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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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sabato 7 dicembre 2019

RIFIUTI; NIENTE VOTO, 5STELLE SPACCATI. RAGGI ALL'ATTACCO DI ZIGARETTI. SINDCI DELL'HINTERLAND CONTRO IL CAMPIDOGLIO




Nessun voto: sette ore di seduta straordinaria del Consiglio comunale non sono bastate per finire le discussioni e votare gli ordini del giorno proposti da maggioranza e dalle opposizioni. Tutto rimandato alla prossima seduta, fissata per martedì 10
Movimento 5Stelle spaccato fra l’ala “raggiana” arroccata sul “no” a qualsiasi impianto dentro Roma e il manipolo dei comunali allineati sulle posizioni del consigliere regionale Marco Cacciatore favorevole alle decisioni della Regione. L’impasse dei grillini ha finito per far mancare il numero legale a lungo e così, alle 5 del pomeriggio, seduta chiusa e se ne riparla martedì con i voti sugli ordini del giorno prima dell’inizio dei lavori sul bilancio. 
In mezzo alle due fazioni pentastellate, l’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, che chiede il termovalorizzatore (“almeno due”) e si muove con Regione Lazio e Ministero della Difesa per chiudere sulle aree, “quattro, una per ogni quadrante della città” in cui realizzare siti di trasferenza.
La Regione Lazio e il Ministero dell’Ambiente, invitati a Palazzo Senatorio, hanno evitato di presentarsi. In compenso, presente un folto numero di Sindaci dei comuni dell’hinterland romano, fasce tricolori indosso. 
La seduta è scivolata sulla mezz’ora di dichiarazioni della Raggi che ha accusato direttamente la Regione e il suo presidente, Nicola Zingaretti, di tenere nell’emergenza la Capitale, di inerzia per la mancata approvazione del Piano Rifiuti, di adottare provvedimenti “emergenziali”. Secondo giro: la Raggi ha nemmeno troppo velatamente “ricordato” ai sindaci della provincia che 50 di loro si servono di Roma per smaltire i rifiuti e che “parlare di sub-ambito” per i rifiuti (l’autosufficienza di Roma nel suo territorio, ndr) potrebbe essere applicato anche alle “infrastrutture idriche” e che “se il sub-ambito viene portato avanti vuol dire che ciascuno penserà per sé, e questo vale per tutti i comuni della provincia”. Terzo attacco della Raggi: dopo aver elencato uno per uno i 50 Comuni che usano i Tmb romani per trattare i loro rifiuti, il Sindaco ha indicato in Fiumicino il comune più scroccone: “dopo 60 anni di conferimenti nella discarica di Malagrotta ha deciso di conferire i propri rifiuti nei Tmb di Malagrotta”. Replica di Esterino Montino, sindaco della cittadina litoranea: “Fino a 26 anni fa eravamo Roma il cui l'unico impianto di trattamento dell'organico di proprietà dell'Ama è a Maccarese, nel comune di Fiumicino”. Infine, la Raggi si è retoricamente domandata se vi sia un accordo politico-elettorale fra Zingaretti e il sindaco di Colleferro, Pierluigi Sanna, alla base della decisione di chiudere anticipatamente la discarica di Colleferro visto che nel Comune della Valle del Sacco si andrà al voto per il Sindaco il prossimo anno. Replica di Sanna, unico sindaco dell’hinterland a parlare in Aula Giulio Cesare: “Non c’è alcun accordo. Il contratto ventennale scade quest'anno. Le province di questa regione hanno dato tanto alla Capitale. Non andremo oltre: “lasciateci stare. Abbiamo già dato””. Se la Raggi ha centrato l’intero suo intervento nell’illustrare le mancanze di Regione e dei suoi predecessori, le opposizioni hanno avuto gioco facile nel rimarcare come, fra le parole del Sindaco, non ci fosse un solo accenno alle responsabilità del Campidoglio a trazione 5Stelle, come se a Palazzo Senatorio si fossero seduti ieri pomeriggio. 

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