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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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lunedì 30 giugno 2014

LA MEMORIA CORTA, CORTISSIMA DI MARINO

Era il 19 febbraio del 2013. Dopo un lungo iter amministrativo, viene dato il via dall'allora sindaco di Roma, Gianni Alemanno, al restauro di quattro fontane storiche di Roma: Tritone a piazza Barberini, Barcaccia a piazza di Spagna, Leoni a piazza del Popolo e Acqua Paola a piazza Trilussa.

















Oggi, viene inaugurata - tra l'altro con quasi 6 mesi di ritardo - la fontana di piazza Trilussa ma non appare traccia nemmeno fra i ringraziamenti di chi quest'opera ha restaurato e finanziato (non direttamente ma grazie agli sponsor privati).

Un tocco di bon ton da parte tanto del sindaco Marino, quanto della presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi





Evidentemente, quando si ha poco da raccontare, vanno bene anche le cose fatte da altri. 

Ma, come dimenticare quando Alemanno inaugurò il Ponte della Musica e ci fu un profluvio di polemiche per ricordare che l'opera era stata commissionata da Veltroni?



Sic transit gloria mundi...

venerdì 27 giugno 2014

C'ERA UNA VOLTA L'UFFICIO STAMPA DEL CAMPIDOGLIO

Rutelli, Veltroni e Alemanno, con tutti i difetti del loro operato, almeno un punto certo l'hanno sempre avuto: un ottimo ufficio stampa.

Giornalisti professionisti che non hanno mai guardato l'orologio o il calendario.  
Affiancati da uno staff di personale amministrativo - frutto dell'iniziativa di Rutelli prima e completata da Veltroni poi - di prim'ordine. Quest'ultimo, sicuramente molto politicizzato ma sempre disponibile con ogni Amministrazione.

Eventi su eventi. Citandone solo alcuni - il G8 delle First Ladies con Michelle Obama; svariate visite di Stato, da Gheddafi alla Regina Elisabetta; incontri affollatissimi di stampa con personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport - tutti sono filati lisci. 

Poi è arrivato Marino Ignazio da Genova. Con l'allegro chirurgo sindaco per caso, le cose cambiano. 
Non sarà politica. Ma non è nemmeno Roma. 

Sorvolando sugli scivoloni mediatici a ripetizione - i gay etichettati come "diversi" nella newsletter capitolina, gli errori macroscopici sulla festa del 2 Giugno scambiata per quella della Liberazione o per lo sbaglio sul conteggio degli anni della morte di Matteotti (70 invece che 90), sull'utilizzo della posta elettronica e dei pc dedicati all'attività istituzionale e invece usati per propaganda politica - come non ricordare la figura orrenda di Marino snobbato da Obama e costretto per avere un selfie col Presidente Usa a fargli la posta sotto la scaletta dell'aereo a Ciampino e senza fascia tricolore? O la pessima prova data in occasione del Concorsone? O quella ancor peggiore del caos organizzativo dell'incontro con Renzi?

I bene informati del Campidoglio raccontano che già pochi giorni dopo l'insediamento, lo staff di comunicazione di Marino, guidato dal ben remunerato Marco Girella (un costo complessivo annuo per l'Amministrazione di 170mila 787 e spicci euro contro un costo di 164.743 euro l'anno per il suo predecessore, Simone Turbolente), avrebbe iniziato con la cultura del sospetto.
Guai a chi veniva sorpreso a parlare con esterni, specie se della precedente Giunta. Personale spostato. Uffici depotenziati. Tutto sotto il disperato e sempre più incerto e vacillante ma totalitario controllo del capo politico dell'Ufficio, Girella appunto.

Messo in discussione anche da quelli del PD, Girella, più le cose andavano male, più ha forsennatamente tentato di controllare ogni cosa. Tanto che se fai una telefonata a un amico che lavora o lavorava all'Ufficio Stampa capitolino, ti richiama lui da casa per paura di essere ascoltato.

L'ultima in ordine di tempo è lo spostamento di cinque giornalisti interni dell'Ufficio a compiti amministrativi.

Tanto che l'Associazione Stampa Romana ha diffuso un comunicato di fuoco contro Marino e Girella: "ASR è al fianco dei cinque colleghi giornalisti dipendenti dell'Amministrazione capitolina raggiunti da un provvedimento illegittimo che li sposta dall'ufficio stampa e li mette a disposizione dell'ufficio del personale per assolvere a compiti meramente amministrativi. Un provvedimento che determina di fatto un grave danno alla professionalità dei colleghi e alla loro posizione contributiva previdenziale - scrive l'Asr - Un modus operandi che il sindacato di categoria continuerà a combattere perché lede i diritti e la dignità dei giornalisti che quotidianamente provvedono ad informare i cittadini sull'attività dell'Amministrazione e su quanto accade nella Capitale". L'Asr "condanna fermamente il comportamento tenuto dall'Amministrazione di Roma Capitale nei confronti di questi cinque colleghi. E chiede un incontro urgente al sindaco, Ignazio Marino affinché revochi immediatamente un siffatto provvedimento. I dirigenti dell'Amministrazione capitolina, ad oggi, non hanno trovato una soluzione alla vicenda, nonostante gli incontri tra il vice sindaco Luigi Nieri e l'Asr". L'Asr "tutelerà i colleghi in
tutte le sedi opportune per difenderne diritti e interessi e supporterà tutte le iniziative di protesta che i colleghi decideranno di mettere in atto".

Eppure, l'ultima news piccantina piccantina arriva proprio su Girella. Sempre secondo le voci di corridoio, il buon Marco, al rientro dalle ferie, si è ritrovato senza stanza. E senza preavviso
La stanza serviva a Maurizio Pucci, dal luglio dello scorso anno alla guida dell'ufficio "Promozione, pianificazione strategica e coordinamento attuativo di progetti speciali, per lo sviluppo e valorizzazione della città di Roma e delle sue risorse". E mentre Marco Girella stava in panciolle, gli hanno fatto gli scatoloni e lo hanno sfrattato.

Ora, pare che gli sia stata trovata una nuova collocazione. Ma, i soliti bene informati, raccontano di un Girella smarrito, pirandellianamente in cerca di un tavolo e una sedia.

Con grande goduta - c'è da scommetterci - dei silurati!

martedì 10 giugno 2014

LA TRISTE STORIA DI UN CASSONETTO

Quella che sto per raccontarvi è la mia storia, una storia triste, di abbandono e, ironicamente, di miseria.

Ho un fratello che è qui vicino a me, e due cugini. Mio fratello ed io siamo vicini tutto il giorno. Ogni giorno lui e i miei cugini, uno con un cappellino bianco e l'altro con uno azzurro, vivono a pochi passi da me.

Ci hanno posizionato all'Esquilino, dietro la Stazione Termini, in via Filippo Turati, di fronte il civico 140, a qualche metro dal mercato di Piazza Vittorio Emanuele II. 
Dove mi trovo io, c'è un gran via vai di turisti, di ogni Paese e di tutte le età. 

E, purtroppo, ogni giorno vivo la mia odissea.

Non so con precisione a quale ora far iniziare la mia giornata, perché a qualsiasi ora, del giorno e della notte, io sono sempre, quasi sempre, stracolmo. Così tanto stracolmo che nessuno riesce più ad avvicinarsi a me e a provare ad aprirmi.  

Mi hanno depositato di tutto: tazze del wc, personal computer vecchi e rotti, sedie, mobili, cucine intere, scrivanie, poltrone, televisori, pallets. E cartoni, tanti, tantissimi cartoni. 
Nella mia zona, infatti, ormai si contano solo negozi all'ingrosso i cui proprietari o gestori a ogni ora del giorno lasciano ammassi di scatoloni: qualche volta, qualcuno più gentile, li chiude e il impacchetta ma, la maggior parte delle volte, sono semplicemente ammonticchiati uno sull'altro, aperti. E, se piove, questi scatoloni si trasformano in una melma infernale, scivolosa, viscida, maleodorante.

E questo è forse l'aspetto più disgustoso della mia triste vita: l'odore. Qualche volta, uno dei miei genitori, con una bella divisa dell'Ama, si dedica con cura a pulire intorno a me. Quasi sempre sono due
signori più anziani che, con grande amore per il loro lavoro, passano con attenzione la scopa prima dell'idropompa. La maggior parte delle volte, invece, gli altri, specie i più giovani, passano velocemente, senza di fatto pulire.

Mi avevano detto, qualche mese fa, che con la scelta di un nuovo capo per l'Ama tutti i problemi sarebbero stati risolti. Che, finalmente, avrei potuto vivere in modo decente, senza essere lordo costantemente dentro e fuori.
Purtroppo, invece, pare che non sia così.

Vi prego. AIUTAT'M!










venerdì 6 giugno 2014

ROMA, DI BENE IN MEGLIO

La nostra città va sempre meglio.
Per la prima volta nella storia di Roma Capitale - intendendosi, quanto meno, l'età repubblicana dal dopoguerra d oggi - l'intero corpo dei dipendenti comunali è in sciopero.
Si registrano blocchi, intasamenti, caos praticamente in tutta Roma e dintorni.

L'immondizia trabocca da ogni secchione, in ogni angolo di strada. Mai, nemmeno quando scesero i Lanzichenecchi, si registrò un tale sudiciume per le strade cittadine. Gli agenti accertatori Ama sono stati sciolti, come raggruppamento dell'Azienda, su disposizione del Campidoglio. Quindi, multe non se ne fanno più (non che prima se ne facessero tantissime, ma, come dicono i matematici, 1 è più grande di 0).
Ci hanno raccontato che Malagrotta è stata chiusa: una delle più grosse e colossali bugie della storia: Malagrotta è intorno a noi, è con noi, è in ogni vicolo di Roma. E quella vera, in realtà, continua a lavorare sotto l'egida delle ordinanze del sindaco Marino.

I Vigili Urbani stanno con un piede nella fossa e con l'altro in sciopero semipermanente.
Gli autobus cadono a pezzi: non fosse per gli acquisti fatti da Alemanno (i trecento e spicci bus nuovi rosso Roma), avremmo la flotta veicoli più vecchia d'Europa. Le linee vengono soppresse. La metropolitana va a singhiozzo.

L'abusivismo commerciale dilaga sempre più incontrollato e incontrollbile. Ha assunto tanta di quella forza che, ormai, gli abusivi si ribellano e picchiano vigili e perfino Carabinieri.

I pullman turistici strabordano ovunque come l'immondizia dai cassonetti.
Stupri, rapine e omicidi riempiono le pagine dei giornali ma, ovviamente, con molta più morbidezza che in passato.

L'elenco di una città disastrata potrebbe continuare all'infinito o quasi: incidenti stradali, alberi che cadono, strade bucherellate, frane e smottamenti, scivoloni mediatici e viaggi improvvidi.

Serafico, in mezzo a questo oceano in tempesta, Lui sta. 
Col suo caschetto, con la biciclettina e lo zainetto in spalla, Lui sta. 
Imperterrito, mentre la città crolla - metaforicamente e letteralmente - Lui sta.

La città rende "il mortal sospiro" e Lui sta.

Ogni tanto, rilascia qualche dichiarazione pubblica: si autopromuove per la sua bravura, si adira se c'è la mondezza in giro, si stupisce degli scioperi, si adonta per le querelle di partito. Ma sta.
Lui sta.

Sarebbe da chiedersi e da chiedergli: chi è che governa (si fa per dire, ovviamente) da un anno?
Chi ha nominato i vertici di Ama?
Chi quelli di Atac?
Chi il capo dei Vigili Urbani?
Chi ha chiesto al Ministero dell'Economia di mettere le mani sui conti del Comune e aprire la voragine del salario accessorio?
Chi è che assume consulenti?
Chi ha chiesto al Ministero dell'Interno di lottare contro l'abusivismo commerciale?
Chi è che si balocca un giorno sì e l'altro pure con la storiellina dei Fori Imperiali più o meno (per ora molto meno che più) pedonalizzati?

Insomma, Lui sta. 
La città va di bene in meglio. 
Verso il disastro.
Amen