri e mezzo di altezza, posti uno ogni 18 metri, ciascuno con tre lampade a led. In ciascun palo è prevista la predisposizione per potere eventualmente installare, in futuro, un sistema di telecamere a circuito chiuso e un sistema internet wireless.

PONTE CARRABILE SUL TEVERE
Redatto dall’ingegner Remo Calzona, il progetto prevede la costruzione di un ponte che, dal rielaborato svincolo di Parco de’ Medici sulla Roma-Fiumicino, colleghi l’area dello stadio, immettendo nei parcheggi, per sfociare, poi, sull’asse via del Mare/Ostiense, attraverso una viabilità interna e una serie di rotatorie. In analogia a quanto già avvenuto per il ponte su Po a Rovigo e per quello sull’Adige a Trento, il ponte per le auto sarà costruito in due parti separate al di fuori del fiume e messo in opera, poi, in un secondo momento.
Sarà anche questo, come quello ciclopedonale, un ponte sospeso, che poggerà su quattro piloni, due per ciascun lato della sponda del Tevere, e avrà una luce centrale di 150 metri. Sui piloni più vicini alle rive del fiume, ma non all’interno dell’alveo, si ergeranno le “antenne”, le alte strutture, sfioreranno i 50 metri di altezza, che sorreggono le campate del ponte. Ciascuna campata sarà da 75 metri. Una volta realizzate le due metà del ponte, questi verranno montati a terra e poi “varati” insieme.


SOTTOPASSO DI VIA LUIGI DASTI
Uno degli elementi che, nella fase di dibattito con i Municipi, aveva destato molta attenzione è quello del sottopasso ferroviario che collega via Luigi Dasti con via della Magliana, assolutamente insufficiente ad assorbire già oggi gli ordinari volumi di traffico. Alto solo 3 metri e mezzo, oggi questo sottopasso è così stretto che non consente il doppio senso di circolazione e, tantomeno, il passaggio in sicurezza dei pedoni. Al momento, sono in corso le indagini e i rilievi sul posto. I criteri di progettazione del nuovo sottopasso sono volti ad assicurare il mantenimento in esercizio della linea ferroviaria durante le fasi di cantiere.

PARCHEGGI PUBBLICI A RASO
Sono state progettate delle aree a raso per il parcheggio dei mezzi, automobili, moto e autobus. 

Le aree destinate a parcheggio sono esterne al perimetro della proprietà di Eurnova e saranno a destinazione pubblica. venendo destinati in parte a servizio degli uffici e ai negozi, in parte agli utenti dello stadio per gli eventi. Sette i parcheggi a raso, per poco meno di 180mila metri quadri di superficie dove potranno trovare posto in totale 40 bus, 2.868 autovetture e 6.476 moto. Il primo parcheggio (chiamato P3-P9, 78mila metri quadri; 31 posti bus, 1.566 posti auto, 1.409 per le moto) prevede due ingressi e tre uscite. Il secondo (P4-P8, 32mila metri quadri, 567 posti auto, 1.831 moto), prevede un solo ingresso e una sola uscita. Il terzo (P5-P6-P7; 69mila metri quadri, 9 stalli per bus, 735 per le auto e 3.236 per le moto) prevede 2 ingressi e due uscite. Saranno a pagamento ma senza sbarre all’uscita.

PARCHEGGI MULTIPIANO

Oltre quelli a raso, è prevista la realizzazione di due parcheggi multipiano, tutti fuori terra, il P1 e il P2, entrambi ad uso pubblico e destinati solo alle autovetture e “destinato principalmente al servizio di un’utenza vip” e con sistemi di pagamento della sosta con sbarre all’uscita. Il P1, 1.327 posti, prevede 6 livelli come il P2 che, però, offre poco più di 1.250 posti.

domenica 28 giugno 2015

STADIO: METÀ AREE A VERDE

“Il progetto di Tor di Valle - si legge nella relazione tecnica che illustra gli interventi di tipo paesaggistico - va letto come un tassello all’interno del sistema ambientale territoriale: intorno al Grande Raccordo Anulare esiste una grande varietà di aree senza una destinazione definita, spesso abbandonate o incolte. Questi spazi, che costituiscono ad oggi un fattore di degrado, rappresentano invece una grande potenzialità per ricomporre il mosaico ambientale, per riconnettere le aree naturali protette e la città storica, per la creazione di nuovi parchi”.


Presentando alla stampa, lo scorso 15 giugno, il progetto, Andreas Kipar, architetto paesaggista e presidente della Land, la società che cura gli aspetti ambientali del progetto, spiegava: “Questa è un’infrastruttura per l’ambiente, un’infrastruttura verde. La metà dell’intervento è destinata a parchi. Siamo in presenza dell’agro romano e del paesaggio fluviale. Noi siamo entrati nel progetto con l’ottica di creare un passe-partout verde per rigenerare dei territori che sono abbandonati ma che sono perfettamente funzionanti a livello naturale e paesaggistico”. 
Da un punto di vista tecnico, le aree di parcheggio non è previsto che siano impermeabilizzate. Anzi, la superficie dedicata ai posti all’aperto per le macchine non sarà cementificata ma verranno impiegate quelle “mattonelle” traforate che lasciano cresce l’erba e, contemporaneamente, drenano le acque piovane, proprio al fine - spiegano i progettisti - di evitare il rischio di “sovraccaricare” i terreni di acque meteoriche e, quindi, non creare problemi di impermeabilizzazione.

“Questa - si legge nella relazione paesaggistica - è la prima green infrastructure romana in grado di offrire più benefici attraverso il corretto sviluppo di un’inca area: viene garantita la continuità tra i sistemi ambientali di Tenuta dei Massimi e di Laurentino Acqua Acetosa; estende e connette il sistema ambientale del raggio verde lungo il Tevere, come transizione tra la Riserva Naturale del Litorale Romano e la natura urbana all’interno della cintura del GRA; migliora il valore ecologico delle aree esistenti, come il parco fluviale e il parco agricolo, con la realizzazione di ecosistemi sani; e, infine, propone un approccio integrato nella progettazione degli spazi aperti: aree con importanti funzioni ecologiche costituiscono allo stesso tempo una grande offerta di spazi e funzioni pubbliche, di intrattenimento e sportive per la città”.

STADIO: PER LEGAMBIENTE CEMENTO E RISCHI

Fra gli “assolutamente contrari” allo stadio della Roma spicca Legambiente Lazio che accusa l’intera operazione di essere una “mega speculazione con annesso stadio”. Nello specifico, sul tema ambientale, Legambiente parla di “23 ettari di terreni impermeabilizzati per 10mila parcheggi, un’area quattro volte il Circo Massimo. Dopo la presentazione delle tavole del progetto è chiaro l'impatto in termini anche di consumo di suolo, con cemento e asfalto. In termini di impermeabilizzazione del suolo, a pochi passi dal Tevere, le conseguenze profondamente negative sono di facile intuizione sia da un punto di vista climatico che idrogeologico”. Il timore, quindi, è quello che le opere necessarie alla realizzazione dell’intero intervento, la cosiddetta “piastra” (cioè le fondazioni degli edifici del Convivium e delle Torri) e dei parcheggi possano creare un effetto impermeabilizzazione del terreno con problemi in caso di forti piogge  
“Il progetto di Tor di Valle ha poco a che fare con lo Stadio della Roma che quasi scompare nelle immagini tra i grattacieli e i parcheggi - dichiarano Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio e Edoardo Zanchini vicepresidente nazionale di Legambiente - con un progetto da un milione di metri cubi di cui la città non ha alcun bisogno. L'Amministrazione comunale ha la responsabilità di aver dato il primo via libera a quest'opera, e ora abbia il coraggio di essere coerente con le promesse fatte rispetto alla cura del ferro e al consumo di suolo, impedendo che una previsione edificatoria così enorme si aggiunga a un piano regolatore che già è ampiamente sovradimensionato”. 

Legambiente poi sottolinea come l’intervento di “Tor di Valle, di quasi 1 milione di metri cubi di uffici, alberghi, negozi, con tre grattacieli” verrebbe realizzato in “una città piena di palazzi vuoti e uffici in cerca di affittuario e dove, di metri cubi, ne sono già previsti 20 milioni dal Piano regolatore” i cui provvedimenti, le “centralità previste da costruire sono tutte completamente ferme”. A “Roma  non serve lo Stadio che rischia di diventare l'unico intervento della città oltretutto con evidenti e rilevanti problemi ambientali e trasportistici di una scelta localizzativa sbagliata. Ci chiediamo poi se 1 milione di nuovi metri cubi si può chiamare rigenerazione urbana, come è stato affermato in presentazione, da quanti milioni di metri cubi possiamo considerare un'opera come nuova edificazione?”.

STADIO: TRE TORRI DA RECORD

Il progetto per lo stadio della Roma a Tor di Valle prevede, oltre l’impianto sportivo vero e proprio e i campi di allenamento, anche una parte di spazi commerciali e di uffici necessari
a titolo di compensazione per il raggiungimento dell’equilibrio economico del piano, visto il consistente investimento in termini di opere pubbliche richiesto dal Comune.
Gli spazi commerciali e di uffici sono divisi in due parti: il Business Park e il Convivium. Il primo è costituito dalle tre grandi e avveniristiche torri disegnate da Daniel Libeskind,
 l’architetto che ha, tra l’altro, ideato il One World Trade Center, l’eccezionale struttura che ha preso il posto delle Torri Gemelle di New York. Il secondo, il Convivium, è una serie di edifici bassi, destinati in parte ad uffici in parte a negozi e hotel. A coordinare i lavori di progettazione, la Lend Lease, la società australiana fra le aziende di punta a livello mondiale in questo settore, e il manager Sviluppo, la Parsitalia Real Estate, società del gruppo Parnasi. Insieme a loro, a progettare Convivium e Business Park, oltre 30 diversi studi e società: dalla Arup, che segue la progettazione ingegneristica, a Libeskind, Studio Altieri, Officine Verdi SpA per le strategie energetiche; lo Studio Nozzi per la sicurezza e l’antincendio.






IL CONVIVIUM
Otto sono gli edifici del Convivium: 6, più piccoli, con una pianta inscrivibile in un rettangolo di circa 30 metri per 20; e due più grandi, il primo da circa 120 metri per 75, e il secondo da circa 106 per 30. I disegni e le specifiche di dettaglio di questi progetti - sui quali stanno lavorando un gran numero di studi di architettura italiani, da Busnengo/Stravato a Cordeschi/Accame, da Tamburini a Bichiara a Piuarch - saranno disponibili più in avanti nel tempo, una volta concordati i dettagli con i futuri acquirenti.















LE TRE TORRI DI LIBESKIND
Per quanto riguarda le tre torri di Libeskind, esse occuperanno una superficie totale di circa 177 mila metri quadri. 
La prima, con una superficie di 57 mila 143 metri quadri, sarà alta 42 piani, raggiungendo, nel punto massimo, i 192 metri. Piano terra e i primi due piani saranno la “main lobby”, e da lì in poi, si situeranno uffici dal terzo al sedicesimo piano e, poi, ancora dal ventesimo al trentanovesimo. I piani 17 e 18 saranno dedicati alle “amenities”, aree di relax e ristoro, mentre i piani 19, 40,
41 e 43 saranno piani tecnici. La torre numero 1 è anche la più “verde”, una delle facciate, infatti, sarà realizzata a bosco verticale dal piano terzo al ventiseiesimo, mentre la facciata opposta sarà sempre verde ma dal 18esimo piano fino all’ultimo
La torre numero due, la più - si fa per dire - “piccolina” coprirà una superficie di 51mila metri quadri e spicci, raggiungerà i 168 metri per 37 piani in totale. Anche qui, terra e piani uno e due saranno la “main lobby”, le “amenities” saranno collocate nei piani 16 e 17; gli uffici tecnici al 18esimo e poi ancora al 35, 36 e 37esimo piano. Tutto il resto, uffici. Il “bosco verticale” andrà dal ventiseiesimo all’ultimo piano.
Infine, la terza torre, la più imponente. Sessantotto mila 572 metri quadri di superficie, con un’altezza totale di 221 metri nel punto più alto per 49 piani. “Main lobby” collocata sempre fra piano terra, primo e secondo; poi uffici, dal terzo al ventesimo piano; le “amenities” ai piani 21 e 22; il piano tecnico al ventitreesimo; ancora uffici fino al 44esimo piano; tre piani tecnici e, infine, l’elemento forse più spettacolare: altri due piani di “amenities”, il 48 e il 49, con la vista che spazierà non solo sullo stadio ma sull’intera città. Le due torri più alte, la 1 e la 3, batterebbero entrambe, infatti, il record di edificio più alto a Roma, oggi detenuto dalla Torre Telecom del Laurentino che si “ferma” solo a 178 metri. Per fare un raffronto con due edifici non lontani: le due torri site di fronte il Centro Commerciale Euroma2, sono alte 120 metri, con quella Eurosky che raggiunge i 155 se si considera l’antenna.
Anche per queste tre torri come per gli edifici del Convivium, i dettagli di progetto verranno resi noti solo in un secondo momento, quando saranno conclusi gli accordi con i compratori.

ENERGIA
Ovviamente, un complesso così imponente ed esteso dovrà essere dotato di un apposito sistema di approvvigionamento per l’energia elettrica. Per questo, nel progetto è prevista la creazione di una stazione di trasformazione elettrica, di circa 2300 metri quadri, posta all’interno di uno dei parcheggi (il cosiddetto “P7”) e che sarà totalmente recintata con un muro perimetrale di 7 metri e mezzo di altezza cosicché l’interno non sia visibile da fuori.

LE AREE VERDI
In sede di presentazione alla stampa (e al Comune) del progetto, da parte della Roma è stata posta grande attenzione alle aree verdi e ai parchi. Intorno allo stadio e all’intero complesso, infatti, è prevista la realizzazione di ben tre parchi: uno cosiddetto “urbano” contemporaneo, uno “fluviale” e uno “a carattere agricolo”. In totale, quindi, saranno 42 gli ettari a verde, poco più della metà di Villa Borghese (80 ettari).
Vediamo nel dettaglio cosa dice il progetto.
Innanzitutto, gli spazi verdi saranno realizzati con le terre di scavo risultanti dai lavori per realizzare le costruzioni. In secondo luogo, verranno scelte piante autoctone o adattate in grado di limitare le necessità idriche.
Il “parco urbano contemporaneo”, superficie di 7 ettari, avrà la funzione di cerniera tra le aree verdi e l’area dello stadio e del business park. Per creare scorci suggestivi, verranno alternate ampie superfici a prato con gruppi di alberi. Le piante scelte saranno per lo più di specie mediterranee (verbena, echinacea, achillea, rosmarino, pitosforo, salvia, mirto, ginestre),  selezionate per proprietà cromatiche delle fioriture e del fogliame e sarà predisposto un sistema di irrigazione a goccia per le alberature (arancio, mandarino, melograno, tiglio, acero, cipresso, querce).
Il “parco a carattere agricolo”, 24 ettari, sarà “il polmone verde” dello stadio e prevede, a livello progettuale, il restauro dei casali esistenti e la possibilità di realizzare una fattoria didattica e orti urbani. 
Il “parco fluviale” corre lungo la sponda destra del fiume Tevere, copre circa 11 ettari e, oltre la pista ciclabile e il ponte ciclopedonale, prevede un approdo sull’acqua attrezzato per il trasporto fluviale. La vegetazione è composta da speciale igrofile tipiche delle zone umide, da varie specie di salici agli iris, dal pioppo all’olmo. Parco fluviale e parco agricolo non saranno irrigati e prevedono arredi in stile rustico. Oltre questi tre
parchi, sono previsti una serie di interventi “verdi” interni a tutto il complesso: si va dalle pavimentazioni dei parcheggi a raso, realizzati con superfici drenanti e dotati di diversi tipi di alberi (che faranno anche ombra alle macchine), ad aiuole e alberature ornamentali, pergolati nelle piazze e nelle aree del Convivium e del Business Park.

L’ILLUMINAZIONE

L’impianto di illuminazione dovrà assicurare un’illuminazione completa nelle aree pubbliche attorno allo stadio, ossia il parco urbano, il business park, il piazzale dello stadio e i parcheggi. Nelle aree verdi a carattere più naturalistico come parchi fluviale e agricolo, l’illuminazione è invece presente in misura minore e localizzata lungo gli assi principali. Nei parchi sono previsti pali da 5 metri con pannelli fotovoltaici; sempre da 5 metri saranno i pali di illuminazione nelle strade, mentre gli edifici saranno illuminati con apparecchi disposti a terra lungo il perimetro dei fabbricati. 

venerdì 26 giugno 2015

STADIO, TRA QUALCHE GIORNO IL PROGETTO IN REGIONE

Ancora qualche giorno di lavoro e il gruppo di lavoro interassessorile, composto dai funzionari capitolini della Mobilità, dell’Urbanistica, dei Lavori Pubblici, dell’Ambiente, del Commercio e dello Sport, terminerà il proprio lavoro di completamento delle procedure necessarie a poter inviare alla Regione il progetto “definitivo” dello stadio di Tor di Valle consegnato dalla Roma, in Campidoglio, lo scorso 15 giugno. 
Fra i corridoi degli uffici comunali filtrano notizie sul metodo di lavoro che si sta seguendo: controllare puntigliosamente la rispondenza del progetto a quanto stabilito dalla delibera di pubblico interesse e predisporre una relazione scritta da allegare al plico quando questo verrà “girato” in Regione.


In realtà, la mancanza di parte della documentazione prescritta e di parte dei sondaggi, è già trapelata all’interno degli uffici. 

Tuttavia, la norma impone al Campidoglio - non essendovi per ora una “procedura di verifica e di esame aperta presso gli Uffici” - di limitarsi solo ed esclusivamente all’analisi della rispondenza del progetto al “pubblico interesse”. 
La relazione che si starebbe predisponendo, infatti, conterrebbe l’elencazione precisa dei documenti mancanti e di quelli non soddisfacenti le caratteristiche di “progetto definitivo” e verrebbe inviata contemporaneamente sia alla Regione Lazio che ai proponenti. 


Sarà poi una competenza della Conferenza di Servizi decisoria quella di sollecitare i proponenti del progetto a presentare le carte mancanti al fine di di aprire formalmente la sessione di esame e analisi tecnica delle carte. 
Anche perché - spiegano in Comune - se adesso le carte venissero esaminate, gli uffici tecnici dovrebbero non solo verificare l’eventuale esistenza di tutti i documenti necessari a che il progetto risponda alle norme che lo identificano come definitivo ma anche controllare la rispondenza di ogni singola parte progettuale alle diverse norme: se un marciapiede è troppo alto o troppo basso, se un impianto elettrico va fatto in un modo o in un altro, e così via. E non è questo il lavoro che va fatto ora ma è compito della Conferenza di Servizi decisoria, alla quale, comunque, prenderà parte un funzionario tecnico di Roma Capitale, assistito da tutti gli uffici tecnici comunali attraverso il gruppo interassessorile. In quella sede, quindi, saranno esaminati tutti le carte per approvare” il “vero” progetto definitivo. 

Insomma, prima di posare la prima pietra, l’iter è ancora piuttosto lungo.

STADIO, MANCANO ANCORA DOCUMENTI FONDAMENTALI

Detto della mancanza dei sondaggi geologici su alcune aree interessate dal progetto e della necessità di approfondire parte di quelli già effettuati attraverso altri scavi, c’è una norma, il Decreto Presidente della Repubblica numero 207 del 2010, che stabilisce, punto per punto, quali documenti compongono un progetto affinché esso possa essere indicato come “definitivo”. Nelle sette cartelle consegnate al Comune, però, di alcuni di questi documenti non c’è traccia.

Andiamo per ordine. Un progetto, per essere “definitivo”, deve contenere tutti gli elementi necessari ai fini dei titoli abilitativi, deve sviluppare gli elaborati grafici e descrittivi e i calcoli a un “livello di definizione tale che nella successiva progettazione esecutiva non si abbiano significative differenze tecniche e di costo”. 
Non basta, dunque, che quello consegnato in Campidoglio il 15 giugno dalla Roma corrisponda alla delibera di interesse pubblico affinché esso sia “definitivo” ma deve rispondere chiaramente a queste esigenze. 
Tredici punti che vanno dalla relazione generale al quadro economico, dalle relazioni tecniche agli elaborati grafici, dal piano particellare di esproprio al computo metrico estimativo
Già questi ultimi due elementi non risultano presenti all’interno del dossier. 

Il primo, il piano particellare di esproprio, deve contenere, fra le altre cose, l'elenco delle proprietà dei terreni  da espropriare (se privati), asservire (se pubblici) o occupare temporaneamente ed è corredato dell'indicazione di tutti i dati catastali nonché delle superfici interessate. Per ogni proprietà va indicata la presunta indennità. 
Il secondo, il computo metrico estimativo, è la di stima del costo di costruzione di un opera edilizia o infrastrutturale ed è dato dalla somma dei costi dei materiali per la quantità utilizzata. 
Si tratta di due elementi fondamentali e imprescindibili perché il progetto dello stadio si possa davvero considerare definitivo
A fianco a questi due elementi e alla questione sondaggi geologici, vi sono altri passaggi nei documenti tecnici progettuali che dovranno necessariamente essere portati e integrati nella documentazione: ad esempio, gli studi sull’impatto acustico sono presenti ma non rapportati a ciascun singolo intervento come prescrive la norma. E, ancora, gli elaborati tecnici di alcune parti (viabilità pubblica interna, parcheggi pubblici e fognature) sono a un livello di definizione (sezioni tipo, sezioni caratteristiche) non proprio di un progetto definitivo.

STADIO; ECCO LA "NUOVA TRIGORIA"

Prosegue l’esame al microscopio del progetto “definitivo” dello Stadio della Roma di Tor di Valle presentato agli uffici comunali lo scorso 15 giugno. Dopo aver sommariamente
esaminato come sarà realizzato lo stadio vero e proprio e il Roma Village, ci addentriamo in altri dettagli progettuali molto suggestivi.

I COLORI: STADIO E ROMA VILLAGE
Come lo stadio sarà bianco, ricordando il marmo di Roma, il travertino, così il Roma Village sarà nero: gli edifici saranno costruiti in strutture di acciaio, con mura in mattoni neri e vetrate di negozi a facciata continua.

LA ROMA VILLAGE PLAZA
La “plaza” è progettata per ospitare concerti e festival durante tutto l’anno. Lo sfondo sarà caratterizzato dai led della facciata del Nike Store e la scalinata, normalmente usata per accedere allo stadio, diventerà un anfiteatro naturale dove si potrà assistere a partite, film o concerti. Vi potranno accedere solo i possessori del biglietto nelle giornate in cui si svolgeranno gli eventi. I possessori di biglietti Premium avranno a disposizione un ingresso riservato al livello della Plaza, nascosto sotto la piattaforma dello stadio e vicino agli studi tv. Nei giorni in cui non si svolgono eventi, la Plaza verrà usata come spazio aperto a
disposizione del pubblico, e potrà ospitare piccoli negozi temporanei, furgoni di ristoro ambulante e strutture non permanenti o potrà essere la sede di piccoli festival.

LA NUOVA TRIGORIA
Subito a nord dello stadio, verrà creata la Nuova Trigoria, il centro di allenamento della prima squadra. Due campi e mezzo in erba naturale, circondato da un parco privato a nord e da uno pubblico a ovest, il centro sarà raggiungibile tramite una strada totalmente privata e chiusa, così da consentire il controllo degli accessi durante gli allenamenti. 
Il centro sarà su due livelli, di 3705 mq, con due campi regolamentari all’aperto, un mezzo campo ed uno di sabbia
Essendo stato concepito concettualmente come un circuito di allenamento, i giocatori potranno passare da un programma all’altro subendo interruzioni minime. 
Il primo piano ospiterà gli spogliatoi e le docce, l’idroterapia con tre vasche, una sauna ed un bagno di vapore, il centro acquatico con una piscina 10x20m, il centro di riabilitazione con le sale per la fisioterapia ed i trattamenti. Sullo stesso piano, anche gli spogliatoi per lo staff e per gli allenatori. 
Al secondo piano, invece, troveranno posto gli uffici amministrativi, le sale riunioni e il ristorante dei giocatori, con una cucina aperta che permetterà di assistere alla preparazione dei cibi. 
Due gli atrii della Nuova Trigoria: il primo, generale, e il secondo dedicato ai giocatori. Oltre che dalla chiusura della strada privata di accesso, la privacy della squadra sarà garantita anche da muri di cinta, posti su due lati, per impedire la vista durante le sessioni di allenamento. 
Tra la Nuova Trigoria e lo stadio, è previsto per i calciatori un un tunnel sicuro al di sotto della Piattaforma dello Stadio. Anche la Nuova Trigoria avrà gli stessi colori del Roma Village rivestimento esterno in mattoni neri su intelaiatura e struttura fissa in acciaio, pannelli vetrati sulla facciata continua e pavimentazione e rivestimenti in travertino. 


I TERRENI DI GIOCO
Redatta su richiesta di Dan Meis dalla Millennium Sports Technologies, alla relazione generale su stadio e Trigoria (il cosiddetto “comparto A” del progetto), è allegata anche una relazione sui terreni di gioco, tanto dello stadio, quanto dei campi di allenamento. 
Tutti avranno la stessa superficie erbosa naturale e avranno profili a sezione trasversale simili per garantire uniformità dell’ambiente di allenamento con lo stadio e le condizioni che caratterizzano l’area di gioco. 
Tutti i campi saranno realizzati con superfici erbose naturali composte da varietà migliorate di Bermuda grass che è verde nelle stagioni calde, affinché si adattino a questa zona dell’Italia centrale. I tappeti erbosi saranno coltivati come prato in rotoli e saranno lasciati attecchire per un periodo di 12-18 mesi prima della raccolta e della consegna presso
i campi dello stadio e di allenamento. Le superfici finite di ciascuno dei campi saranno livellate con lama sottoposta a controllo laser e saranno di tipo pianeggiante senza cima. 
Il campo dello stadio includerà una pista di servizio larga tre metri (3 m) che correrà intorno al perimetro dell’intero campo da gioco. 
I terreni saranno dotati di drenaggio verticale e saranno posati su un sistema artificiale di circa 1520 metri di tubi di drenaggio sotterraneo mentre saranno annaffiati da un impianto di irrigazione automatica. 
Per evitare che, in occasione di eventi come i concerti che richiedano una copertura del terreno, l’erba possa soffrire, il campo dello stadio sarà dotato di un impianto di aerazione che garantisce livelli ideali di ossigeno, stimolando la crescita delle radici e attenuando la formazione di alghe. 
Altro accorgimento tecnico, sarà quello di affiancare un “sistema di rinforzo” dell’erba naturale con fibre sintetiche trapiantate a 20 cm circa di profondità, indistinguibili da quelle naturali e che incideranno per un 3% sul totale dell’erba.

I PUNTI RISTORO
Fra stadio, Trigoria e Roma Village, sono previsti svariati punti ristoro: dalla Birreria Peroni al Caffè showroom Ducati, dalle normali aree ristoro, ai Club, ristoranti e suite. 
Fra le curiosità di questa parte del progetto, redatta dalla “Il Bigelow Companies”, spicca quella legata alle birre e alle bevande. 
Nello stadio, non sono previsti sistemi centralizzati di distribuzione di birra e bevande analcoliche, a causa della natura sporadica degli eventi e degli sprechi connessi alla lunghezza delle tubazioni. Per cui ogni stand e bar in concessione dovrà essere autonomo e provvisto di propri impianti di refrigerazione e non in tutti i punti vendita saranno posizionati rubinetti per la birra alla spina, a causa della minore richiesta di birra da parte dei tifosi di calcio italiani. 
In compenso, la birra verrà venduta in tutte le aree dello stadio, mentre vino e superalcolici saranno ammessi solo nelle aree private compresi i club, le suite e il ristorante. 
Per i classici hamburger e hot dog, verranno predisposti stand in concessione fissi e mobili, questi ultimi con Vespa Ape Car a tre ruote. Ci sono poi i “club”, punti di ristoro di livello più elevato, che offriranno pacchetti cibo/bevande tutto compreso, che utilizzeranno stoviglie in porcellana, cristallo e argenteria (sic!).

IL RISTORANTE DELLO STADIO
Si chiamerà Centurion Club, attingendo a piene mani dall’antica Roma, il ristorante dello
stadio: 250 posti, gestito da uno chef “rinomato” e con un menù basato sulle specialità personali dello chef. Situato al livello suite dello stadio, al Centurion sarà possibile trovare un'ampia lista di vini di alto livello, una cucina a vista con grill e forni a legna e i migliori dessert prodotti dallo chef della casa. Anche qui, stoviglie in porcellana, cristallo e argenteria. 

CATERING
Sarà divisa in tre sezioni principali: servizi suite, servizi banchetti o catering di gruppo, e media catering. Senza addentrarsi troppo nel dettaglio, sono previsti servizi di ristorazione di alto livello.

PERSONALE OCCUPATO
Stando al progetto, il totale massimo previsto dei posti di lavoro nel settore ristorazione è di 1.160 unità.


MENÙ 

Il progetto prevede anche degli esempi di menù che potranno essere offerti nei diversi punti di ristoro: si va dai classici panini, alla pizza al taglio, da fish and chips ai calzoni, zuppe, arrosti, gelati e pasticcini.