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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 1 febbraio 2019

STADIO, FACT CHECKING SU CODACONS ("DENUNCIA RAGGI")


Dopo aver effettuato, nei giorni scorsi, il fact checking sulle dichiarazioni di Italia Nostra, oggi è la volta del Codacons che, in una nota diffusa nella mattinata, ha annunciato un esposto contro il sindaco di Roma, Virginia Raggi, circa la secretazione della relazione del Politecnico di Torino sulla mobilità del progetto Stadio della Roma.

Di seguito il testo del Codacons:

Il comune non può imporre il segreto su un atto di importanza vitale per la città e per i cittadinispiega il presidente Carlo Rienzi –. per tale motivo presenteremo un esposto in procura chiedendo di accertare se la decisione del sindaco Raggi di secretare il documento in questione possa configurare lipotesi di omissione di atti dovuti, in relazione alla mancata trasparenza a danno della collettività”.
Qualsiasi squilibrio che dovesse emergere dalla relazione del Politecnico confermerebbe la presenza di speculazioni e di interessi privati più volte da noi denunciatiprosegue il Codaconsuna situazione che finirebbe per danneggiare gli stessi tifosi della Roma e che potrebbe portare a nuove azioni legali per bloccare la realizzazione dellopera.
Per tale motivo riteniamo che il Campidoglio debba abbandonare il progetto di Tor di Valle, che presenta troppe criticità e troppe situazioni che rischiano di bloccare lopera, e regalare alla città e ai tifosi un nuovo stadio su siti alternativi già individuati da studi realizzati dal Codacons e dal Tavolo della Libera Urbanistica, come larea di fronte al Luneur, la Fiera di Roma e lo Stadio Flaminio. Siti che permetterebbero di realizzare lo stadio sfruttando terreni e strutture ad oggi inutilizzate, senza costi per la collettività e senza possibilità di speculazione da parte dei privaticonclude lassociazione.

FACT CHECKING (in rosso la frase del Codacons)

Il comune non può imporre il segreto su un atto di importanza vitale per la città e per i cittadini
Il Campidoglio non ha effettivamente imposto il segreto. La relazione è arrivata ieri pomeriggio e non esiste alcuna legge che obblighi il Comune a rendere immediatamente noto il contenuto del testo.
Il segreto è stato imposto allepoca della redazione e poi sottoscrizione del contratto fra Comune (Dipartimento Mobilità) e Politecnico. Era allepoca che il Codacons avrebbe dovuto far sentire la sua voce.

presenteremo un esposto in procura chiedendo di accertare se la decisione del sindaco Raggi di secretare il documento in questione possa configurare lipotesi di omissione di atti dovuti
Tralasciando il fatto che di esposti in Procura a firma Codacons sono pieni gli archivi, non è il Sindaco ad aver secretato il testo (che, ribadiamo, non lo è ancora stato, banalmente non è ancora stato divulgato) ma, semmai, il direttore del Dipartimento Mobilità, Gian Mario Nardi. Non è quindi al Sindaco che occorre rivolgersi ma al dott. Nardi e, per farlo, è sufficiente una richiesta di accesso agli atti, come il Codacons dovrebbe ben sapere. Infine, unannotazione ilare: non esiste il reato di omissione di atti dovuti, al massimo nel nostro ordinamento è prevista lomissione datti dufficio, previsto e punito dallarticolo 328 del Codice Penale (Il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. Fuori dei casi previsti dal primo comma, il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio, che entro trenta giorni dalla richiesta di chi vi abbia interesse non compie l'atto del suo ufficio e non risponde per esporre le ragioni del ritardo, è punito con la reclusione fino ad un anno o con la multa fino a milletrentadue euro. Tale richiesta deve essere redatta in forma scritta ed il termine di trenta giorni decorre dalla ricezione della richiesta stessa”. Una denuncia per questo reato prevede, al netto delle fattispecie previste nel primo capoverso, quanto meno di rivolgere al pubblico ufficiale in questione (Nardi o il Sindaco che sia) la domanda di accesso agli atti

Qualsiasi squilibrio che dovesse emergere dalla relazione del Politecnico confermerebbe la presenza di speculazioni e di interessi privati più volte da noi denunciati
Anche il Codacons, come Italia Nostra, deve aver scambiato un investitore privato per un mecenate benefattore.

che potrebbe portare a nuove azioni legali per bloccare la realizzazione dellopera.
Sarà interessante capire come il Codacons intenda utilizzare una relazione tecnica priva di qualsiasi rilievo giuridico per intentare azioni legali per bloccare lo Stadio.

il Campidoglio debba abbandonare il progetto di Tor di Valle, che presenta troppe criticità e troppe situazioni che rischiano di bloccare lopera, e regalare alla città e ai tifosi un nuovo stadio su siti alternativi
Non è il Campidoglio ad aver scelto larea ma il privato ai sensi della legge 147/2013 (art.1, comma 304, lettera a) che pone in capo al privato la facoltà di scegliere il sito e proporlo al Comune che può dissentire con motivazioni inoppugnabili, assentire con prescrizioni (il caso di Tor di Valle), assentire e basta.
Allo stesso modo, non essendo Tor di Valle stata scelta dal Campidogio, non è il Campidoglio che può scegliere allinterno di questa procedura siti alternativi.

individuati da studi realizzati dal Codacons e dal Tavolo della Libera Urbanistica, come larea di fronte al Luneur, la Fiera di Roma e lo Stadio Flaminio
Ripetendo ancora una volta come spetti al privato individuare larea su cui realizzare lintervento e non al pubblico e che la legge italiana riconosce la remunerazione dellinvestimento, la ipotetica indicazione di questi tre siti evidenzia tutta lestrema perizia degli studi effettuati dal Codacons e dal Tavolo della Libera Urbanistica. Vediamoli una volta per tutte:
·  Stadio Flaminio: impianto piccolo, sottoposto a vincolo architettonico della Soprintendenza e a vincolo dingegno a favore degli eredi Nervi. Qualunque intervento di modifica dellimpianto deve ottenere lassenso di entrambi i soggetti in questione (eredi Nervi e Soprintendenza). Non a caso, nessun progetto avanzato è mai stato effettivamente accolto. La proprietà dellimpianto è del Comune di Roma che, al momento, sta provvedendo alla pulizia del sito in vista di una potenziale cessione alla Federazione Rugby per farne laCovercianodella palla ovale. Limpianto, per altro, è privo di sufficienti parcheggi, di aree dove realizzarne e non risponde alle normative di sicurezza pubblica (pre fitraggi e filtraggi) per farne uno stadio di calcio.
·      Luneur: e del Luna Park che ne facciamo? Per altro, larea è di 68mila metri quadri, appena il doppio delle dimensioni dello Stadio Olimpico inteso come costruzione, senza nulla di ciò che lo circonda. Il progetto Stadio prevede per la sola parte sportiva una dimensione di 210mila metri quadri fra Stadio e nuova Trigoria, il triplo abbondante dellarea del Luneur.
·    Fiera di Roma: quale? La nuova o la vecchia? La nuova soffre di problemi di bradisismo come dimostra la chiusura di numerosi padiglioni. Per altro, si tratterebbe di un soggetto compartecipato da Comune, Regione e Camera di Commercio. La vecchia Fiera di Roma, sulla Colombo, è di 76.139 metri quadri, 2,7 volte più piccola dellarea del solo Stadio+Trigoria del progetto Tor di Valle.
Come si vede nessuno dei tre siti indicati (quattro se vogliamo includere nel concetto vago di Fiera di Roma sia la Nuova che la Vecchia Fiera) è adatto a realizzare il progetto Stadio. E parliamo del solo progetto sportivo, escludendo qualunque pertinenza commerciale o direzionale e i relativi parcheggi.
Come per Italia Nostra, questo è lennesimo comunicato buono per 5 minuti di visibilità.


Riceviamo e pubblichiamo dal presidente del Codacons, l'avvocato Carlo Rienzi, la richiesta di precisazione in merito all'articolo pubblicato in data 1.02.2019 intitolato "Stadio della Roma, il Codacons denuncia la Raggi. Ma prende una cantonata in cui punto per punto vengono affrontate le ragioni della denuncia dell'associazione contro la sindaca di Roma sull'impianto giallorosso a Tor di Valle

Su tale articolo precisiamo quanto segue:
1) il Codacons ovviamente ha presentato istanza di accesso ma tale richiesta - che doveva essere soddisfatta nei 30 giorni già trascorsi -  non ha avuto esito, e quindi si è realizzata l'ipotesi della omissione di atti dovuti, fattispecie che si chiama così anche se al Tempo non piace, e che equivale proprio all'omissione di atti di ufficio;
Sarebbe curioso comprendere quale calendario utilizzi il Codacons: la relazione è giunta giovedì 31 gennaio, come da ultimo aggiornamento contrattuale fra Campidoglio e Politecnico. Ammesso che il Codacons abbia presentato la richiesta di accesso agli atti anche il giorno successivo a quello di consegna, come fanno ad essere già trascorsi 30 giorni stabiliti dalla norma per configurare il reato di omissione d’atti d’ufficio? Chiediamo scusa se il codice penale li identifica così e non come omissione di atti dovuti.


2) la denuncia deve essere fatta contro il responsabile della pubblica amministrazione ma naturalmente sarà estesa poi ai funzionari se la responsabilità è di un singolo funzionario; tuttavia nell'ambito di un atto del Comune il responsabile da denunciare è sempre il Sindaco che rappresenta appunto l'ente pubblico;
Ribadiamo un concetto assai semplice da comprendere: non esiste legge che obblighi il Sindaco a rendere noto entro un tempo X un atto politico (politico, non giuridico non avendo la relazione alcun valore legale). È un problema politico e come tale va affrontato. Inoltre, sottolineando sempre il fatto che la relazione definitiva è comunque giunta il 31 gennaio, anche ammesso che vi sia una forma di obbligo - magari morale - alla pubblicizzazione della stessa, il Codacons presuppone già la volontà dell’Amministrazione di mantenere segreto il testo. Siamo ai processi alle intenzioni?

3) riguardo alle altre considerazioni ricordiamo che non è vero che è il privato che deve scegliere il luogo dove fare lo stadio, perché lo stadio nuovo è legato al consenso di tantissime autorità pubbliche (dalla Sovrintendenza al Comune alla Regione) e quindi sono costoro responsabili della tutela dell'interesse pubblico che sta alla base di un'opera che non crei danno né alle persone né all'ambiente; 
Non possiamo fa altro che ricordare al Codacons la legge 147/2013, articolo 1, comma 304 e le modifiche apportate dalla legge 96/2017. Il cosiddetto “consenso” delle tantissime autorità rientra nelle procedure stabilite dalle norme urbanistiche di approvazione del progetto in combinato disposto con il funzionamento delle Conferenze di Servizi, preliminare e decisoria. Forse all’analisi del Codacons è sfuggita una lunga sequenza di trattative fra i proponenti e il Campidoglio circa la selezione delle aree.  La costante e ossessiva ripetizione di concetti giuridicazmente palesemente sbagliati non li rende meno errati.

4) riguardo ai siti alternativi proposti dal Tavolo della libera urbanistica, se il giornalista autore dell'articolo avesse acceso il proprio computer e si fosse collegato a internet avrebbe scoperto, con suo grande stupore, che già in passato erano stati specificati i siti alternativi a Tor di Valle che non comportano certo né lo smantellamento del Luneur come egli sostiene, né il cambio di destinazione della nuova Fiera di Roma (infatti abbiamo sempre parlato dell'ex Fiera di Roma).  
Il computer è stato aperto: abbiamo fatto riferimento alle dimensioni dell’intervento della sola parte sportiva e nessuna delle aree proposte dal Codacons e dal Tavolo è neanche lontanamente vicina a quelle dimensioni. Come per la questione del diritto del privato e non del Comune a scegliere l’are, che al Codacons non piaccia questo fatto non rende, per il semplice fatto di ripetere informazioni erronee, le stesse più vere o più vicine alla verità.


5) riguardo poi la possibilità per il Codacons di bloccare lo Stadio - cosa che si farà con molto dolore e nell'interesse ripeto sempre degli stessi tifosi - questa è insita nel ricorso al TAR già pendente e proposto dal Codacons, ricorso al quale saranno aggiunti nuovi motivi dopo la lettura della consulenza tecnica in questione e che potrà e dovrà annullare tutte le autorizzazioni concesse per realizzare lo stadio in un posto improponibile, dannoso per l'ambiente e per i cittadini, in un'operazione che ha il sapore della speculazione e che non è certo a favore dei tifosi della Roma.

Di quale ricorso al TAR parliamo? Di quello presentato senza richiesta di sospensiva né dichiarazione di urgenza né pagamento del contributo di cui Il Tempo diede conto ai lettori? O c’è altro ricorso non pubblicizzato? Fortunatamente, non occorre andare a Berlino per trovare giudici e il Mugnaio Arnold sta anche a Roma. Se il Tribunale riconoscerà il diritto del Codacons a bloccare o anche cassare il progetto, ne prenderemo atto e lo racconteremo ai lettori con la stessa serietà e puntigliosità con la quale abbiamo sempre evidenziato tutte le informazioni erronee e tutte le informazioni corrette che, su questa lunga e intricata vicenda, sono circolate in tutti quesi anni. 

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