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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 1 febbraio 2019

SPIRAGLIO DI LUCE PER CAPANNELLE


Un mese di stop e niente corse di cavalli a Capannelle. Ora, forse, nella lunghissima telenovela che oppone la società Hippogroup, che gestisce l’ippodromo da 72 anni, e il Campidoglio, proprietario del complesso che è il più grande impianto sportivo comunale, si apre uno spiraglio che potrebbe riportare di nuovo i cavalli a calcare le piste sull’Appia Nuova.
Nel corso del pomeriggio di ieri si è svolta una riunione in Comune al termine della quale Hippogroup e Campidoglio hanno rilasciato una nota congiunta: “Roma Capitale e Hippogroup Roma Capannelle srl, in pieno spirito di collaborazione per risolvere le problematiche dell'ippodromo di Roma, hanno avviato il tavolo tecnico operativo finalizzato alla definizione del percorso che condurrà alla pubblicazione del bando di gara, nonché alla gestione del periodo transitorio. Sono state quindi definite le tempistiche dei lavori, per permettere la ripresa delle attività agonistiche nel minor tempo possibile. L'amministrazione e la società sono fiduciose di raggiungere gli obiettivi prefissati”.
Nessuna indicazione né sui tempi in cui si potranno riprendere le corse, né sulle modalità, queste ultime demandate a un tavolo tecnico. 
La querelle contrappone Hippogroup e l’Amministrazione Raggi nasce con il passaggio dal vecchio al nuovo Regolamento per gli impianti sportivi, fatto dai 5Stelle, che, con una visione ragionieristica, tratta gli impianti sportivi come beni da mettere a reddito più che come luoghi di sport e socialità, applicando il codice degli appalti, tanto che molte società sportive storiche stanno iniziando la smobilitazione in favore di quei franchising anonimi di palestre e piscine
In sintesi, nel passaggio fra il vecchio regolamento con le suo proroghe e il nuovo che le proroghe le ha cassate, sono rimasti “appesi” quasi 25 milioni di euro di investimenti fatti da Hippogroup fra il 1998 e il 2016 e rimasti incagliati nella burocrazia comunale. Per rientrare in possesso dell’ippodromo, alla scadenza della concessione, prima il Comune ha richiesto le chiavi, con ricorso al Tar da parte del gestore, poi ha preteso il ripristino del canone a 2,2 milioni di euro l’anno, nonostante il giudice che ha approvato il concordato fallimentare l’avesse fissato in 66mila euro annui. Entrambe le pretese del Comune sono state ritirate in autotutela ma, intanto, HIppogroup ha sospeso le gare. Che ora, forse, riprenderanno. 

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