Per ora si tratta solo di sensori: 6 posizionati nell’Esedra del Marco Aurelio e due in altre sale interne al Palazzo dei Conservatori e servono a fornire informazioni in tempo reale sullo stato degli edifici, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei parametri strutturali più significativi come deformazioni, variazioni di umidità, temperatura, inclinazioni, e via dicendo. Nel futuro questa tecnologia potrebbe essere utilizzata non solo sul monitoraggio dei palazzi e dei monumenti ma anche sui mezzi di trasporto pubblici per installare telecamere di sicurezza ad altissima definizione e per riuscire a regolare l’”onda verde” sulle corsie preferenziali per bus e tram e su le opere di ingegneria civile più delicate come ponti e viadotti.

Posizionati nel Palazzo dei Conservatori, uno dei tre palazzi del Campidoglio e sede dei Musei Capitolini, i sensori utilizzano i dispositivi del “sistema microelettromeccanico” cioè componenti elettronici di misure inferiori al millimetro e sono in grado di registrare oscillazioni davvero minime.

Per il vicesindaco Bergamo: “Il 5G arriva a Roma applicato al patrimonio culturale. Con la città e l'amministrazione siamo aperti ad accogliere questo uso intelligente della tecnologia che ci aiuterà a gestire i nostri beni storici”. Bugani ha invece annunciato che "in chiave 5G stiamo lavorando per un'applicazione su Atac e sulla realizzazione di alcune piazze smart altamente digitalizzate”.
Per Lasagna di Fastweb “Siamo orgogliosi di essere ancora una volta al fianco di Roma Capitale e mostrare le straordinarie potenzialità del 5G". Per Hu Kun (ZTE) "questa collaborazione con Fastweb e Univaq è motivo di soddisfazione, un perfetto connubio tra la nuova tecnologia e il patrimonio storico”.
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