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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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martedì 25 febbraio 2020

IL TRENINO GIALLO E IL FRONTE DELLO "SCARTAMENTO RIDOTTO"


C’è chi lo vuole «a scartamento ridotto» e chi «a scartamento ordinario». Ma, almeno una cosa la vogliono tutti: che il trenino della Casilina, la Termini-Giardinetti, divenga una proprietà del Comune mentre oggi è della Regione Lazio e che torni a funzionare. Parliamo di quella linea che, pochi giorni fa, si è fermata all’improvviso per assenza di conducenti, preoccupati per il «declassamento» contrattuale che rischierebbero passando da treno, come oggi, a tram.
Il problema principale, però, è quello dello «scartamento», ovvero la distanza che passa fra le ruote dei treni. Oggi i trenini gialli hanno quello ridotto, ovvero 950 millimetri. Per il Ministero dei Trasporti e per il Comune deve passare a quello ordinario, vale a dira a 1445 millimetri, che poi è quello attuale dei tram. Il nodo è tutto qui: il passaggio significa lavori, soldi, tempi e nuovi mezzi. 
Chi è contrario, teme che alla fine, la quantità di lavori finisca per uccidere definitivamente il trenino. 
Chi è favorevole pensa anche a una razionalizzazione dei mezzi: tram uguali per tutta l’intera rete capitolina, invece che mezzi di diverso tipo, con diversi pezzi di ricambio e comunque fra loro non intercambiabili.
Ieri si è riunito quello che si può definire lo «stato maggiore» dei contrari allo scartamento ordinario: c’erano Svetlana Celli, consigliera comunale della Lista Civica per Giachetti che ha annunciato la presentazione in Consiglio di una mozione pro scartamento ridotto; Gianluca Quadrana, consigliere regionale; SLM Fast-Confsal Lazio; l’Osservatorio Regionale sui Trasporti; Cesmot; l’associazione TrasportiAmo. Più Legambiente che, però, per bocca del presidente, Roberto Sacchi, auspica la trasformazione della linea in un «moderno tram». Tutti gli altri, al di là della comune posizione sul passaggio di proprietà dalla Regione al Campidoglio che va completato rapidamente, hanno rimarcato la necessità di non modificare lo scartamento della linea. La paura dei fronte del no è che «la Giardinetti muoia perché quando si capirà che è tecnicamente impossibile adottare lo scartamento ordinario, i nuovi tram acquistati saranno dirottati su altre linee».

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