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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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sabato 26 ottobre 2019

IN ARRIVO IL VENERDÌ NERO DELLO SCIOPERO



Il venerdì nero di Roma e dell’Amministrazione Raggi è alle porte: lo sciopero generale dei proclamato dai sindacati potrebbe comportare l’’astensione dal lavoro dei dipendenti della galassia delle società partecipate e controllate dal Comune. Ci sono le due più impattanti sulla città, Ama e Atac. Per i trasporti, venerdì sono previsti due scioperi: uno per l’intera giornate e l’altro di 4 ore, dalle 20 a fine servizio. Per l’intera giornata - saranno rispettate le fasce di garanzia fino alle 8.30 la mattina e dalle 20 fino a fine servizio - l’agitazione dei lavoratori è stata proclamata dai sindacati Sgb-Cub, Si Cobas, Usi Ait e interesserà sia la rete Atac che i bus periferici della Roma Tpl. Lo sciopero di 4 ore, invece, è proclamato dai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl ed è l’adesione all’astensione generale dal lavoro per le aziende partecipate. In questo caso, dalle 20 alle 24 la protesta interesserà bus, tram, metropolitane, ferrovie concesse Roma-Lido, Roma-Viterbo e Termini-Centocelle. 
Poi c’è Ama che già da lunedì ha diffuso un appello ai romani affinché venerdì si tengano in casa tutti i rifiuti “per non sovraccaricare le postazioni di cassonetti stradali. Si ricorda, inoltre, che è fatto divieto assoluto di abbandonare sacchetti in terra”. E se Ama garantisce che “già dal primo turno di lavoro del 26 ottobre, infatti, il servizio di igiene urbana riprenderà regolarmente su tutto il territorio cittadino” è il presidente della Commissione Garanzia sugli Scioperi, Giuseppe Santoro-Passarelli, che in una nota ricorda ad Ama la necessità di una “pronta riattivazione del servizio, da assicurare subito dopo la cessazione dello sciopero, anche con il ricorso al lavoro supplementare o straordinario”. 
Simile raccomandazione Santoro-Passarelli la gira ai sindacati “affinché si adoperino per il pieno rispetto delle prestazioni indispensabili poste dalla legge a contemperamento dei diritti costituzionali degli utenti”, cioè il rispetto delle fasce di garanzia e della resa dei servizi minimi essenziali, come la raccolta dei rifiuti negli ospedali e nelle case di cura. 
Oltre Ama e Atac, interessate dallo sciopero ci sono altre società partecipate che possono avere ripercussioni sui cittadini: il Centro agroalimentare da cui si approvvigionano tanti piccoli e medi negozi; e la Centrale del Latte.
E ci sono quelle che hanno una presa minore sui romani ma non per questo meno devastante sul Campidoglio: Risorse per Roma (progetta infrastrutture), Roma Servizi per la Mobilità (gestione della comunicazione e progettazione di mobilità), Roma Metropolitane (progettazione infrastrutture di trasporto). Poi quelle finanziarie: Æqua Roma, Roma Investimenti, Assicurazioni di Roma e Roma Patrimonio (in liquidazione). Infine, Eur SpA e, da ultimo Zétema, su cui ricade il peso di gran parte delle attività culturali quotidiane della Capitale, a partire dai musei. 
Questa costellazione di società, venerdì 25, potrebbe non funzionare per niente. 
E non accennano a placarsi le polemiche che investono il sindaco di Roma, Virginia Raggi, e la sua maggioranza che da tre anni e mezzo governa il Campidoglio. 
Da Fratelli d’Italia, Francesco Figliomeni stigmatizza la pretesa di Ama di tenersi i rifiuti in casa: “L'Ama dovrebbe evitare di fare annunci perentori alla cittadinanza perché non è nella condizione di fare proclami di questo tono quando lei per prima non si occupa di ritirare quanto dovuto dai cassonetti stracolmi”.
E, mentre ai lavoratori della Multiservizi in sit-in sotto la sede Ama per protestare contro il taglio degli stipendi avvenuto dopo lo scandalo della mancata raccolta notturna delle utenze non domestiche, il nuovo presidente di Ama, Stefano Zaghis, ha diffidato Multiservizi a pagare entro 7 giorni gli stipendi, è il caso Roma Metropolitane a tenere ancora banco.
Nella tardissima serata di lunedì, con i soli voti dei 5Stelle, il Consiglio comunale ha approvato la messa in liquidazione della società di ingegneria dei trasporti. E i sindacati sottolineano  "l'amarezza per l'atteggiamento irrisorio da parte degli assessori al Bilancio e alla Mobilità” e stigmatizzano come “la responsabilità più grande sia in capo alla Raggi che in questi giorni di dibattito acceso non si è presentata mai in aula”.

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