Rischia di aprirsi una immensa voragine nei conti di Ama: il direttore del Dipartimento Ambiente del Campidoglio, Laura D’Aprile, ha spedito all’Amministratore unico di Ama una lettera in cui viene ordinato all’Azienda di specificare nei rendiconti mensili anche i disservizi sulla mancata raccolta dei rifiuti. Rendiconti con la specifica menzione di questi disservizi potrebbero finire per essere utilizzati dai cittadini per chiedere il rimborso della Tari annuale. Immancabile il Codacons: “Il Comune di Roma apre ufficialmente la strada ai rimborsi della Tari in favore dei cittadini che subiscono disservizi nella raccolta dei rifiuti. La nota ufficiale inviata dal direttore del Dipartimento, Laura D’Aprile, di fatto avalla le richieste di rimborso Tari avviate dagli utenti romani – spiega in una nota il presidente Carlo Rienzi – Questo perché per la prima volta il Comune ammette che i rifiuti non vengono raccolti, realizzando così la fattispecie che, in base alle norme vigenti, autorizza i cittadini a chiedere il rimborso dell’80% della Tari quando si registrano disservizi nella raccolta della spazzatura”. Segue il consueto appello alla “mobilitazione generale”.


Nel frattempo, in attesa delle decisioni politiche, l’attenzione torna a centrarsi su Ama. Con le forze politiche di opposizione che attaccano l’azienda per una nomina quanto meno discutibile.
Si tratta della scelta fatta da Ama di nominare Cosimo Calabrese alla guida dell’Organismo di Vigilanza. Solo che Calabrese è titolare di una società che già è sotto contratto con AMA con un appalto fino a maggio di quest’anno sotto la soglia di 40mila euro e, quindi, affidabile con chiamata diretta.
Protestano le opposizioni: Maurizio Politi e Davide Bordoni (Lega) parlano “conti che non tornano”; Andrea De Priamo (Fratelli d’Italia) annuncia un’interrogazione sulla nomina accusando i 5Stelle di far “man bassa di poltrone” e Valeria Baglio e Giovanni Zannola (Pd) porteranno il caso in Commissione Trasparenza. La replica di Ama è un bizantinismo niente male: la nomina è ”legittima” perché “lo Statuto dell’Organismo di Vigilanza” è stato sostituito “in data 31 gennaio 2019” e prevede "la possibilità di nominare anche professionisti interni all’azienda”.
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