Il fallimento del modello 5Stelle sulla gestione dei rifiuti passa anche per la differenziata e il porta a porta. Non bastasse il calo della percentuale di differenziata, prima volta da Veltroni sindaco in poi certificata tanto da Ispra quanto dall’Agenzia per la Qualità dei pubblici servizi del Comune, ora si aggiunge la resa di Ama sul porta a porta proprio nei due Municipi - il VI e il X - che la Raggi aveva eletto a proprio stendardo.

Due aspetti fra loro connessi: la crisi dell’impiantistica e quella del servizio reso finiscono per andare di pari passo. Nel giorno della festa a Colleferro per la chiusura della discarica di Colle Fagiolara, con Monte Carnevale che rimane ancora appeso a un esile filo, l’Azienda dei rifiuti evidenzia i problemi della quotidianità: a Roma quasi 5.000 utenze tra ristoranti, bar, attività commerciali di vario genere, uffici, enti, scuole e ospedali si oppongono alla raccolta differenziata delle cosiddette utenze non domestiche. Si rifiutano di prendere i bidoncini che l’Ama gli invia e continuando a buttare l’immondizia nei cassonetti stradali destinati però ai cittadini che vivono nelle case. “Si tratta di circa 4.800 ‘oppositori’ i cui nominativi sono stati inviati all’Ufficio Tari che a sua volta li ha girati ad Æqua Roma” ha spiegato ancora Bronzetti. Tra l’altro, ad aprile scadrà l’appalto di 12 (su 16) lotti per la differenziata alle imprese e agli uffici. Un appalto che vede le aziende mettere in campo 941 addetti e 380 mezzi che, se Ama riprendesse integralmente in servizio, dovrebbero essere assunti. I prezzi della differenziata: non sostenibili dalle esauste casse aziendali.
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