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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 15 febbraio 2019

LA RAGGI "SPACCHETTA" L'AMBIENTE - MONTANARI IN PROCURA; AMA CERCA SOLDI


La crisi Campidoglio-Ama entra nel vivo: dopo la bocciatura del bilancio 2017 di Ama da parte della Giunta Raggi e le conseguenti dimissioni di Pinuccia Montanari da assessore all’Ambiente, da una parte il Sindaco cerca di tamponare una situazione amministrativa sempre più difficile, dall’altra Ama rischia di entrare in crisi di liquidità.
Andiamo per ordine. 
Prima questione, la possibilità per Ama di continuare a pagare stipendi, gasolio per i camion e, quindi, svolgere il proprio servizio. Il presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, deve muoversi velocemente e avrebbe scritto - manca conferma ufficiale - tre lettere per garantire all’Azienda una sufficiente liquidità. Due le missive spedite alla Raggi con cui Bagncani chiede a Palazzo Senatorio - il Campidoglio è socio unico di Ama -  di farsi garante con le banche per mantenere le linee di credito necessarie all'azienda per pagare fornitori e stipendi e, come misura straordinaria, poter trattenere la tranche di Tari incassata relativa ai mesi di novembre e dicembre per un ammontare di 250 milioni di euro. 
La terza lettera è spedita agli Istituti di credito ai quali Bagnacani chiede di erogare dal 18 febbraio linee di credito per almeno 110 milioni. 
Secondo punto: la soluzione politica del problema Ama che passa, necessariamente, per la scelta dei successori di Pinuccia Montanari. 
L’ex Assessore - ieri ascoltata in Procura proprio in merito al dissesto finanziario di Ama in un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza - all’Ambiente, grande sponsor di Bagnacani e, a sua volta, ben caldeggiata direttamente da Beppe Grillo, si era dimessa pochi giorni non appena la Giunta aveva deciso di bocciare il bilancio 2017 di Ama. 
Ora il sindaco, Virginia Raggi, ha il problema della sostituzione: Radio Campidoglio racconta di cortesi ma fermi “no” alla proposta di andare, per meno di due anni e mezzo, a farsi crocifiggere sulla montagna di rifiuti capitolini.
Per questo, ieri, la Raggi ha annunciato la decisione di “spacchettare” le deleghe ambientali: da una parte di sarà l’assessore ai rifiuti e uno al verde: “Ho spacchettato le deleghe, quando avrò novità comunicherò tutto”, ha spiegato il Sindaco.
Complicato pensare che qualche tecnico possa decidere di mettere la faccia sulla questione rifiuti e riuscire a invertire la rotta seguita dai grillini in due anni di grandi proclami e risultati totalmente negativi. Anche perché il lavoro di impostazione dell’impiantistica del ciclo rifiuti prevede tempi lunghi di realizzazione e, quindi, doveva essere impostata nei primi sei mesi di mandato. E, non a caso, si passa sotto la lente d’ingrandimento l’intero pulviscolo grillino. 
Lo spacchettamento delle deleghe, ovviamente, ha colorito la giornata politica romana: Marco Palumbo (Pd) “Raggi spacchetta e non risolve”; Valeria Baglio (Pd) “Comune umilia l’Ama ormai con l’acqua alla gola”; Svetlana Celli (Civica): “Una poltrona per due e nessuna soluzione”.

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