Un mese di stop e niente corse di cavalli a Capannelle. Ora, forse, nella lunghissima telenovela che oppone la società Hippogroup, che gestisce l’ippodromo da 72 anni, e il Campidoglio, proprietario del complesso che è il più grande impianto sportivo comunale, si apre uno spiraglio che potrebbe riportare di nuovo i cavalli a calcare le piste sull’Appia Nuova.

Nessuna indicazione né sui tempi in cui si potranno riprendere le corse, né sulle modalità, queste ultime demandate a un tavolo tecnico.
La querelle contrappone Hippogroup e l’Amministrazione Raggi nasce con il passaggio dal vecchio al nuovo Regolamento per gli impianti sportivi, fatto dai 5Stelle, che, con una visione ragionieristica, tratta gli impianti sportivi come beni da mettere a reddito più che come luoghi di sport e socialità, applicando il codice degli appalti, tanto che molte società sportive storiche stanno iniziando la smobilitazione in favore di quei franchising anonimi di palestre e piscine.
In sintesi, nel passaggio fra il vecchio regolamento con le suo proroghe e il nuovo che le proroghe le ha cassate, sono rimasti “appesi” quasi 25 milioni di euro di investimenti fatti da Hippogroup fra il 1998 e il 2016 e rimasti incagliati nella burocrazia comunale. Per rientrare in possesso dell’ippodromo, alla scadenza della concessione, prima il Comune ha richiesto le chiavi, con ricorso al Tar da parte del gestore, poi ha preteso il ripristino del canone a 2,2 milioni di euro l’anno, nonostante il giudice che ha approvato il concordato fallimentare l’avesse fissato in 66mila euro annui. Entrambe le pretese del Comune sono state ritirate in autotutela ma, intanto, HIppogroup ha sospeso le gare. Che ora, forse, riprenderanno.
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