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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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mercoledì 18 dicembre 2019

FOGLIE RADIOATTIVE, L'AMA ORA NEGA (MALDESTRAMENTE)


I carichi di materiali provenienti dalle attività di spazzamento e raccolta dei rifiuti indifferenziati non destano alcun tipo di allarme radioattività, come riportato ieri da alcuni quotidiani, perché evidenziano una presenza radiometrica irrilevante. Questa, infatti, nei pochi casi in cui si riscontra, non supera lo 0,1 circa. In buona parte dei casi, la radioattività è già presente in natura. Elementi come il radon (gas inerte radioattivo di origine naturale) possono infatti essere già naturalmente presenti nelle cosiddette “terre di spazzamento” (foglie, terriccio, polveri, pietre, ecc.)”: Ama cerca di correre ai ripari, piuttosto maldestramente per altro, dopo che ieri abbiamo riportato le affermazioni rilasciate in Commissione Ambiente dai tecnici dell’azienda in merito al Piano Foglie. 
In sostanza, nel corso della Commissione - e basterà attendere la trascrizione dei verbali se non dovessero essere sufficienti le domande rivolte ad Ama durante la seduta da una decina di consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione - Ama ha spiegato come le foglie, apparentemente un rifiuto organico, debbano invece essere considerate un rifiuto indifferenziato. Motivo: smog e polveri sottili sono agenti inquinanti presenti già direttamente sugli alberi e, a maggior conto, quando poi le foglie cadute a terra vengono raccolte insieme a quanto presente sui marciapiedi e sulle strade. Ma, ha spiegato Ama, in qualche caso - a margine dell’incontro quantificato in due volte su 600 - è capitato che il carico contenente foglie venisse “identificato” come radioattivo. Quando i mezzi entrano nei siti di trattamento e di stoccaggio dei rifiuti, vengono fatti passare sotto una specie di portale stile “metal detector” che ne analizza i contenuto di inquinanti. E, appunto, in qualche caso ha rilevato elementi radioattivi diffusi nel cassone e sparsi fra fogliame e rifiuti. Una rivelazione, questa fatta dai tecnici Ama, che ha destato sorpresa e allarme anche fra i consiglieri comunali presenti i quali per lungo tempo hanno chiesto spiegazioni ai tecnici aziendali. Tanto che, hanno spiegato gli emissari dell’Azienda, in questi casi i mezzi vengono, per legge, bloccati fino a che la radioattività non decade per esaurimento naturale. I tecnici Ama, ben lontani dal chiamare in causa il gas radon, hanno attribuito la rilevazione di radioattività alla presenza di rifiuti ospedalieri di esami medici svolti mezzi di contrasto che sono radioattivi. 
Intanto nella tarda serata di ieri l'azienda ha reso note le linee guida del Piano Industriale 2020-2024: quattrocento dieci milioni di euro di investimenti su attrezzature per la raccolta dei rifiuti, per la flotta dei mezzi e gli impianti. È l’annuncio fatto ieri nel tardi pomeriggio dall’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, che, all’Assemblea Generale di Utilitalia, ha illustrato le linee guida del Piano Industriale 2020-2024. Il documento di Ama, come ha spiegato lo stesso Zaghis, dovrà tenere conto del Piano regionale Rifiuti che, pochi giorni fa, è stato approvato in Giunta Zingaretti e che, a breve, inizierà l’iter di votazione in Consiglio regionale per essere licenziato presumibilmente a gennaio prossimo. 
Nella nota diffusa da Ama si legge che “le Linee Guida del nuovo Piano Industriale sono  in linea con la strategia europea lanciata recentemente dalla Commissione Europea con il green new deal, sostenuto anche a livello nazionale, teso a stimolare l’uso efficiente delle risorse, grazie al passaggio a un’economia circolare e pulita. I pilastri del documento strategico pluriennale sono la sostenibilità, la coerenza, la fattibilità e la concretezza che rendano possibile lo sviluppo di un sistema di gestione integrato per la chiusura del ciclo dei rifiuti”. Tutto senza approvazione dei vecchi bilanci e con siti di conferimento ancora da trovare. 

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