Repubblica continua a essere chiusa né si ha nemmeno una ipotesi da Atac su quando la fermata metro riaprirà al pubblico; le scale mobili, quando non si rompono sotto i piedi dei viaggiatori, sono più spesso chiuse che in funzione. E ieri si è anche sfiorata la riedizione, anzi, due riedizioni dell’incidente di Repubblica, quello che vide, il 25 ottobre 2018, una ventina di feriti fra i tifosi del CSKA Mosca a causa del crollo della scala stessa. O, meglio: uno dei due incidenti, quello di Policlinico, si tinge di giallo con la versione ufficiale di Atac che contraddice quella dei passeggeri presenti.

A Barberini, invece, siamo intorno alle 10.30 quando uno dei gradini della scala mobile semplicemente è “deragliato” bloccando l’impianto. Barberini e Spagna, tra l’altro, sono, con Repubblica, le stazioni con maggiore profondità dell’intera rete metro di Roma e le scale mobili sono fondamentali. Dopo l’incidente di ottobre 2018 di Repubblica, Barberini e Spagna hanno visto pesanti interventi di manutenzione sulle scale mobili con enormi disagi all’utenza determinati dalle chiusure improvvise, a singhiozzo e prolungate delle due stazioni del centro storico. Una manutenzione, evidentemente, tutt’altro che risolutiva visto che, a distanza di pochi giorni, gli stessi impianti continuano a rompersi o a fermarsi senza che Atac riesca a metterci una pezza.
A questi disagi (e rischi) per i passeggeri si somma l’incredibile chiusura di Repubblica: la Procura di Roma mise sotto sequestro la stazione subito dopo l’incidente di ottobre ma già il 27 novembre aveva disposto il dissequestro a condizione che Atac mettesse in sicurezza il sito per evitare che venisse inquinato da soggetti esterni. Ad oggi sono 2 mesi e 28 giorni dal dissequestro (121 giorni dall’incidente) senza che Atac sia in grado di dare neanche una ipotesi di riapertura e con i negozianti della zona che lamentano la diminuzione del fatturato anche del 35-40%.
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