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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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sabato 23 febbraio 2019

CAPANNELLE, LICENZIAMENTI PRONTI


Anche per l’Ippodromo di Capannelle - il più grande impianto sportivo di proprietà del Comune di Roma e gestito, da 72 anni, dalla Hippogroup - si sta andando velocemente verso lo showdown
In mancanza di nuovi elementi, il 28 febbraio, fra 5 giorni, Hippogroup chiuderà la porta ai singhiozzi del Campidoglio e farà partire le lettere di licenziamento: un centinaio di persone con contratto diretto, più un altro migliaio nell’indotto, sono oramai a rischio di perdere il lavoro. Ieri, il nuovo atto di questa tragicommedia è andato in scena in Commissione Trasparenza con la tensione sempre più palpabile che si è concretizzata in parole grosse indirizzate al presidente della Commissione Sport, il grillino Angelo Diario
In mattinata, il Comune, con l’ennesimo movimento sussultorio, diffonde una nota dell’assessore allo Sport, Daniele Frongia, che annuncia la decisione di accettare i 66mila euro annui di canone di affitto per l’impianto. Si tratta della cifra decisa dal giudice quando ha accordato il concordato preventivo (lo stesso di Atac) a Hippogroup e che il Comune, invece, per mesi ha cercato di cassare e per tornare ad incamerare il canone originario, di oltre 2 milioni annui. Però, il Comune corre subito a precisare che i 66mila euro sono solo un “acconto dell’eventuale importo maggiore che il Tribunale Civile di Roma potrebbe determinare a seguito della prossima udienza fissata per il 6 aprile 2020. La stessa Hippogroup, infatti, ha impugnato al Tribunale la nota di richiesta di indennità di occupazione chiedendo al Giudice di determinare l’importo dovuto; Roma Capitale, quindi, accetta temporaneamente la cifra di € 66mila lasciando al Giudice stesso la determinazione finale dell’importo corretto”. Poi, Frongia tenta di passare all’incasso: “L’Amministrazione ritiene che, a questo punto, non sussista più impedimento alcuno ad accettare la proposta e quindi richiede di riprendere al più presto le corse, di mantenere gli attuali livelli occupazionali, di procedere al reintegro del personale licenziato e di assicurare una continuità dell’attività ippica e degli eventi collaterali che ogni anno si svolgono nell’ippodromo”.
La replica di Hippogroup arriva nel pomeriggio. Elio Patuasso, Ad della Società, a RadioRadio spiega: “La lettera di Frongia non è un accoglimento della richiesta. Infatti non è riportato un canone certo, come invece avevamo richiesto, ma i 66mila euro sono considerati come acconto su una futura sentenza il cui primo grado, se andrà bene, arriverà solo nel 2021. Nessuna menzione della richiesta di indicare una data certa di pubblicazione del nuovo bando per la gestione dell’impianto. Per noi resta valida la scadenza del 28 febbraio”.
Insomma, prima il Campidoglio intima a Hippogroup di restituire le chiavi di Capannelle, poi, di fronte al ricorso al Tar, annulla la richiesta ma inizia il balletto sul canone di affitto che ancora non si arresta. I lavoratori protestano e Capannelle rischia di diventare un nuovo problema per la Giunta Raggi. 

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