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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 16 gennaio 2020

IL FILOBUS SI SPEZZA A METÀ



Martedì sera, intorno all’eroe 20, c’è ancora il blocco della circolazione attivo valido anche per i diesel euro6. La giornata è stata pesante: mattinata con metro A e metro C a singhiozzo. Roma-Viterbo che registra l’abituale cancellazione di corse. Su via Nomentana, direzione Monte Sacro, sta passando uno dei filobus in servizio sulla linea 90. Forte rumore, stridio, metallo accartocciato: si rompe una “ralla”, vale a dire uno speciale cuscinetto che serve a ridurre il carico sui pezzi in movimento. E le due parti del filobus si rompono: praticamente, e semplificando assai, è un po’ come se si fosse rotto il gancio che tiene unite le due parti del lungo veicolo. Risultato: la “fisarmonica” di gomma del mezzo è contorta e allungata, tubi vari tranciati, la parte rimorchiata dei veicolo che struscia a terra e mezzo fermo.
Come fin troppo frequentemente accade anche quando i bus si incendiano, la bravura dell’autista è stata fondamentale per evitare che ci fossero feriti. 
Note ufficiali l’Azienda non ne ha rilasciate confermando quanto la trasparenza di Atac sia relegata a favoletta buona per qualche anima naïf. Quel poco che trapela è che il veicolo fosse uno di quelli nuovi, messo in pista dalla Raggi nel 2017 e che, come d’abitudine, verrà condotta un’inchiesta interna di quelle che poi si perdono nel nulla, tanto che, quando se ne chiede il conto, Atac non fornisce nessun dato
L’indagine verrà comunque anche estesa agli altri veicoli filobus della flotta per capire se si è trattato di un caso unico o se c’è qualche difetto di fabbrica nell’intero lotto.
Come d’abitudine appena c’è un problema, silenzio più totale da parte di Virginia Raggi e, sulla stessa linea comunicativa dell’ex assessore Linda Meleo, dell’assessore alla Mobilità, Pietro Calabrese. Cercando sui loro account social le ultime esternazioni in materia di filobus si risale su twitter al marzo 2017 per Calabrese e al settembre 2018 per la Raggi. Su Facebook, la pagina del Sindaco riporta a giugno 2019 l’ultimo post sui filobus e quella di Calabrese a ottobre 2019 con un post si attacco a Matteo Salvini in visita al deposito Atac di Tor Pagnotta dice sono ricoverati i filobus. Per il resto, come sulle scale mobili e sugli altri abituali disservizi, il silenzio: se non ne parlano, il problema non esiste. 
Il filobus rotto martedì sera fa parte del lotto dei 45 veicoli ordinati all’epoca di Alemanno sindaco e finiti al centro di una inchiesta giudiziaria per tangenti. L’inchiesta della Procura di Roma - nata come una costola di una più vasta indagine su Finmeccanica - ipotizzava una tangente di 500mila euro a favore dell’ex ad di Eur SpA, Riccardo Mancini, già tesoriere di Alemanno nella campagna elettorale per le comunali 2008. Alla fine del processo, Mancini venne condannato in primo grado, maggio 2018, a 5 anni per estorsione (non corruzione) morendo per infarto un mese dopo. Alemanno, invece, venne prosciolto. 
Al di là dell’aspetto giudiziario, quei 45 filobus costarono alle casse di Roma Metropolitane 20 milioni di euro. Ed ebbero una vita “amministrativa” assai travagliata: due anni per essere consegnati a Roma, altri due abbondanti prima di esser messi in strada.

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