E, nella contesa politica che vede il sindaco Marino contrapposto (più o meno) al resto del mondo, entra anche lo Stadio della Roma. “Visita di cortesia politica”, infatti, ieri in mattinata del Primo Cittadino - accompagnato dagli assessori all’Urbanistica, Giovanni Caudo; ai Trasporti, Guido Improta; e ai Lavori Pubblici, Maurizio Pucci - al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio.
Ministero che, leggi alla mano, sullo Stadio ha una sola competenza: quella di autorizzare, quando sarà fatta, l’esercizio della futura Metro B a Tor di Valle.
Per il resto, queste sono carte di competenza del Comune e della Regione Lazio quando approderanno a via Cristoforo Colombo.
Un incontro fissato da marzo scorso, fanno sapere in Campidoglio, su suggerimento dell’assessore ai Trasporti, Improta, in un momento, quindi, di relativa calma politica.
Ma che si è trasformato in un (auto) spot che il Sindaco ha fatto a se stesso uscendo e creando, dicono i bene informati, non pochi malumori nel ministro Delrio.
Insieme alla delegazione capitolina, si sono presentati al Ministero anche Luca Parnasi e Mark Pannes, Ceo dello Stadio Tor Di Valle SpA.
“Il Ministro - ha raccontato Marino ai cronisti all’uscita - ha detto che questo progetto fa vedere che l’Amministrazione di Roma è solida”.
Se non altro, per una volta, il Sindaco ha evitato l’abituale danza delle date, limitandosi a un sobrio “i lavori dureranno 22 mesi dalla posa della prima pietra”.
Prima pietra che anche lo stesso Parnasi non ha scadenzato: “l'obiettivo è quello di arrivarvi quanto prima”. Parnasi che ha tenuto a ribadire: "È un investimento totalmente privato da oltre un miliardo e mezzo che non peserà assolutamente sul bilancio del Comune e l'interesse pubblico si basa su un complesso di opere infrastrutturali di oltre 300 milioni di euro, due parchi, due ponti, riqualificazione di una stazione, una nuova linea della metropolitana”.
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