Ancora un nulla di fatto sui rifiuti: il Tavolo tecnico regionale, convocato prima nella tarda mattinata di ieri e poi riunitosi solo nel pomeriggio, ha finito con una fumata nera. E una riconvocazione questa mattina alle 10.00. Assenti, ieri, la Città Metropolitana e l’Amministratore Unico di Ama, Stefano Zaghis, che era stato convocato. In ogni modo, salvo clamorose sorprese, il gioco dell’oca è sempre quello: i siti nei quali si possono creare impianti di trattamento o smaltimento sono noti più o meno da un decennio. E sono sempre gli stessi. Non a caso, infatti, ciclicamente tornano ad affacciarsi gli stessi nomi: Falcognana, Pizzo del Prete, Cupinoro, Guidonia, Malagrotta e via dicendo.
L’appuntamento è posticipato a domani, mercoledì, quando il Tavolo dovrà produrre la relazione finale nella quale i tre tecnici - Laura D’Aprile per il Comune, Paola Camuccio per Città Metropolitana e Flaminia Tosini per la Regione Lazio - dovranno indicare i siti sui quali calare gli impianti necessari a Roma.

La guerra dei rifiuti finisce per coinvolgere tutti: a Civitavecchia, durante un sit in di protesta contro la decisione della Raggi - un’ordinanza emergenziale, per altro - di aumentare il quantitativo di rifiuti da portare nella città costiera, un camion Ama è stato bloccato dai manifestanti.
E “l’incendio” sul problema rifiuti, dopo tre anni e mezzo di fallimenti targati M5S che si sommano a quelli precedenti targati centrodestra e centrosinistra, rischia di diffondersi rapidamente ovunque. Ieri in Commissione Ambiente è stata bocciata la proposta di una società privata di creare un impianto per biomasse sulla Prenestina con la motivazione di eccessiva vicinanza di alcune abitazioni. Dopo le proteste a Falcognana, venerdì si terrà una nuova manifestazione, di mattina, durante il Consiglio straordinario sui rifiuti del 6 dicembre al Campidoglio, alla quale parteciperà una folta delegazione dal territorio di Civitavecchia e dei Comuni limitrofi. La politica dei “no” e dei veti sta raggiungendo il suo apice.
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