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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 21 febbraio 2020

IL GIALLO DELLA CASA INTERNAZIONALE DELLE DONNE


È giallo sempre più fitto sulla Casa Internazionale delle Donne e i soldi della Regione Lazio. 
La struttura di assistenza alle donne vittime di violenza - presidente Maura Cossutta - dal 1985 ha sede in un’ala del Convento del Buon Pastore a via della Lungara. Dopo la sanatoria di Veltroni nel 2001, però, nonostante lo sconto sul canone di affitto, ridotto del 90% sul prezzo di mercato, la Casa ha accumulato un debito di quasi 900mila euro che il Campidoglio versione 5Stelle ora vuole indietro. Da quasi 3 anni va avanti un doppio contenzioso: amministrativo fra Casa e Campidoglio per il recupero delle somme e il conseguente sfratto; e politico fra la sinistra che difende il valore sociale della struttura e i 5Stelle e, più recentemente, il centrodestra.
Centrodestra entrato nella contesa grazie al tentativo, poi respinto, del centrosinistra di inserire alla Camera, nel Milleproroghe, un finanziamento di 900mila euro a favore della Casa. La quale, però, sta nel territorio del Collegio Camera 1 che fra 10 giorni va al voto per le elezioni suppletive e il candidato del centrosinistra è il ministro delle Finanze, Roberto Gualtieri. 

IL GIALLO DEL RAPPORTO
Pochi giorni fa il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, si presenta alla Casa delle Donne per esporre il provvedimento contenuto in una delibera regionale (la 47 del 2020) con cui viene predisposto un metodo di calcolo, elaborato da Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), per misurare il valore economico delle attività sociali svolte dalle associazioni no profit. La Regione è ora in attesa della relazione finale sullo studio, come spiegato dalla stessa Amministrazione regionale e dalla senatrice Pd, Monica Cirinnà. 
Il Tempo, però, è in possesso della lettera dell’ASviS, indirizzata alla Regione il 13 dicembre 2018, con cui la società prendeva l’impegno di consegnare “un rapporto di ricerca con i risultati conseguiti” entro “il 31 dicembre 2018”. 
Un gran tour de force, visto che in quei 18 giorni di tempo ben 8 giorni erano festivi (i weekend del 15, 16, 22, 23, 29 e 30 dicembre più Natale e Santo Stefano). La lettera conteneva una serie dati fra i quali l’accettazione di 39.750 euro per lo svolgimento della ricerca (giusto 250 euro al di sotto dei limiti che imporrebbero una gara d’appalto), le coordinate bancarie, il team di ricercatori composto dalla professoressa Viviana Egidi, che proprio il 1 novembre 2018 è andata in pensione dalla Facoltà di Statistica de La Sapienza; e da Cristina Freguja, direttore della Direzione Statistiche sociali e Welfare dell’Istat.
C’è un ultimo, piccolo dettaglio da evidenziare: l’intestazione della lettera dell’ASviS. “Progetto per la valorizzazione economica dell’impatto delle prestazioni rese gratuitamente dalla Casa Internazionale delle Donne, anche in connessione con gli indicatori statistici elaborati dall’Istat nell’Ambito del rapporto sul benessere equo e sostenibile (BES)”: delle altre organizzazioni no profit non c’è traccia alcuna. Neanche nelle righe seguenti, alla voce “metodologia di ricerca”, si leggono riferimenti ad altre organizzazioni no profit ma solo alla Casa Internazionale delle Donne. Il tutto, coerentemente, con la determina regionale del 20 dicembre 2018 con cui la Regione affida “lo studio e la definizione di una metodologia, per la misurazione dell'impatto sociale delle prestazioni rese gratuitamente dalla Casa Internazionale delle Donne” all’ASviS.

GLI INTERROGATIVI
Arrivati a questo punto del giallo, ci sono dei buchi. Perché, stando alla stessa delibera regionale, l’ASviS ha consegnato - il 9 gennaio 2020 con oltre un anno di ritardo - la sola “proposta metodologica”? Dov’è il “rapporto di ricerca con i risultati conseguiti” che doveva essere consegnato il 31 dicembre 2018? Come mai, in assenza del rapporto, Zingaretti annuncia trionfalmente lo stanziamento di 700mila euro cifra fino ad ora frutto solo di una perizia di parte commissionata dalla stessa Casa delle Donne nel 2017 e inserita nel ricorso al Tar contro il Campidoglio?

IL CORTOCIRCUITO MEDIATICO
Questo enorme ginepraio, ha finito per mandare in totale confusione la comunicazione del Pd. Prima, due giorni fa, il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, twitta (18 febbraio): “La Regione Lazio interviene con 700mila euro l’anno” per salvare la Casa delle Donne. Poi il tweet viene cancellato e sostituito da uno senza cifra. Il giorno dopo, a caos ormai esploso, arriva pure il colpevole: “errore della nostra comunicazione”, scrive la Giunta regionale. Se non che, ieri, all’ora di pranzo - 48 ore dopo il tweet rimosso di Zingaretti - è il Pd Lazio a rilanciare: “La Casa delle Donne è salva. 700mila euro l’anno della Regione Lazio hanno scongiurato la chiusura di uno degli spazi più importanti e significativi di Roma e d’Italia”. Interpellato, il presidente del Pd Lazio, Bruno Astorre, fa il bis: “mi scuso a nome della comunicazione”. 
La versione originale del tweet del presidente Zingaretti


La versione rimaneggiata 
Il tweet del Pd Lazio



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