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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 7 febbraio 2020

SALTANO I SOLDI PER LA CASA DELLE DONNE, PD AL VOTO SENZA AIUTINO





Non c’è pace per la Casa Internazionale delle donne, la struttura di assistenza volontaria alle donne in difficoltà che ha sede dentro un’ala del Convento del Buon Pastore alla Lungara. I soldi - 900mila euro - che il centrosinistra in Parlamento voleva inserire nel Decreto Milleproroghe sono saltati: emendamento dichiarato inammissibile. 
La vicenda nasce davvero da molto lontano. Anno di grazia 1973: alcune donne appartenenti ai movimenti femministi occupa Palazzo Nardini. Nel 1985, dopo una querelle con il Comune quasi decennale, l’allora sindaco Nicola Signorello assegna alla Casa l’ala del Buon Pastore. Arrivano nel 2016 i 5Stelle e, con una miope visione ragionieristica della cosa pubblica, decidono di chiedere alla Casa gli arretrati: 880mila euro. Parte una battaglia mediatica e legale che, per altro, in queste ultime settimane si intreccia con un’altra Casa a difesa delle donne in difficoltà, la Lucha y Siesta al Tuscolano in un edificio di proprietà Atac che il Campidoglio mette in vendita per salvare i disastrati conti dell’Azienda dei trasporti. 
Risultato finale: sulla Casa Internazionale delle Donne alla Lungara pende lo sfratto da quasi un biennio. Lo stesso per la Lucha y Siesta. Con ritardo ma senza possibilità alcuna di cambiare le cose, i grillini cercano di metterci una pezza: la Raggi annuncia che il Comune potrebbe partecipare all’asta per l’edificio di Lucha y Siesta. E il centrosinistra tenta di inserire 900mila euro nel Milleproroghe per chiudere il contenzioso Comune-Casa Internazionale delle Donne. 
In pratica: l’Amministrazione comunale a guida pentastellata prima crea il problema e poi tenta di scaricarlo sulle casse pubbliche. 
Solo che, almeno per la Casa Internazionale alla Lungara, il piano va male. Due giorni fa, alla notizia dell’emendamento al Milleproroghe, la Raggi tenta pure la mossa del mettere cappello sul provvedimento. Ventiquattrore dopo, la presidenza delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio riunite in forma congiunta a Montecitorio ha dichiarato inammissibile l’emendamento al Milleproroghe che stanziava i soldi per la Casa Internazionale delle donne.
Festeggia Fratelli d’Italia: “Grazie a FDI - scrive la Meloni - è stata bloccata l’ultima oscenità del Pd: dare quasi un milione di € del Mef, guidato da Gualtieri, alla Casa delle Donne, associazione di sinistra che si trova nello stesso collegio nel quale il Ministro è candidato. Non si usano Istituzioni per comprare consenso”. Perché, ovviamente, uno dei problemi, a parte l’opportunità di usare fondi pubblici, uno dei nodi è che il Convento del Buon Pastore è collocato nel territorio del Collegio 1 della Camera, quello dove il candidato del centrosinistra è il ministro delle Finanze, Roberto Gualtieri. Un discreto conflitto di interessi.  
Si scaglia contro la Raggi anche l’ex 5Stelle Cristina Grancio: “Un’Amministrazione isterica che passa dalla chiusura totale del dialogo con la Casa Internazionale delle Donne, all’esultanza per un possibile salvataggio di cui indebitamente vorrebbe prendersi il merito”, afferma attaccando proprio le dichiarazioni del Sindaco. Spiega la Grancio: “L’amministrazione a 5Stelle si è distinta solo per l’immobilità e l’incapacità di affrontare e risolvere una volta per tutte la situazione".

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