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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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sabato 9 febbraio 2019

LA GIUNTA OTTOVOLANTE: NONO ASSESSORE ALL'ADDIO


Ormai, più che elencare chi se ne va, si fa prima a indicare chi è ancora al suo posto: la Giunta Raggi pare sempre più una giostra, chi entra, chi esce, chi sale e chi scende. Dei dieci, Sindaco compresa, che si insediarono al suono delle trombe della vittoria, il 7 luglio 2016, ne sono rimasti solo cinque, per altro neanche tutti nelle stesse posizioni. Daniele Frongia era vicesindaco e assessore allo Sport. Dopo la crisi Muraro/Marra e il conflitto con Berdini, Frongia viene retrocesso, perdendo il ruolo di viceRaggi a favore dell’assessore alla Cultura, Luca Bergamo, anch’egli uno della prima ora. Ai loro posti originari rimangono Flavia Marzano (semplificazione) Laura Baldassarre (sociale) e Linda Meleo (trasporti). Fine.
Poi si passa a registrare: polka veloce per il primo assessore al Bilancio, Marcello Minenna, rimasto in carica poche settimane. Ancor più rapida la carriera del suo successore ai conti capitolini, Raffaele De Dominicis, praticamente assessore la mattina, rimosso la sera. Ancora: terzo assessore al Bilancio, Andrea Mazzillo, finisce tritato nello scontro sul concordato preventivo Atac e deve lasciare per l’attuale Gianni Lemmetti. Gli assessori finiti nel tritacarne della lotta fra bande interna al gruppo 5Stelle sono molti: Paolo Berdini sullo Stadio della Roma ma licenziato per la sua improvvida intervista a La Stampa, sostituito all’Urbanistica da Luca Montuori e ai Lavori Pubblici - sì, aveva addirittura due deleghe - da Margherita Gatta; Massimo Colomban sempre su Atac e così il suo successore, Alessandro Gennaro. Adriano Meloni al commercio cade nella “congiura” delle bancarelle per essere rimpiazzato dal diafano Carlo Cafarotti. Con la Montanari, siamo a due assessori all’Ambiente che lasciano Palazzo Senatorio: la prima fu Paola Muraro, nel turbinoso dicembre 2016, quello di Marra. La Muraro, indagata per una consulenza in Ama antecedente la Giunta Raggi (indagine archiviata), venne dimissionata per rispettare il versatilissimo codice etico grillino. Ieri è toccato alla sua successora, quella Pinuccia Montanari che si presentò ai romani asserendo di non aver mai visto topi a Roma. 

Agli assessori girandole, poi, vanno sommati i funzionari sia del Campidoglio che i vertici delle partecipate. L’ultimo, in ordine di tempo, è il ragioniere generale, Luigi Botteghi, il secondo in 30 mesi, ma ci sono il capo di gabinetto, Carla Raineri, andata via quasi subito insieme a Minenna dal Bilancio, poi i due funzionari finiti nel mirino della Procura, Raffaele Marra e Salvatore Romeo.

Infine, il capitolo partecipate con le vicende Acea e Luca Lanzalone: ai vertici di Ama si sono avvicendati Stefano Bina, Alessandro Solidoro e Antonella Giglio. In Atac, Rettighieri e Brandolese, poi Bruno Rota e Manuele Fantasia.

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