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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 28 novembre 2013

PIÙ CHE SALARIA, È ACQUARIA

Trascorsi cinque-dicasi-cinque giorni dalla fine delle piogge, giunti alla fine di giovedì 28 novembre, la piscina Salaria è ancora lì, impertinente e umida.
Le code di traffico sono una costante: dalla Tangenziale Est fino allo svincolo per Fidene - 2,7 chilometri in totale - si impiegano circa trenti minuti in auto e 15 in moto (anche perché è inverosimile la quantità di conducenti distratti che guidano incollati al cellulare e, quindi, non sono in grado di mantenere una linea retta di guida).

Se, quindi, in direzione centro-Raccordo, si incrocia una piscina il cui punto più profondo supera i trenta centimetri d'acqua, in direzione opposta - dal Raccordo verso il centro - allo stesso punto si incrocia una palude, forse anche più pericolosa della piscina: l'acqua planning, infatti non è uno sport salubre e consigliato per chi guida, in special modo per chi marcia su due ruote.

Il tempo, quindi, trascorre inesorabile. C'è da domandarsi cosa stia aspettando l'Amministrazione comunale per inviare squadre di operai per risolvere il problema. Forse che, dopo la stagione delle piogge autunnali (piuttosto prevedibile e certo non monsonica) Marino e il suo assessore ai Lavori pubblici, Paolo Masini, attendano con fiducia la stagione estiva sperando nell'evaporazione spontanea della piscina?

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