La Regione Lazio si muove per l’emergenza rifiuti a Roma e allerta le Asl per la tutela della salute pubblica considerata a rischio. Nel pomeriggio di ieri, l’Assessorato alla Sanità della Regione ha emanato una nota in cui, riferendosi al “protrarsi della mancata raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città di Roma e contemporaneamente alla situazione di ondate di calore che hanno raggiunto la soglia di bollino rosso” vengono allertati “tutti i direttori dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica (Sisp) delle Asl della Capitale in relazione ai possibili effetti sulla salute pubblica derivanti dalle esposizioni legate all'accumulo di rifiuti solidi urbani invitandoli a verificare la corretta rimozione dei rifiuti in particolar modo nelle vicinanze di strutture sanitarie o sociosanitarie, nidi e scuole materne e spazi pubblici adibiti ad attività collettiva come i mercati rionali con l'obbligo di segnalare eventuali fenomeni di combustone o autocombustione dei rifiuti”.
Poi ci sono i comunicati della disperazione di Ama che, a fronte di cumuli di immondizia sparsi ovunque in città, diffonde note in cui si citano una o due strade per Municipio (e neanche tutti) quasi fossero la soluzione del problema e non lo svuotamento del mare con un cucchiaino. Anche il porta a porta segna il passo: a Castel Giubileo, per citare un caso su mille, nelle ultime due settimane è stato ritirato solo l’umido mentre carta, plastica, metallo, vetro restano abbandonati in strada.
Né l’emergenza accenna a finire. La nota Ama, infatti, chiarisce molto bene quanto si sia lontani dalla soluzione del problema: “l’attuale situazione, dopo la repentina chiusura per incendio a dicembre 2018 dell’impianto TMB Salario, è dovuta principalmente alle consistenti riduzioni (oltre 700 tonnellate/giorno) dei quantitativi accolti in impianti di trattamento, scattate nelle scorse settimane e tuttora in corso”.
E il puzzo dei rifiuti romani arriva anche in Parlamento dove il ministro della Salute, Giulia Grillo (M5S) afferma che al suo Ministero non sono giunte “segnalazioni di rischio epidemiologico tali da prefigurare un intervento diverso dal normale monitoraggio”. Insomma, aspettiamo il colera per muoverci. La Grillo ha risposto a un’interrogazione sul tema e, dopo aver ricordato che allo Stato (quindi al Ministero) spettano solo “funzioni di indirizzo e coordinamento e di definizione dei criteri generali e delle metodologie per la gestione integrata dei rifiuti” è passata ad elogiare il perfetto sistema di raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti messo in campo dall’Amministrazione grillina di Roma sottolineando come “le attuali criticità” siano “riconducibili alla chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013 ed all’assenza, da più di 6 anni, del Piano regionale rifiuti della Regione Lazio. La necessità di un Piano regionale dei rifiuti per il Lazio, peraltro, è stata riportata da due sentenze del Tar”. Che basterebbe leggere per intero per scoprire quando poco siano attinenti al caso romano segnato, per altro, dal costante rifiuto dei 5Stelle di considerare il tema della creazione degli impianti di smaltimento come fondamentale per uscire da questa crisi di sistema. 5Stelle che, però, non disdegnano di pagare per usare termovalorizzatori e gassificatori di altre regioni. Una politica condivisa da Zingaretti che ha chiuso il termovalorizzatore di proprietà della Regione di Colleferro.
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